Un ritiro un po' particolare, Rating: dal verde al rosso, colori intermedi inclusi; Comico/Yaoi/Drama

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wakashimazu ken
view post Posted on 3/8/2009, 14:22




Rating: Verde/Giallo/rosso/bordeaux
Tipo: Yaoi/Comico/Dorama
Capitoli: 11

Capitolo 1:

"Era una notte buia e tempestosa?"

SPOILER (click to view)
1
- Capitolo 1° -

Potrei iniziare dicendo che <<era una notte buia e tempestosa>>, ma l'incipit è inflazionato, e poi era bel tempo.
Ma era notte..Una notte da lupi...
Ma cominciamo dall'inizio, che mi pare un buon punto di partenza...
Ordunque...Eravamo appena arrivati all'hotel dove la nostra federazione ci aveva riservato le stanze per tutta la durata del ritiro, e visto che solitamente i compagni di squadra già si conoscono, il nostro supervisore Katagiri Munemasa (per i Gaijin: Keith Parsons)aveva intelligentemente deciso di mischiarci un po'.
Fu così che io mi ritrovai in stanza con Clifford Youma (sempre per i Gaijin), Danny Mellow e Mark Lenders. Bel modo di mischiare, qualcuno obietterà, giacché com'è noto ai più, Mark e Danny sono da secoli i miei compagni di squadra e di stanza ai ritiri..ma tant'è.
Saliamo al piano (glisso al presente storico per comodità..) apriamo la porta, esclamiamo "ooooh!" all'unisono per manifestare nipponicamente la nostra meraviglia nonché il nostro apprezzamento per l'ambiente (che, a dire il vero in quanto a Feng Shui lascia un po' a desiderare) e deponiamo diligentemente i nostri averi negli appositi spazi contrassegnati.
Vado troppo veloce?
Se sono eccessivamente prolisso digitare: ctrl-alt-canc, così mi arresto.
Allora. Dicevo: depositiamo la nostra roba e scendiamo per la cena.
Notare: il mio letto era accanto a quello di Clifford. Ricordatevi questo particolare poiché vi sarà utile nel prosieguo della lettura.
Scendiamo per la cena e ci attende la prima delle tante e gradevoli -si fa per dire- sorprese della settimana:
In order to assure the bettering of our fit, traduco per i non anglofoni: allo scopo di assicurare il miglioramento della nostra forma fisica, il team manager (sempre lui) decide di sottoporci alle seguenti torture:
number one: impedenziometria e controllo del peso corporeo;
number two: adeguamento della dieta alle esigenze personali di ciascheduno (come sono cooolto!)
E fin qua niente di che, direte voi...
Una nespola del Giappone, vi dico io!
Visto che di solito questi ritiri si collocano ad almeno due mesi dalla fine delle lezioni scolastiche e /o del campionato nazionale regolare, alcuni di noi (leggi: Bruce Harper, Clifford Youma e il sottoscritto) avevano visto bene di darsi alla <<joie folle>> -pazza gioia per i non francofoni-, accumulando sul nipponico groppone, nonché in altri punti strategici, i nostri bei kg o cm di troppo....Va beh, non è buona pubblicità, ma ad onor del vero, ed essendo io un seguace del Bushido, non posso certo mentire.
Ordunque, la prima delle angoscianti sorpresine per i succitati tre fu quello di vedere drasticamente (e sottolineo drasticamente) ridotto il proprio personale apporto calorico giornaliero,nonché centuplicato il tempo da dedicare al recupero fisico (leggi palestra ed amenità simili) onde portarci il prima possibile al livello degli altri (dannati crumiri fanatici del fitness!!)
Come da nostra secolare ed onorata tradizione nazionale, chi sgarra viene messo alla berlina pubblica...
Esistono elementi particolarmente dotati nell'arte di prendere per i fondelli gli altri, ed uno di loro ce lo avevo giusto in camera: il mio caro amico Danny Mellow.
C'è da dire che avrebbe benissimo potuto rifarsela con Clifford, ma credo che le dimensioni corporee di quest'ultimo agissero da deterrente su Danny almeno quanto la bomba atomica sulle due Superpotenze durante la Guerra Fredda.
Va da sé che il soggetto-vittima designato delle concionerie del giovane Mellow fosse proprio il sottoscritto, Warner, Edward, anni 20, statura 187 cm., campione nazionale pluridecorato di Karate Shotokan; ma lui se ne fregava, evidentemente...
Saltata praticamente la cena con un sol balzo (io), veniamo poi convocati nell'apposita saletta riunioni, molto nippon style, con tatami a terra, tavolini di bambù bassissimi, arredamento essenziale etc etc...
Una bella signorina in abito tradizionale porta sussiegosamente agli astanti una bella tazza fumante di té verde, così, per digerire (cosa?), dopodiché comincia la raffica di inevitabili raccomandazioni ed istruzioni del team manager, capaci di addormentare in un solo colpo anche il più ostinato dei caffeinomani insonni.
Impietosito dal ciondolio di alcune teste, scambiato probabilmente per stanchezza da viaggio, Parsons ci lascia andare dopo <<soli>> 75 minuti di comizio. E noi, nipponicamente, ringraziamo.
L'unico, e dico l'unico a non aver fatto una piega è lui, sempre lui, il mitico, l'unico, l'ineffabile Benjamin Price, portierone di prima grandezza nonché rompi...biiiip!! di magnitudine ineguagliata.
Anzi. Il bellimbusto (che come saprete, riscuote da sempre la mia incondizionata simpatia...) ha la faccia tosta di chiedermi, mentre saliamo al piano delle camere:
<<ma come, Ed, già stanco dopo così poco?>>
"Possino ammazzatte", stavo pensando tra me e me.
Non lo degno neanche di una replica, stiracchio un sorrisetto di conseguenza e, ingoiando un esercito di rospi, mi dirigo verso la mia stanza, intenzionato a concedermi almeno una doccia.
Ma, non appena giunto sul luogo, trovo l'oggetto del mio desiderio già occupato da un festante e canticchiante Lenders, che arrangia a squarciagola un "I'm singing in the rain" da far rivoltare i santi antenati nelle tombe! Mah!
Accuso il colpo in silenzio, da buon Samurai (Yamamoto Tsunetomo deve aver pensato profeticamente a me, quando dettò il suo "Hagakure"), e mi appropinquo verso il balconcino sperando almeno di potermi fumare uan sigaret in piis...
La botta mi riesce talmente da maestro che neanche un cecchino austriaco della I Guerra mondiale mi avrebbe potuto individuare..Tsè...
Vengo raggiunto di lì a poco da un Clifford Youma non altrettanto ninja, che vanifica in un lampo tutta la mia "stealth operation" gridando ai quattro venti:
<<ehi Ed!! Che si fa?? Si Fuma????>>
M'in****zo come una jena, ma, nipponicamente, non lo dò a vedere.
<<che devo dirti, Cliff-bello, sì! Dopo una cena come questa, ci vuole un santo cicchino per digerire!!>>, abbozzò là, sarcasticamente.
<<ma quale cena? Ma che dici? Hai l'Alzheimer?Non ti ricordi che né tu, nè io e neppure Bruce abbiamo mangiato?>>, risponde alterato il bel tomo, che oltre ad essere scaltro come una volpe, ha il bel pregio di girare sempre lo Wakizashi nella piaga al momento giusto.
Non rispondo per decenza, evitando di seppellire Youma sotto una valanga di inenarrabili - e meritatissimi- improperi.
<<che vuoi farci>> continua lui, <<in fin dei conti è colpa nostra.Se invece di abboffarci e poltrire avessimo fatto un po' attenzione, probabilmente non avremmo avuto questi problemi>>.
E' bene sottolineare, a discolpa della volpe succitata, che la nostra tradizione storico sociale ha fatto del complesso di colpa un'arte. Noi giapponesi riusciamo a sentirci una ***** per ogni minima cosa, figuriamoci se le nostre disgrazie sono da imputarsi anche solo parzialmente ad una nostra effettiva responsabilità...
CmQ...Io glissavo, sfoderando tutto il mio savoir faire, mentre il Clifford seguitava ad auto ed etero flagellare a destra e a manca, quando all'improvviso chi ti piove in camera a salvarmi?
Benji Price!!!
Quando si dice la goccia....
Il giovane fenomeno se ne esce con una mirabolante proposta:
<<ehi, ragazzi!!! Che ne dite se per inaugurare il ritiro, andiamo tutti quanti a fare un bel tuffo in piscina???>>
"Lo fai apposta! Ammettilo!! Dillo che lo fai apposta!!!" penso fra me e me, guardandolo come si guarda uno strano e repellente insetto dietro la teca di un entomologo.
Mi vedo costretto, a mio discapito, a confessare che il mio soprannome, "Gatto", non è solamente motivato dai miei scatti felini e dalle mie rocambolesche acrobazie fra i pali, ma anche dalla mia famliarità con l'acqua.
In altre parole, io sto al nuoto come un diabetico sta ad una Sacher-torte.
Voglio concedere al mio "amico" Benji il beneficio del dubbio....In fin dei conti, non siamo mai stati in vacanza insieme, nè al mare o in piscina, altrimenti ricorderebbe di sicuro che il mio stile natatorio ricorda molto quello di Akane Tendo.
<<dai! Sì, che bello! Andiamo!!>> esclama Rob Denton Aoi (Shingo per i non Gaijin), contento come una pasqua.
<<non trovate che sia un'idea galattica ragazzi??>> rincara la dose lo gnomo.
"No!" vorrei rispondere, "trovo che sia un'idea da vomito, e che l'abbia tirata fuori solo ed esclusivamente per farmi fare una figurina di **** davanti a tutti, tanto per ribadire che <<lui è il migliore>>...
Ora, non vorrei che vi faceste un'idea sbagliata. Non è che lo odio. Solo che a volte, vorrei vederlo morto. E sapere che prima di morire ha sofferto le pene dell'Inferno di Dante. Tutte. E non necessariamente in quell'ordine.
<<io non posso>>,la butto lì, sperando che le "aquile" abbocchino, <<ho mal di stomaco>>.
<<ma dai!>>, esclama Benji, <<ma se non hai mangiato nulla!>>
<<ma va'?>> mi sfugge fra i denti. Mi fermo prima di aggiungere: "affanbiiiippp!!!", molto, molto politically uncorrect...
<<sarà stato il pulmann!>> ribatte Mark (che Hamaterazu ti benedica, Lenders!!) <<a Ed ha sempre dato fastidio il pulmann....>>, aggiunge, battendomi amichevolmente la mano sulla spalla.
Dovete sapere che Lenders conosce tutti i miei punti deboli, e va detto altresì che ha collezionato altrettanti tentativi (falliti) di insegnarmi a nuotare quanti Ranma Saotome d'insegnarlo ad Akane.
Ha perso la speranza dopo il ventesimo...Mi ha dichiarato "caso disperato" ed ha attribuito la responsabilità al metallo che mi hanno messo nella spalla destra e nella gamba sinistra dopo l'incidente che subii qualche anno fa.
<<sai che ti dico,Ed? Non vado neanche io! Resto qua con te, facciamo due chiacchiere!>>
San Mark colpisce ancora.
Danny tentenna. E' indeciso. Non sa se onorare il legame di amicizia che ci unisce da anni, rimanendo con Mark e me, o andare a sguazzare come una paperella allegra assieme agli altri.
Alla fine opta per la paperella.
Sant'egoismo...
Rimaniamo Mark, Clifford e io, e decidiamo per una partita a Shangai.
Io sono imbattibile a Shangai. Se proprio devo arrendermi al nemico, almeno lasciatemi l'onore delle armi.
Dopo alcuni tentativi di Clifford di sconfiggere la propria inveterata imbranataggine (score: tre partite perse,otto shangai rotti a metà...me lo volevo magnare vivo), decido do iscire nuovamente sul balcone a godermi la vista.
Il monte Fuji stanotte è bellissimo. C'è una luna da mozzare il fiato; nuvole sottili come garza fanno da sfondo ad un quadro degno del miglior Ukiyoe.
Mi accendo una sigaretta, aspiro a fondo, ed improvvisamente tutto il mio malumore si dissolve in una voluta di fumo.
Mark ha messo su un CD. E' quello dei Nickelback, "Silverside Up", uno dei miei favoriti.
Sulle note di "How you remind me" mi salgono un paio di singhiozzi di nostalgia per il mio ultimo perduto amore...Ma di questo passo rischio di cariarvi i denti a tutti, posto che mi leggiate.
Mark esce sul terrazzino ed accenna due note (stonatissime) alché io lo fulmino con lo sguardo, e Pavarotti chiude la bocca. Visto che mi fai un favore, almeno fammela gustare in pace, 'sta canzone...
Accende una cicca anche lui, ma è per solidarietà.Tossisce, poi mi batte una pacca sulle spalle e dice:
<<ma come caspita fai a fumare questa roba?!>>
Impagabile Lenders. Praticamente il fratello che non ho mai avuto.
Clifford si affaccia alla porta finestra scorrevole e si sincera che non stiamo commettendo omo-sconcezze in pubblico. Gli tiro dietro quello che trovo. Per sua sfortuna ho finito la pazienza, e per sua duplice sfortuna si tratta di un bonsai.

*******

Il mattino mi coglie alla sprovvista.
Ho passato la notte a rigirarmi nel letto a mo'di spiedino di polpo alla festa di fine estate sotto ai giardini imperiali di Kyoto.
Motivo? Semplice. Il mio vicino di letto è un turbo-compressore.
Verso le quattro di mattina ero indeciso tra il fare Seppuku e il soffocarlo con un cuscino.
Sono cose che capitano normalmente ai ritiri, mi ripeto...Magari è raffreddato, mi dico..Ma per quale cavolo di motivo non mi sono portato i tappi di cera, mi domando?
Probabilmente più tardi, durante la notte, la stanchezza ha avuto la meglio, nonostante il reattore (Clifford), e anche io mi sono addormentato. O meglio: sono entrato in coma.
Mi sveglia Mark che l'ora di colazione è già passata abbondantemente, e la cosa mi rincuora. Dopo due pasti saltati, sicuramente avrò smaltito qualcosa.
<<ma cos'avevi stanotte?>> chiede serafico Danny, che ha il sonno pesante come un lingotto di ghisa soltanto quando pare a lui.
<<perché?>> chiedo io, assonnato, rinco e con un incipiente mal di testa formato famiglia.
<<mah, non lo so, dimmelo tu! Verso le sei russavi come un leone....>>.
"Io???!!!! E quell'altro allora, che pareva il trombone del Giudizio?" mi chiedo, oggettivamente stupefatto.
<<guarda che non è una novità....>>
"Ma come, Mark,mi tradisci anche tu??!!"
<<sì, lo so che Ed russa, ma non pensavo che riuscisse a fare tutto quel casino!>> risponde Danny.
"Io russo??? E quell'altro quattro tempi smarmittato di Youma allora cosa fa? ruggisce??!!"
<<mi sa che vi sbagliate...Era Clifford...>>, mi difendo.
<<no, no, Clifford aveva già smesso, anzi, era pure sveglio!>>, puntualizza Lenders.
"Cosa lo difendi, cane traditore!! Sono io, il tuo amico di sempre...Mi riconosci? GIUDA!!!"
L'Iscariota mi guarda fra il serio e il faceto,mentre Youma si complimenta con me:
<<non credevo di trovare qualcuno che mi desse del filo da torcere!! Sei veramente un avversario formidabile...Mi sa che dovrò impegnarmi di più stanotte...>>.
Scherza lui...Con che coraggio poi...Mah.
Sarà meglio scendere di sotto...
E se il buongiorno si vede dal mattino...

--to be continued


Capitolo 2:

SPOILER (click to view)
WOKE UP THIS MORNING
- Capitolo 2° -

Arieccoce qua!!
Sono ancora io, fedele reporter delle situazioni che si presentano a 22 allegri calciatori durante un ritiro della nazionale...
Coltivate la sacra arte della pazienza e seguitemi...
Non ve ne pentirete..Forse.

**********************************

Ricordate che bello il nostro arrivo al campus???
E che simpatici i miei amici?? Sì??
Le cose sono due: o io non mi so spiegare, o voi avete letto un'altra ff.
Oppure ci siamo drogati.Tutti.
Cmq.
Il buongiorno, dicevo, si vede dal mattino,e non a caso.
Dopo una nottata trascorsa accanto alla sezione fiati della Filarmonica di Berlino (Clifford Youma), che eseguiva Wagner, sono stato accusato (forse ingiustamente) di aver turbato il sonno dei miei tre compagni di stanza, i quali asseriscono più o meno motivatamente che il sottoscritto russa come un trattore...
Ah, beh, dico io, invece Clifford fischiava un minuetto...Ma glissiamo, passiamo oltre, siamo superiori.
Mi faccio una doccia - la occupo militarmente inneggiando al defunto e compianto generale Yamamoto- di quaranta dico quaranta minuti, tanto ormai la colazione me la sono giocata, e pazienza!!
Scendo tutto bello pulito e profumato, più di una geisha, ed attendo nella hall le istruzioni del mister.
Le quali non tardano ad arrivare:
<<warner!!!!Ma si può sapere che fine avevi fatto??L'allenamento comincia fra dieci minuti!!!MUOVITI!!!>>
<<sieg Heil mister!>>, mi viene da esclamare, e mi trattengo a stento.
Mi dirigo mogio mogio verso gli spogliatoi,borsa in spalla.
La temperatura esterna somiglia molto a quella di Vladivostok (Siberia orientale) in pieno inverno, ma io non mi faccio scoraggiare. Faccio appello a tutto il mio nipponico senso del dovere, ignorando i ruggiti del mio apparato digerente, che per la verità ormai si sta digerendo da solo.
Arrivo allo spogliatoio e vengo accolto da una incoraggiante salva di fischi dai miei amici e compagni di squadra, qualcuno mi apostrofa con parole politicamente scorrette e mi accusa delle peggiori nefandezze, neanche fossi Pol Pot al tempo della Cambogia dei Khmer rossi.
Ignoro il tutto e passo oltre, dignitoso e fiero come il Re Leone in persona.
Quello della Disney, non Batistuta.
Lenders mi si avvicina da dietro e mi rifila un calcione nelle terga, esclamando:
<<hai consumato tutta l'acqua calda, vigliacco! Questa te la faccio pagare...>>.
Youma rincara la dose:
<<ah! Non contento di averci tenuto svegli con i tuoi ruggiti da re della giungla, adesso ci finisci anche l'acqua della doccia?>>
<<cosa Cosa??? Quali ruggiti??!! Questa non la so!!!>> chiede un curiosissimo quanto inopportuno Tom Becker.
<<sì, è che Ed, come dire...>> inizia a raccontare Danny, che non si tiene mai nulla per sé..E' così generoso..
Lo placco e gli tappo la bocca, mentre lui si divincola, adducendo al fatto che forse lo sto anche soffocando. Dettagli insignificanti.
Ma purtroppo Youma mi precede e inizia a narrare con dovizia di particolari la mia performance notturna. Come se lui,poi...Mah..
Di lì a poco tutti quanti mi prendono allegramente per i fondelli, apostrofandomi con fantasiosi e improbabili nomignoli.
Benji gognola in un cantuccio, maligno, e attende l'ultimo momento per portare l'attacco finale (accidenti a lui e a Daitarn 3!).
Da vero e proprio Maramaldo (che uccise un uomo morto, per chi non lo sapesse), aspetta l'attimo propizio per la stoccata:
<<ma non sarà per caso che soffri di adenoidi? Oppure potrebbe essere una leggera deviazione del setto nasale...>> insinua, facendo il preoccupato. Come se gli fregasse di altro che di rincarare la dose.
Non lo degno neppure di uno sguardo. Anche se rosico. Da morire.
Mi rinchiudo in un silenzio siderale, fingendo di divertirmi agli scherzi dei miei compadres.
Oddio, alcuni sono carini.
Bruce per esempio ha proposto di nominarmi presidente onorario della Metro Goldwin Mayer, la casa cinematografica col leone che ruggisce...
Tant'è.
Andiamo in campo a fermare un po' di palle, cominciando dalle mie, che girano come turbine di un jet...

*********************************************

<<ma CHE FAI STAMATTINA????!!!!>>
<<ci SEI O CI FAI???>>
<<vuoi UN CAFFè??>>
<<il Signorino si è svegliato male???!!!>>
Ed altre amenità.
Niente da fare. Oggi proprio non ci sto con la testa.Non mi sento in palla, non sono io.
In compenso, mister "So tutto io" non ne canna una.
Mi avvio verso la panchina col morale sotto i tacchi, lo sguardo fisso ai lacci delle scarpe. Sollevo gli occhi da terra solo quel tanto che basta per leggere il disappunto sulla faccia del mister, e per notare, altresì, bordata finale al mio umore nonché al mio orgoglio, che alcune delle ragazze sono arrivate a vedere i nostri allenamenti.
E c'è, ovviamente, anche *lei*.

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Saranno almeno due mesi che non ci vediamo.
Da che abbiamo rotto.
O meglio. Da che HA rotto.
Già, perché io non è che fossi proprio d'accordo.
La motivazione precisa, fra l'altro, ancora non la conosco. Ma mi ricordava tanto la canzone di Elio e Le storie Tese, "Cara ti amo", non so se avete presente...
Siedo sulla panchina e allungo una mano verso il thermos del tè. Magari, non so, potrebbe farmi bene.
Il mister sembra preoccupato.
<<si può sapere cosa ti prende? Non ti ho mai visto giocare così male. Sei distratto, assente, sembra quasi che del posto in squadra non t'importi nulla!>>
Non sa quanto si sbaglia. M'importa eccome. Anche solo per vedere quel pallone gonfiato di Price rosicare un po' lui, per una volta.
<<non mi sento bene, mister. Anzi, se non le dispiace, preferirei ritirarmi.>>
<<ma sì, vai pure, magari stasera va' meglio...>>, mi batte una mano sulla spalla, incoraggiante, poi torna a urlare ordini alla difesa e ad impostare l'attacco.
Mentre mi avvio verso le docce, lo sento comandare la formazione per la "catapulta" dei gemelli Derrick.

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"This is how you remind me
as I really am...
It's not like you,to say sorry,
I was waiting on a different story
This time I've mistaken
for handing you a heart worth breaking
and I've been wrong, I've been down
down to the bottom of every bottle,
These five words in my head scream "are we havin' fun yet"?"
.....Già...non ci siamo divertiti?
Certo. per un anno e mezzo, io mi sono divertito...Così come mi sono divertito a farmi sbattere in faccia la nostra storia, una volta che tu ne avevi abbastanza...Così come mi sono divertito a fare da zimbello agli "allegri compagni di Robin Hood", là fuori, come se non avessi niente di meglio da fare...
Santa Hamaterazu!!!
Che, essendo una dvinità giapponese, e quindi puntuale come i nostri amati treni, arriva in mio soccorso quando meno me lo aspetto, anche se lo fa a modo suo.
Uscendo grondante d'acqua dalla doccia, cerco a tastoni il mio accappatoio, quando all'improvviso...avete presente la pubblicità della Fiesta?
Non la macchina, la merendina.
Beh, probabilmente a me è successa la stessa cosa..
Mi ha trovato il solito Lenders, steso a terra, metà dentro l'accappatoio, metà fuori, gelato come un ghiacciolo della Motta (sì, vendono anche in Giappone..ah, il marketing!!!)
<<...fai a..erra...Ed...egliati!! Svegliati!!>>
La sua voce mi arriva a pezzi e bocconi, come un cd che salta.
<<alzati..che fai lì..Ma sei scemo??>>
<<no..non sto bene...>> farfuglio, poco convinto.
<<questo lo vedo da solo, specie di pesce persico senza pinne!!Che ti è preso??!!>>
<<non lo so...ad un certo punto non ci ho visto più..>>
<<andiamo bene...Ti accompagno al ritiro e lo dico al doc., okappa??Dai, muoviti, che mica ti posso vestire io come se fossi Cicciobello!!>>


***********************************************

Mentre andiamo all'hotel, comincio a tremare come un idiota. Ho i brividi e batto i denti, ma non è solo per via del freddo.
E' febbre. Hamaterazu mi ha ascoltato!! A modo suo, ma mi ha ascoltato. Almeno adesso avrò una scusa plausibile per le papere di stamattina fra i pali.


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<<eh, sì, Ed, hai proprio un bel febbrone!! Mettiti subito a letto, ma prima asciugati bene i capelli, sennò potrebbe peggiorare.>>
Hamaterazu è sempre un po' drastica nell'esaudire le preghiere di noi nipponici.
Pensate che nel 1945, la popolazione femminile pregava perché finisse la guerra, in un modo o in un altro. E Lei l'ha fatta finire "in un altro". Ci ha mandato gli americani a bordo del B52 "Enola Gay", con la Bomba Atomica.
Però la guerra è finita.
Non si può dire che non ci abbia ascoltato.
Ora, non che voglia paragonare un'influenza con la Bomba di Hiroshima, ma a pensarci bene, il calore che emanavo mentre Mark mi aiutava ad infilarmi sotto le coperte non era molto inferiore a quello sprigionato dall'ordigno nucleare.
Il termometro segnava 40 gradi e mezzo.
Perché io, come diceva Pelé nella pubblicità del dopobarba, <<quando faccio una cosa, mi piace farla bene!>>.
Com'è, come non è, gli altri tornano dall'allenamento che io sono già alla seconda aspirina, e sto sudando e rabbrividendo ad intermittenza, come le lucine sull'albero di Natale.
<<ohì, Ed, allora come va??Ti vedo un po' pallido...>>, annuncia Clifford l'alce entrando nella stanza.
<<sì, dai, è vero!>> rincara Danny <<non è che ora ce la mischi a tutti quanti?>>
Il solito altruista.
Io sono in punto di morte, praticamente ho mandato Lenders a prendere carta e penna per il testamento, e questo cosa dice?
<<non è che ora ce la mischi a tutti?>>
Lo sai che ti mischierei volentieri, se ne avessi la forza? I connotati a suon di schiaffi, ti mischierei!! Se non avessi quel faccino tenero con le guancine tonde e gli occhioni giganti, ti mischierei alla salsa di soia come si fa col Wasabi, specie di "chibi manga" semovente che non sei altro!
Ma pazienza...Myamoto Musashi non divenne il miglior spadaccino del mondo in un giorno!
Chissà perché, ma ora come ora le massime di mio padre mi danno un po' sui nervi...


Ecco il terzo capitolo, e la cosa inizia a farsi un po' shounen...

SPOILER (click to view)
UST FOR
- Capitolo 3° -

Udite Udite!!!
Novità in arrivo...
Vecchie fratture si ricompongono, nuove fratture si profilano (che ne dici di fare un salto in Ortopedia, Warner-bello, direte voi?!)
Se volete conoscere l'evolversi degli eventi (ma anche degli etrenta, equaranta....Hamaterazu quant'era ghiaccia questa!!) non vi resta che leggere quanto segue....
***********************************************
Mi trovavo in un campo a spigolare,
quando vidi una barca in mezzo al mare...
No, dunqyue, questo era l'incipit della poesiola intitolata "la spigolatrice di Sapri", di risorgimentale memoria, ed in quanto tale con la nostra storia non ha una cappella (Sistina) a che vedere.
Ci riprovo:
Mi trovo a letto con le coperte fino agli occhi, in compagnia di alcune zebre (a pois), elefanti rosa a righe gialle (delirium tremens? La sindrome, non la birra...)e qualche Panda, che ci sta sempre bene, vuoi per l'attinenza con la cultura manga (leggi: Genma Saotome dopo una doccia fredda)sia perché fa tanto bene alla natura salvare i panda dall'estinzione. Sia infine perché il Mercedes non me lo potevo permettere.
Evidentemente trattasi degli effetti collaterali del febbrone che mi ha assalito, penso fra me e me, poiché che io sappia non affittano stanze allo zoo.
Sto per appisolarmi fra un brivido e l'altro, quando la porta scorrevole, nipponicamente, si apre, e fa il suo ingresso l'ultima persona (se cosi la si vuol chiamare) che mi aspettavo venisse a trovarmi: Benjamin Rompi***** Price!
Ed essendo Benjamin Price, è conclamato qual dato di fatto che vada a scegliere il momento peggiore nel quale farmi visita: quando stavo per addormentarmi, appunto.
Faccio buon viso a pessimo gioco e stiracchio uno dei miei sorrisi di circostanza (AAHHH! l'educazione nipponica! AAHHHH!!! la cortesia giapponese!! AaaAHHH! La tauromachia!)
<<come stai, Ed?>> chiede Benji Pirla, oops, Price;
<<così così....>> rispondo laconicamente, e intanto penso:
"Ma sei interdetto???Hai problemi di connessione fra le sinapsi? I tuoi neuroni funzionano ? O meglio: hai dei neuroni?? O possiedi una testa giusto per lo sfizio di separare le orecchie?? Sto in punto di morte, sto! Potrebbero usarmi come piastra per gli Okonomiyaki!!"
<<ero passato a vedere...>> la butta là, lui.
E io: <<grazie, gentile da parte tua...>> e intanto penso:
"Ma tra tutti i momenti sbagliati dovevei scegliere proprio quello PIù sbagliato???"
<<se ti dò fastidio, dimmelo, non c'è problema, me ne vado...>> continua lui, mogio e titubante.
"Che il genio della fisica quantistica si sia accorto che non era il momento opportuno? Forse dovrei riveere la mia mimica facciale..."
<<no, no che dici!! Anzi! MI fa piacere..>>, rispondo io, rassicurante e falso come un biglietto da un milione di Yen.
<<allora, posso sedermi qua?>> e indica una sedia vicino alla finestra.
"Ma che ti pensi che abbia, la peste nera? Guarda che è solo influenza.."
<<se vuoi, puoi sederti pure più vicino...>>
"Che tanto non ti sbrano, per oggi...".
<<mark mi ha detto che stanotte te la sei passata maluccio..>> insiste, l'Einstein de noantri:,
<<beh, sì, in effetti..sono stato meglio...>>, minimizzo io, stoico, eroico come un antico samurai, e intanto penso: "Sta a vedere che si è iscritto al campionato mondiale degli stronzi e vuole arrivare al podio..."
<<ma come pensi che ti sia potuta venire?>> chiede, ansioso.
"Me l'hanno portata gli GNOMI!!". Sto per esplodere. Erano anni che non sentivo una sequela di luoghi comuni e cavolate di questa portata...complimenti...
<<mi sa che ho preso freddo...E poi, non avevo mangiato niente dalla mattina prima...Può darsi che fossi più debole del solito..>> rispondo invece, nipponicamente corretto.
<<okappa....Senti, ci vediamo più tardi, adesso c'è allenamento, poi magari ti vuoi riposare, eh?>>. Premuroso, il cogl***! Certo che mi voglio riposare. Mi stavo volendo riposare anche prima, quando sei entrato in camera, ma fa niente...
<<va bene, alloora, ciao...>> ribadisce.
<<ciao. E grazie della visita.>>
"A buon rendere. Quando ti viene l'AIDS fulminante, oppure l'Ebola Marburg, o una polmonite con complicazioni letali, approfitterò per farti visita mentre stai per tirare le cuoia...così vediamo quanto sei socievole tu!"

***********************************************

Se mai c'è stata una vittoria più netta per abbandono dell'avversario, mi ci gioco le mutande...Anche se, per la verità, avrei preferito stracciarlo in altre e più calcistiche circostanze...Ma devo dire che, sebbene la situazione non mi fosse certo favorevole, ho ricevuto una certa soddisfazione dal suo imbarazzo...
Ora, non vorrei che alcuni di voi si facessero un'opinione errata del sottoscritto. Premetto che nei confronti del succitato mostro di genialità non nutro nessunissimo complesso d'inferiorità o altre amenità simili di Freudiana e Junghiana memoria.
Semplicemente non ci piacciamo troppo, a vicenda. Sarà una questione di mera incompatibilità caratteriale, o dipenderà dal fatto che io mi senta ingiustamente svalutato come giocatore, quando non credo affatto di valere meno di lui...Oppure, da parte sua, potrebbe darsi che si senta minacciato dal fatto che il secondo portiere non gli è affatto secondo. In niente.
Tant'è.
Ma mi è parso di notare un tentativo di venirmi incontro, qualcosa che non gli avevo mai visto provare prima...Qualcosa che neppure io, forse, sarei stato in grado di fare, nei suoi confronti: muovere il primo passo, ingoiare l'orgoglio, e interessarmi a lui non solo come oggetto dei miei riti VOODOO, ma anche come persona...
Devo rifletterci sopra....ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ.........

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Vengo ridestato da un pensiero molto profondo, da una manina piccolina e fresca che sento posarsi prima sulla fronte, scostando i capelli umidi di sudore. Poi sulla guancia sinistra. Poi sulla destra. Poi sul collo....

<<che fai, tocchi?!>> esclamo. Anzi esclamerei, se non fossi bloccato a metà dal fatto che dalla mia gola non escono suoni definibili come umanamente tali, ma strani smozziconi soffocati, in qualche modo simili a ragli di un asino strangolato a morte da un contadino incazzato.
<<lo sai che sei proprio buffo?! Non ho capito niente di quello che hai detto!>> ride, lo GNOMO...Oddio..gli gnomi sono arrivati davvero! Allora me l'hanno portata loro la febbre! E' stata Hamaterazu che in risposta alle mie preghiere ha commissionato il lavoro a Babbo Natale, che l'ha smistato agli gnomi! Per questo era uscito così male...Mai fidarsi di qualcosa che misura meno di 30 cm ma non è una pompa per biciclette!!
...Evidentemente, STO DELIRANDO.
Aguzzo meglio la vista, e mi accorgo che il *cosino* con cui sto cercando d'avere una conversazione, non è un piccolo aiutante di Babbo Natale (e non mi riferisco al cane dei Simpson), bensì il mio amico Danny.
Sta ancora ridacchiando serafico delle strane onomatopee che mi fuoriescono dalla bocca quando cerco di esprimermi, eppure negli occhioni del ragazzino noto qualcosa che somiglia molto a sincera preoccupazione.
<<sai, credo che tu abbia perso la voce...>> Fa, con la sua, piccina piccina, mentre continua a palparmi impunemente...Io annuisco, e lui continua, simile a un giradischi con la puntina rotta, parlando a raffica come al suo solito:
<<mi sono preoccupato, perchè Benji ha detto che stavi male male... E allora appena è finito l'allenamento..no, appena appena subito no, perchè ho dovuto fare la doccia..poi ho fatto un po' di merenda perchè avevo famissimissima ma pochina sennò a cena non mangio poi..eh già, perchè io devo crescere...>>
"Sì, speraci.." penso io, e intanto lui continua a parlare a macchinetta:
<<dopo merenda il mister ci ha voluto dire un po' di cose..ma ecco appena appena ha finito sono subito venuto qui, perchè sono preoccupatissimissimo io...>> confessa, guardandomi in faccia e palpandomi di nuovo dappertutto.
<<hhh....mm..hh..i?>> Mi esce dalle labbra, nemmeno fossi Donzauker. Il Meganoide, non l'Esorcista.
<<eh? Non ho capito niente...>> chiede lui, tenerissimo, avvicinandosi con la faccina.
<<chhh...rh..snnhh?>> Riprovo io, disperato perchè non c'è Khoros a tradurre quello che emetto. Però, che figata..sembro Darth Vader!!
<<aaah! Che ore sono!!? Hai chiesto che ore sono!>> saltella felice il Leprecauno, facendo andare su e giù la testina tonda, ma proprio tonda tonda, in segno di assenso.
<<sono le 7..cioè di sera però non di mattina. Perchè se erano le sette di mattina voleva dire che il mister ci aveva tenuto a parlare taaanto tanto, e allora era ora di cena, e poi dovevo fare cena, e poi dovevo andare a letto, sennò domattina non mi svegliavo mica! Ti pare?>>.
Non fa una grinza.
Lo guardo un po' intenerito.
Mi fa sempre quest'effetto qui, questo cosino straparlante.
Sarà invadente, appiccicoso, inopportuno..ma è così adorabile!
E' da quando era ancora più piccolino di così che gli voglio un bene gigante!
Eh..che c'è?! Sì, è stato più piccolino di così. E no, non serviva la lente d'ingrandimento per vederlo. Anche se forse....
Le sue manine continuano a tocchicciarmi, spostandomi i capelli dal viso, accarezzandomi le guance, tenendomi le mani.
Poi il suo visino si fa vicinissimo al mio, e sento un bacettino piccolo come lui posarsi sulla mia gota sinistra, prima di vederlo arrossire tutto e di sentirlo sussurrare:
<<io ti voglio tanto bene, sai?!>>
Lacrime di commozione e tenerezza mi si affacciano agli occhi, e poso la mia mano sulla sua testina sferica, accarezzandolo dolcemente.
<<anch'io...>> riesco, non so per quale miracolo, a dire in modo comprensibile.
Lui sorride, mi rimbocca le coperte, poi si avvia verso la porta facendomi ciao ciao con la mano destra, minuscola come lui.


************************


Ho continuato a pensare a quella virgolina umana finchè qualcuno, folgorato forse da un lampo di genio improvviso, non ha pensato che, essendo due giorni due che non mettevo niente nello stomaco, magari mi stavo sentendo peggio di quanto già non stessi. E ce ne vorrebbe, aggiungerei.
La porta si riapre con un fruscìo, non molti minuti dopo che Danny è uscito dalla stanza lasciandomi solo, a pensare non più a *Lei*, ma a lui.
La faccia di Lenders precede un vassoio stracolmo di ogni ben degli Antenati (in senso nipponico, non di Hanna & Barbera. Ti ci voglio, sennò, a masticare le pietre!) che il nostro attaccante di punta è riuscito a trascinare fin qui senza rovesciare e rovesciarsi tutto per le scale.
Sorridente si avvicina al letto, e senza parlare mi aiuta a tirarmi su. Fisicamente, non di morale.
Mi appoggio ai cuscini, mentre lui mi posa il vassoio in grembo e, dolce come una salina siciliana, mi fa:
<<ora non t'ingozzare, però. Lo so che hai fame e che sei un pozzo senza fondo, ma datti una regolata...>>
<<m..ch..c..zz...v?!>> Rispondo io, piccato. E ritornato afono.
[Traduzione: ma che cazzo vuoi?!]
<<eh, che cazzo voglio..voglio che non fai indigestione come al tuo solito, sennò stanotte, fra il raffreddore e lo stomaco troppo pieno, a noialtri ci tocca solo che chiamare Zubin *METAL* per dirigere l'orchestra.>>
"Ma come siaaamo comprensiiiiivi! E poi è Zubin METHA, non METAL, troglodita!" penso, e non provo neanche a verbalizzare vocalmente. A meno che non voglia che quello che rimane delle mie tonsille non se ne esca, con un carpiato da campione olimpico di tuffi, dal mio orifizio orofaringeo (la bocca, per gl'ignoranti. Come Lenders.)
<<fai *aaaaah*>> esordisce poi, in un attacco di mammite acuta, pretendendo d'imboccarmi come se fossi piccolo...come..Danny!!
I miei occhi al pensiero del piccino della squadra assumono la forma a cuore che hanno quelli di Spank quando vede la sua adorata Micia.
Ma che accidenti mi sta prendendo?
Va bene delirare per la febbre, ma questo è un'altra cosa! Danny è mio amico..dalle elementari! E poi è un maschio!
Scuoto la testa sovrappensiero, mandando a troie il tentativo di Mark di insaccare il cucchiaio di minestra nella mia bocca rimasta aperta e sguarnita come una porta difesa da Alan Crocker.
Col risultato di far finire tutta la suddetta zuppa sul lenzuolo, e di far incazzare il suddetto Mark come 4 faine idrofobe.
<<ohmacheccazzofaihaibevuto?!>> Mi urla in faccia, in un modo che farebbe atterrire anche un Predator.
<<ma tu guarda che casino che hai combinato! Che scherzi sono mettersi a scuotere la testa mentre uno ti dà da mangiare, rincoglionito di un portiere afono! Eh?!>> e continua con un'altra filippica di altri venti secondi, parlando, no, urlando tutto attaccato come un codice fiscale.
"Dì la verità...sei incazzato perchè hai sbagliato un goal a porta vuota..." mi viene da pensare..e da ridere.
Lui, giustamente, mi vede ridere e s'incazza il triplo.
Molla lì il vassoio, guardandomi sdegnato, e mi prende a ciabattate sulla testa.
<<ahiaaa!>> ho la forza di ribellarmi vocalmente, ma non di difendermi fisicamente.
E un groppo tremendo mi si forma in gola, proprio come quello di un bebè che non capisca perchè la mamma lo stia sgridando, dopo che lui ha così spiritosamente spruzzato tutta la pappa attorno come se fosse un idrante esploso in faccia ad un pompiere.
Le lacrime che Danny mi aveva suscitato per commozione, risalgono di nuovo la china dei miei occhi e iniziano a scivolare abbondanti sulle mie guance in fiamme, andando a far compagnia alla minestra sulla mia giacca del pigiama.
Lenders mi guarda con la ciabatta a mezz'aria nella mano, a dir poco basito.
Che può capirci lui, in effetti: una reazione simile non è da me.
Se sapesse che piango per la figuraccia di stamattina, sommata al dolore della relazione spezzata, all'umiliazione dell'esser stato trovato svenuto nello spogliatoio, ma più di ogni altra cosa, al fatto che ho il terrore di essermi innamorato del piccolo Mellow...
Altro che quella faccia lì, farebbe!!!
Invece si limita a raccogliere la minestra caduta con il cucchiaio, a pulirmi la faccia dalla pastina e dalle lacrime ed a metter via il vassoio.
Interdetto, mi osserva tremare e piangere, piangere e tremare, senza ritegno.
Coi miei antenati che si rivoltano nella tomba, all'idea di un successore tanto degenere e privo di ogni senso del contegno formale e morale.
<<eddai..scusami..no, dai Ed..non fare così..Ed..eddai..Dai Ed...>>
Mi riscappa da ridere per quello scioglilingua che pare l'unica cosa che riesce a pronunciare la Tigre.
Ma cerco di trattenere lo sbuffo di risa, che diventa uno sbuffo di singhiozzi.
Peggio che mai.
La porta si scosta e ricompare "Sua Piccolezza", ignaro artefice del mio sconvolgimento emotivo..

Ma questo è argomento della prossima puntata..erhm..del prossimo capitolo.

-to be ricontinued-


Capitolo 4...crisi esistenziali molto Doujinshi:

SPOILER (click to view)
CAPITOLO 5°

-TOO BAD...?-

[Ariecchice n'antra vorta. Scusatemi. A forza d'avere a che fare con quei due borgatari di Lenders e Youma, ho iniziato a parlare coatto anche io.
Diciuevamo: eccociui di nuovo a voi...no. Così sembro quella checca di Solange...che già vista la piega che sta prendendo la Stupidfiction, non mi pare il caso di rincarare le dosi anche OOT. Anche perchè di siti e manga Yaoi su di me e su HYUGA(!!! Cioè, io e Landers! Capito?! Massipuòessere più fuori??!!! Io e LANDERS!! ahahahahahah!!!Geeesù!!) ce ne sono già a bizzeffe in rete. In tutte le lingue conosciute. Italiano, francese, tedesco, giapponese, TURCO!!! Va beh...viva la fantasia...che vi devo dire.
Ri-dicevamo: eccoci di nuovo qui per esporre il nuovo capitolazzo di questo stupido resoconto di un ritiro della nazionale juniores, che fino ad ora sembra orientato a diventare un tale casino, che al suo confronto, "Urusei Yatsura"[1] di Takahashi Rumiko sembra una passeggiata di salute e tranquillità.
Ad ogni buon conto eravamo rimasti al punto in cui io scoppiavo a piangere tale e quale quella femminuccia che vorrebbero farmi sembrare gli Yaoi che appestano internet.
Tsk!
E in quel mentre entrava Takeshi in tutta la sua piccolezza ed adorabilità....]


<<ehi! Mark! Perchè lo hai fatto piangere??!>> s'indigna il "virgolino", guardando costernato me, e irritato-quasi furioso il Capitano.
<<ehi..Danny no..calma..c'è un equivoco..io non l'ho fatto piangere!! E' che io...è che lui....>> si difende come può, la Tigre, che davanti a Danny diventa un gattino spaurito. E nessuno è mai riuscito a capire perché. L'ascendente di quel bruscolino sul molto più alto e muscoloso, ed anziano, compagno di squadra, è un mistero degno delle investigazioni di Roberto Giacobbo a "Voyager".
Il piccino si avvicina al *grosso*, e con aria esageratamente intimidatoria per la sua taglia, agita un ditino in direzione della faccia stupìta di Landers, e sentenzia:
<<sei cattivo, Capitano!>>
<<ma..ma..non sono stato io!!>> Si arrampica sugli specchi l'altro, con un'affermazione degna del miglior Bart Simpson. Peccato che alle orecchie di Mellow il Breve, non risulti altrettanto convincente.
Tanto che Danny, preso da una furia cieca, inizia a menargli calcini nel fondoschiena, e a spingerlo a spintine fuori dalla *nostra* stanza...
Io li osservo fra le lacrime e le risa: com'è, come non è, questi due riescono sempre a cambiarmi la giornata.
Alt. Non ho detto che riescano sempre a farlo in meglio...Ho solo detto che lo fanno. Punto.

Una volta cacciato "il turpe invasor", che aveva come unico torto quello di aver cercato di sfamarmi, e di essersi trovato per questo irriso, vilipeso e percosso, Danny si avvicina al mio letto con aria *torvissimissima* (come direbbe lui) e fissa con sommo sdegno le coperte e il pigiama macchiati di pastina in brodo, e quanto resta della medesima lasciato barbaramente a raffreddarsi nella scodella, sul comò.
Scuote la testina, serissimo, e sentenzia di nuovo, con la sua vocina da pulcino:

<<devo cambiarti le lenzuola. Devi cambiarti il pigiama..e la minestra è fredda! Che disastrissimissimo!!>>

Io l'osservo, la tenerezza mi chiude di nuovo la già serratissima gola, e le lacrime iniziano a mischiarsi al riso un'altra volta.
Al riso nel senso di risate. Non vi ho già detto che la minestra era con la pastina?!
E fate più attenzione, cavolo! Erhm. Scusate..
Dicevo, appunto, che le lacrime iniziano a mischiarsi al riso un'altra volta..col risultato di vedere Danny spalancare ancora di più i suoi già enormi occhioni ed assumere un'espressione costernatissimissima e tristissimissima; e di vederlo avvicinarsi a me, correndomi letteralmente incontro, e gettarmisi fra le braccia scosso dai singhiozzi anche lui.
<<noo! Perchè piangi!? Non voglio che piangi!! Ti voglio tanto bene!!>>
<<guarda che non piango di tristezza, scemino...>> sussurro, stringendolo e accarezzandogli il capino tondo: <<piango di commozione perchè sei troppo cucciolino e dolce!>>
E lui che fa, per tutta risposta? Inizia a stamparmi bacetti sulle guance, a pioggia, e mi si stringe addosso ancora di più:
<<anche tu sei tanto dolcissimissimo, Ed!!>> aggiunge, tra uno schiocchino e l'altro, arrossendo come un pomodorino e finendo per seppellirmi la testina in petto.
"Sta a vedere che gli Yaoi alla fine, hanno ragione? Se non è una scena sdolcinata e un po' *omo* questa qui...", mi viene da pensare, chiudendo gli occhi e stringendolo forte a me.
..E pensare che non era ancora finita..
Ci sono cose, che un uomo non dovrebbe mai dire o pensare, in vita sua.
Cose come "E' tutto sotto controllo" et similia, ad esempio.
Perchè esiste una famigerata Legge, detta "Legge di Murphy", che recita al primo capo: "Se qualcosa può andar storto, ci andrà."
E vi assicuro, che a differenza delle famose massime da karateka di mio padre, Murphy ha il pregio..o il difetto, di cogliere sempre, esattamente, puntualmente nel segno.
Altro, che i tiri di Oliver Hutton!!

***************

Ci siamo addormentati così, coccolandoci a vicenda, tornati bambini nonostante i rispettivi 16 anni miei e 13 suoi.
Una parte di noi, quella affettiva, non sembra voler dare segni di adeguarsi all'età che avanza (eeeeh, esagerato, direte voi! Manco fossi Matusalemme!), e continua ad aggrapparsi a questi sfoghi affettivi da bambini delle elementari, come un annegato si aggrappa ad una pagliuzza pur di continuare a rimanere a galla.
Almeno è quello che mi verrebbe di pensare, se al risveglio non avessi sentito una sensazione umida e intermittente sulle labbra, seguita, a livello cognitivo, da piccoli schiocchettini a ripetizione, e dalla sensazione persistente di un calore al basso ventre...inspiegabile.
Apro gli occhi, e mi ritrovo nei suoi, immensi, tenerissimi e velati da un'emozione che, lì per lì, rifiuto di riconoscere sebbene mi sia familiare per averla già vista in passato negli occhi di *lei*.
Danny mi sta soffocando, o rianimando, a suon di baci sulla bocca, abbracciandomi forte..ed io non riesco a fare altro che ricambiare.
Oddio..ma che cazzo mi sta succedendo?!
Io. Non. Sono. GAY!!!
Perchè allora mi sento così??!
Perchè quel formicolio nel petto, perchè questa testa che ronza, e non è per la febbre, perchè, soprattutto...quell'innegabile indurimento delle parti basse che passa comunemente sotto la definizione di *erezione*???!!
Aiuto!! Salvatemi!!! Non voglio!!! Non vog...*smack!..bciù!* *mmmh...*
non..vogl...*smackete*!

<<anf..anf...Ma...ti sei...anf..impazzito?!>>
Riesco alla fine ad esclamare, fra un'onomatopea baciottosa e l'altra.
<<sì...>> fa lui, rosso in viso e col respiro affannato quanto il mio:
<<sono pazzissimissimo di te!!>> conclude, con gli occhioni a cuoricino, appoggiandomi la testina sul petto e sorridendo come un ubriaco di rosolio.
Lì per lì sto per rispondere: <<anch'io...>> ma Hmaterazu me ne scampi e totani se lo facc...Azz..l'ho fatto. L'ho detto!!!!
Ho risposto così: *anch'io*. Anch'io ho risposto "anch'io"...sì..ci siamo capiti, facciamola poco lunga, va bene?! Sgrunt!
...Forse, in Febbre Veritas, come in vino?
<<davvero? Davvero davvero davverissimissimo??!!>> mi chiede il "virgolino del mio cuore*, guardandomi con quegli occhioni alla Candy Candy.
<<credo proprio di sì...>> rispondo io, Er Terence de noartri.
Ma Hamaterzu Santa, la voce mi doveva tornare proprio in tempo per dire questa marea di sdolcinatezze, dico io?!!
Non è che è il caso di smetterla di commissionare il lavoro agli Gnomi??!

<<allora io e te siamo fidanzati!>> Decreta, democraticamente in modo unilaterale e incontrovertibile, il mio *gnomettino*.
<<okay...>> è tutto quello che riesco a replicare. Resa incondizionata. Totale incapacità di reazione di tipo oppositivo. complimentoni, Warner...che popò di estremo difensore! E poi ci credo, che va finire che il titolare è sempre Benji....

<<però non ti sei ancora tolto il pigiamino...>>, riprende dopo un'altra salva di bacetti da togliere il respiro.
A proposito di respiro...come oni fa a baciarmi sulla bocca, che con la febbre e la laringite che ho, devo avere un alito da uccidere un cammello in Sudan anche se siamo nel nord del Giappone?!
Misteri dell'amore??! Boh...forse è anosmico.
Del resto, un nasino così minuscolo non può assolutamente servire a nient'altro, che non sia fare da complemento d'arredo sulla faccia...
Un momento...ha detto *TOLTO il PIGIAMINO*, oppure ho le orecchie che ricevono segnali porno dal mondo Yaoi Manga, al punto tale che ho *creduto* che l'abbia detto??!!!
<<cosa?!>> basisco, allo scopo di indurre il mio piccino a replicare la performance. Masochismo tipicamente nipponico.
Ne aveva ben donde la Gialappa's a sfotterci, a "Mai Dire Banzai".
<<ho detto che non ti sei ancora tolto il pigiamino...>>
Ecco: l'ha detto. Non dire che non te la sei voluta, Wakashimazu Ken!
(Passo sempre al Giapponese, quando devo infierire su me stesso).
La buona notizia è che le mie orecchie funzionano perfettamente.
La cattiva notizia è che il piccolo criminale qui, mi vuole vedere nudo....

Oppure sono io che, malgrado l'udito a posto, ho frainteso completamente il messaggio?
Lo scopriremo, come diceva Battisti Lucio-San, e la Gialappa's band succitata, solo vivendo.

To be ri-ricontinued.--


Capitolo 5. Quando nasce un amoooreee....*_*

SPOILER (click to view)
CAPITOLO 5°: "DON'T LEAVE ME ALONE..."

<<il..il pigiamino??!!>> replico dopo un istante, no facciamo due, ma anche tre, di pura, autentica costernazione made in Japan. Quelle con tanto di ombra e righettine verticali sulla fronte, e gocciolone che scende parallelamente alla tempia. Destra o sinistra, dove preferite voi.

<<sì, il pigiamino! Hai la febbre, scemissimo! Non vorrai mica dormire col pigiamino tutto fradicio di minestra?! Dai che lo togliamo, su!!>> risponde il seraficissimo angioletto tascabile, sorridendomi da sotto in su con tutta l'innocenza di questo mondo.

<<aaah! sì!! Me lo tolgo subito!!>> esclamo, sollevato.
<<ma non quiii!!>> fa lui, arrossendo e coprendosi gli occhioni con le manine. Come se non mi avesse mai visto nudo, negli spogliatoi della squadra...ah ma giusto, ora le cose fra noi sono *radicalmente* diverse. Nel senso più ampio del termine.

<<ah..sì..va bene..vado al bagno allora..>> e cerco di alzarmi in modo da non rotolare Takeshi per terra; miracolosamente ci riesco, grazie a doti atletiche non indifferenti, coltivate in anni di duro allenamento nelle arti marziali e patapim e patapam e bla bla bla. Lo sapete, tanto, cosa faccio. Quindi smetto di tirarmela, che sennò somiglio troppo a Benji *Ce l'ho solo io* Price.

La manovra successiva richiede tutte le acrobatiche doti di cui sopra, visto che si tratta di restare in equilibrio malgrado un febbrone allucinante; roba che se mi buttassero un secchio di ghiaccio addosso, lo stesso sublimerebbe immediatamente dallo stato solido al gassoso.
Il secchio, non il ghiaccio.

Rimbalzo in effetti contro svariati spigoli, cercando di sfruttarne la spinta come sono solito fare coi pali della porta. Che però non sono spigolosi.
E soprattutto non sono ad altezza PALLE.

Ingoiando una serie di bestemmie di proporzioni innominabili, roba da evocazione dei Grandi Antichi del Ciclo di Cthulhu, continuo a caracollare vistosamente verso la porta del cess..ops, del *Bagno*, che, non so nemmeno io come, riesco a infilare senza lobotomizzarmi contro uno stipite.

Intanto il virgolino sul letto mi guarda con amorevole attenzione, lasciandosi sfuggire una serie di risatine argentine come campanellini da elfo, invece di venire in mio soccorso...mi sa che pensa di stare assistendo a una puntata dei Pokemon!

La porta resta socchiusa, non ho la forza di voltarmi a chiuderla. Mi siedo sul water dopo aver abbassato seggetta e coperchio, e mi guardo allo specchio per un attimo, prima di iniziare a spogliarmi.
Ho l'aria così sbattuta, che sembro uno dei materassi di casa Landers presi a briscole furiose col battipanni dalla mamma di Mark la domenica mattina.
Due cerchioni in lega da SUV mi circondano gli occhi, rendendomi simile, tristemente, a Saotome Genma dopo la succitata secchiata gelata addosso.
La pelle è spenta, giallina più di quella dei Simpson, e ho un paio di *orrendi* brufoletti che mi stanno spuntando vicino al mento.
Inorridisco, alzandomi di scatto e vacillando ancora, mi reggo al lavandino per contemplare lo scempio da distanza ravvicinata....Un disastro totale!
Sospiro. Mi sbottono la casacca del pigiama e osservo il mio torace glabro. Due giorni di dieta zero e il chiletto e mezzo in più è un ricordo ancestrale, perso fra le nebbie del tempo.
Dovrei esserne contento, ma non mi reggo in piedi, per cui mi passa subito la voglia di ballare una Giga per la felicità.

Sedendomi di nuovo, mi libero anche dei pantaloni, e cercando di non cadere, mi volto per alzare coperchio e seggetta e fare un filino di plin plin.
Anche se non sono Zoolander (che per i non cinefili, non sa girarsi a sinistra), la manovra mi riesce malissimo, e incoccio in pieno con la fronte contro la cabina della doccia, procurandomi un bernoccolo pazzesco che va a fare pendant coi due brufoletti infernali, peggio di Youma coi Fratelli Derrick quando si cimentano nella "Catapulta".
Ora sono così orripilante, che potrei tranquillamente fare l'attrazione principale nel circo dei Freak di Barnum.
Mentre cerco di "mingere", inizio a esser scosso da stupidi sussulti di risa isteriche, che pian piano scemano in singhiozzoni, il cui unico scopo, penso velenosamente, è quello di impedire alla mia *plin plin* di centrare la tazza.
Inizio a piangere di nuovo...se non ci fosse Takeshi di là, credo che mi aprirei le vene con una lametta da barba..Ne ho anche un set nuovo nuovo, ma per adesso non me ne faccio di nulla.
I brufoletti spuntano. La barba no.

*********

Dopo secoli di attesa, la tanto sospirata plin plin si decide a terminare di uscire, dolorosamente, dalla mia vescica. Ci mancava solo la cistite; in compenso con la coda dell'occhio, riflesso nello specchio alle mie spalle scorgo un movimento che mi fa *schizzare*. Letteralmente.
La pipì. Sulle pantofole. Nuove.
Le fottutissime ultime gocce che si ostinano a non lasciarti, nemmeno se ti scrulli per un'eternità, al limite della masturbazione, come diceva "Gunny".
Il sussulto non rimane inosservato all'intruso, che si rivela essere Takeshino mio, preoccupato per tutto il tempo che ci stavo mettendo a togliermi il pigiama.

<<ma che hai? Perchè salti così?!>> chiede, preoccupato.
"ma niente, tesoro...mi stavo allenando a ballare l'Alligally!" mi viene di pensare, sarcasticamente.

<<mi hai fatto spaventare...ho visto il riflesso nello specchio ma non avevo capito che fossi tu.>> Rispondo, invece, rassicurante a più non posso.

<<e chi dovrebbe essere, scemissimissimo! Siamo solo tu ed io qui!>>

Le ultime parole famose...la porta della camera si apre ed entrano i due casinisti, non del Pianeta Yatsura, del pianeta Terra: Youma e Lenders sono tornati fra noi, per la gioia di un povero disgraziato seminudo, con le mutande all'altezza delle caviglie, e che è rimasto letteralmente con il C***o in mano, davanti a un ragazzino di 13 anni che lo fissa stranito: ci sono gli estremi per la denuncia per pedofilia.
E questo, a quanto pare, è definitivamente troppo per il mio povero sistema nervoso, che si decide pietosamente a collassare, spegnendo la luce nel cervello e facendomi crollare sul pavimento.. permettetemi una citazione cinematografica:
"Come un pezzo. Di stoffa. BAGNATA!"
Ah..per chi non lo sapesse, è Gene Wilder in "Frankenstien Junior."

************

Riprendo i sensi nel cuore della notte. La radiosveglia sul comò segna le 03,45.
Youma la Motosega umana sta russando come un branco di orsi incazzati.
Lenders di tanto in tanto gli fa da contrappunto musicale.
E, udite udite, le mie orecchie non riescono a crederci: sta russando anche Takeshino mio!!
Sì, lui, quello piccino, tenero, tanto carino, con la testina e le guancine tonde, la vocetta piccolina e un nasino che in mezzo alla faccia, gli fa giusto da Feng Shui!!
Il mio virgolino fa un bordello boia, ora che ci faccio caso...
E' decisamente la mia giornata..no, le mie due giornate..mmh..no. Le mie due giornate E MEZZO no.
Mi alzo incurante della febbre, e barcollando un po' mi avvicino al lettino di Takeshi, cercando di farlo girare su un fianco per farlo smettere di allenarsi a fare il turbojet.
Lui ronficchia, mugola, si gira piano verso di me e sorride.
Io sprofondo in un brodo di giuggiole e rimango, con gli occhioni pieni di stelline, a fissarlo come un ebete fatto e rifinito; non riuscendo a resistere, infine, alla tentazione di stampargli un bacio in quelle guancine rosa, tenere e morbidissime.
"Bciù!"
Piano piano, mi rialzo e colto da un impulso suicida, mi infilo la giacca della tuta sul pigiama e mi dirigo verso la terrazzina prospiciente la stanza.
Tanto con questo concerto, non si dorme più, stanotte.

*******

Il cielo è impunemente limpido, vigliaccamente esteso e spudoratamente stellato.
Si vedono pezzi di Via Lattea incuneati ad arte fra una costellazione e l'altra, come un brillante e doloroso pulviscolo di diamanti, schegge purissime e acuminate, di una bellezza così spaventosa che ti si conficcano dritte nel cuore senza che tu possa farci nulla.
Sospiro di beatitudine, rabbrividisco di febbre.
Mi accendo una sigaretta e siedo sulla sdraio da giardino, pensando agli ultimi giorni:
cosa ne sarà di me, di noi, ora che questo sentimento nuovo, bellissimo e terribile si è affacciato sulle nostre giovani vite, stravolgendone il corso, simile a una piena improvvisa che rompa col suo impatto gli argini di un fiume tranquillo?
Cazzo..però quando mi ci metto, sono un poeta coi controcoglioni, eh??
Senti qua che robina che ho tirato fuori...ma quanto ci capisco? Ma chi sono??!
E arifacce con la Sindrome Price.
Dev'esser contagiosa più della varicella, mi fa l'idea.
Sorrido fra me, scuotendo la testa e aspirando una bella boccata di fumo.
Dentro la stanza, il concertino continua, senza il mio aiuto stanotte.
Domani, forse Takeshi si sarà scordato di tutto quello che è successo, stordito com'è.
Oppure l'avrà scambiato per un sogno strano che ha fatto, dormendo.

Quanto a me...mi darò il tempo per pensarci.
Il cervello non mi ha mai fatto difetto, la cautela nemmeno.
Sono il "saggio" della Toho, io, malgrado ogni tanto perda le staffe.
Del resto lo fanno anche i santi...
E se poi, invece, scoprissi di amarlo davvero?
E se lui non mi amasse affatto, alla fin fine?
E se, malgrado la mia antipatia per i manga Yaoi, mi scoprissi veramente "Gaio", allora cosa farei??!

Mi prendo la testa fra le mani, con la sigaretta che penzola dalle labbra, peggio di quelle mitologiche e tutte storte che si fuma Jigen Daisuke.

Vorrei tanto che qualcuno potesse aiutarmi.
Ma come spesso, molto spesso mi succede nella vita...sono solo.

Solo.

to be continued. Again--


Capitolo 6: sempre più Yaoi...

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CAPITOLO 6°. "ALONE IN THE DARK?"

Come un coglione, finisco per addormentarmi sulla sdraio, in pigiama e giacca della tuta, con le lacrime che mi si seccano attorno agli occhi cerchiati di scuro; la febbre è ancora qui, ed è la sola che non mi abbandona, in questi giorni...

***************

Il mattino arriva prima del previsto, ma io non me ne accorgo.
Continuo a russare a bocca aperta, senza un minimo di decenza, e probabilmente facendo anche i palloncini dal naso, nel pieno rispetto della tradizione fumettistica del Sol Levante.
Mi risveglio solamente quando mi sento scuotere svariate volte, con mozziconi di frase che arrivano alle mie orecchie da un'altra dimensione:

<<e...sveglia! E ..azzo! V..glia!>> Voce aliena numero uno.
<<ma che è, morto?!>> voce aliena numero due.
<<ma quale morto e morto, non lo senti come russa?!>> voce aliena numero uno, again.

Apro gli occhi, sbattendoli, infastidito dalla luce, e la prima cosa di cui mi rendo conto è che il mal di testa è scomparso.
La seconda, invece, è che qualcuno mi ha messo una coperta pesante addosso, ed è per questo che non devo aver preso più di tanto freddo, la notte passata.
La terza, infine, è che le voci aliene uno e due appartengono a Mark e a Clifford, che mi osservano con lo stesso interesse che un collezionista di francobolli dedicherebbe ad un rarissimo, preziosissimo "Gronchi rosa".

<<mh..erhm..ragazzi...che ore sono?!>>

<<bentornato fra di noi, bell'addormentato. Ronfato bene?>> mi chiede Lenders, ghignandosela.

<<sono le 11 e mezza; ti abbiamo lasciato dormire perchè con la febbre che hai avuto, non era il caso di svegliarti e farti scendere fra noi comuni mortali..>> mi risponde il bestione, Youma, sorridendo.

<<le undici e mezza??!! Ma che cazzo..io..ho dormito qui?!>>

<<ah, facciamo progressi! Di questo passo la medaglia d'oro per la Prontezza non te la leva più nessuno!>> rincara la dose il *caro* Mark, sempre ridendo di gusto.

Sollevo la testa dalla posizione *amica della cervicale* in cui ho dormito, sentendo un doloretto molto familiare al complesso muscolare trapezio-deltoide-scapolare.
Peeerfetto: anche una bella contrattura. Ora sì che siamo a posto!

<<ho un po' fame...>> la butto lì, rialzandomi meglio che posso;
ho la testa leggera, che gira come una trottola, facendo sì che per alcuni istanti non veda che uno schermo nero puntellato di piccole lucine danzanti.
Una mano mi afferra prima che sbatta la zucca contro la ringhiera, e quando riesco di nuovo a mettere a fuoco mi rendo conto di quanto poco ci sia mancato prima che cadessi di sotto dal balcone.

<<siamo in vena di suicidi mattinieri...>> dice Clifford, sostenendomi. Poi, il brontolio del mio stomaco si fa udire chiaramente anche dai miei compagni, che invece che scoppiare a ridere amplificando in esposizione geometrica il mio già mostruoso e fantozziano imbarazzo, si limitano ad annuire ed a riaccompagnarmi dentro.

**************

Mi fanno sedere sul letto, dove io mi accascio stile sacco di patate, addossandomi con la schiena dolorante contro i cuscini; in quel mentre, provate un po' a dire chi entra nella stanza...su che è facile?!..Dai??
EEeeesatto!
Danny, o Takeshi se preferite, fa capolino dalla porta con una cera che non mi piace per niente.
E' pallido, ha le labbra bluastre e l'aria di uno che abbia appena rimesso l'anima.

<<suki!>> esclamo, stupidamente, facendo coming out nella maniera più clamorosa ed idiota che sia possibile.
Mark e Clifford sgranano gli occhi.
Si voltano all'unisono verso di me.
Mi guardano a dir poco allucinati.
E sempre all'unisono, esclamano/domandano:

<<suki?????!!!!>>>

Io comincio a guardare in giro e a balbettare in modo incoerente, mentre il mio viso passa dal rosa scuro al magenta per virare infino su un bellissimo rosso cardinalizio.

"Suki" dal canto suo è rimasto inchiodato dove si trovava, e il suo visino, pallido fino a pochi secondi prima, è diventato di uno splendido rosso pompeiano.
Niente da dire, c'intoniamo che è una vera bellezza.

<<spero che tu stia scherzando.>>
Dice Mark, guardandomi fra il severo e lo schifato pesante.

Lo sguardo e il viso di Clifford sono impietriti.

<<mi era parso di vedere Shinobu, Mark...>>

invento lì per lì, mettendo in corner una palla che si stava insaccando al 7 senza che io muovessi un dito.

<<ah...per un attimo ho pensato che tu fossi impazzito di colpo. O peggio: che fossi diventato frocio.>>

Il rossore mio e di Takeshi inizia a scomparire, e il piccolo mi lancia uno sguardo pieno di gratitudine, eppure, al contempo, allarmato.
Sembra che non riesca a capire se ho inventato una balla per coprire quello che c'è stato..c'è...c'è stato? quello. Punto, fra di noi, oppure se ho veramente avuto una traveggola da fame più che arretrata e l'ho scambiato davvero per la mia ex.

<<se hai addiritturra le allucinazioni, non è il caso che tu scenda per pranzo.>> Dice Youma, preoccupato per la mia *salute* -e chiamala salute...pfh!.

<<no, in effetti è meglio che resti qui..anzi, vista la faccia che ha Danny, direi che sia meglio che rimaniate qui tutti e due.
Vi porteremo su il pranzo noi, e spiegheremo la cosa al mister.>>
Mark quando ci si mette, è davvero impagabile.
Youma assentisce di nuovo, e inizia ad avviarsi fuori dalla porta.
Lenders mi guarda, poi guarda Danny per qualche istante, come se non l'avesse bevuta del tutto, la storia di Shinobu...infine fa:

<<fatti una doccia e mettiti a letto, Danny. Hai una cera che fa spavento.
Te la sei beccata anche tu, mi sa...>>

Il mio piccolino fa sì con il suo capino tondo, e senza proferire sillaba si avvia in bagno.
Le due porte, del bagno e della stanza, si chiudono contemporaneamente, lasciandomi di nuovo solo "Come un gambo di sedano", come direbbe la Littizzetto.

**************

L'acqua della doccia scroscia per un tempo che mi pare interminabile, mentre io mi faccio sopraffare da mille pensieri e problemi che al momento mi sembrano senza soluzione.
Finisco non so come per perdermi in mezzo alle seghe mentali, come non facevo dal tempo in cui, ospedalizzato, temevo per il prosieguo della mia carriera calcistica, incalzato da mio padre che mi voleva karateka a vita.
Dopo un lasso di tempo che non saprei quantificare, sento una manina calda che mi sfiora la guancia sinistra e sussulto.
Devo essermi appisolato, e lui, uscito dalla doccia, è venuto a vedere come stavo...è così tenero il modo in cui mi guarda, pieno di dolcezza: ho una voglia matta di mangiarlo di baci, e allo stesso tempo una morsa di terrore che mi attanaglia le viscere, perchè' una parte di me non si capacita, non si vuole capacitare, di quello che ci sta accadendo.

<<suki...è bello il modo in cui mi hai chiamato.>> Dice la sua vocina piccina, mentre lui continua ad accarezzarmi la guancia.
<<per poco non rovinavo tutto...mi dispiace Danny, non volevo metterti in imbarazzo, o in *pericolo*, con gli altri.>>
<<sai che ti dico? Non me ne frega niente!!>> risponde lui, determinato, con uno sguardo adulto che non gli avevo mai visto.
<<ti voglio bene, te ne voglio davvero: quello che è successo ieri non è stato un sogno, anche se stamattina pensavo che fosse così...Poi mi sono svegliato per fare la pipì e ti ho visto a dormire fuori, con una faccina triste triste, che piangevi nel sonno..e ho sentito una stretta al cuore; ho capito che per niente al mondo avrei mai voluto vederti soffrire, e che tutto quello che voglio è vederti felice. E' FARTI felice.>>

Lo fisso esterrefatto, incapace di replicare.
Ha sempre avuto un coraggio ed una determinazione incredibili per la sua età, e per la sua persona, così "minima" e apparentemente delicata.
Ed eccolo qui, davanti a me, che parla con la maturità e la tranquillità che io non ho ancora saputo trovare, di un sentimento che prova e che, alla "veneranda età" di 13 anni e mezzo rischia di sconvolgergli la vita, rovinargli la carriera e i rapporti sociali.
Eppure lui, piccolo eroe, non se ne cura: pensa solo a me, a noi due.
E non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di scambiare questa decisione per incoscienza adolescenziale.

<<mi ...mi vuoi bene davvero?!>> rispondo io dopo un'eternità.
<<sì. Ti voglio bene. Tanto bene.>> Replica lui, serio, e poi mi fa uno dei suoi adorabili, tenerissimi sorrisoni che gli illuminano quegli occhi immensi e innocenti.

Prendo la sua manina con la mia, e la porto alle labbra.
La sfioro con un bacio, e la tengo stretta a me, mentre lacrime di gioia mi annegano la vista:

<<per ora sarà il nostro segreto. L'affronteremo insieme, piccolo cuore mio. Ti voglio bene anch'io, Suki-chan..ti voglio bene con tutto il mio cuore.>>

Finalmente, in un modo che proprio non mi aspettavo, la notte è finita.
Finalmente, non sono più solo nel buio.

to be continued???


Capitolo 7°: Yaoiiii...e altro.

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CAPITOLO 7°--"LA COMPAGNIA DEL BORDELLO"

**********

Hyuga-Lenders e Jito-Youma tornano verso la nostra camera con un paio di vassoi e due facce talmente impostate al dispiacere, da far invidia alle prèfiche siciliane prezzolate.
Lenders è il primo ad entrare in stanza, ed ha la prontezza di spirito di lasciare immediatamente anche il suo vassoio a Clifford, e lo stesso Clifford fuori dalla porta della stanza medesima.
Takeshi-chan ed io abbiamo avuto la malaccortissima idea di appisolarci sullo stesso letto (il mio), con il capino (il suo) sul petto (il mio) l'uno dell'altro...e qui puoi essere tordo quanto ti pare, avere gli occhi ricoperti di sashimi, e il quoziente intellettivo più basso di quello di un merluzzo surgelato....ma non mi pare sia rimasto molto da equivocare o da immaginare.
Facendo purtuttavia uno sforzo eroico, cosa che non gli è estranea fin dalla tenera infanzia, quando, perso prematuramente il padre, si arrabattava in mille lavoretti per aiutare la tribù (chiamala famiglia...4 figli, a casa Lenders..ci credo poi che il padre è morto. La mamma lo costringeva agli straordinari, probabilmente; e non per mantenere la prole..per fabbricarne altra! Poveraccio), pur continuando a frequentare la scuola e gli allenamenti di calcio.....
Mi sono perso in chiacchiere.
Facendo purtuttavia uno sforzo eroico, dicevo, Mark tenta di non *fraintendere* quanto le sue pupille stanno vedendo, e si avvicina a noi due begli addormentati: uno, il più piccolo, sorridente e tenero come un pulcino, addossato all'altro, io, che ronfa come un elicottero, con un braccio che circonda le spalle del primo, molto protettivamente.

Sento arrivare una scoppola sul lato sinistro della testa, che mi rintrona in una maniera, che nemmeno due giorni di febbre e dolori sono riusciti a fare:

<<che cazzo *fai*, pezzo di coglione?!>> mi apostrofa Sua Gentilezza, ricorrendo ad una delle sue migliori metafore da alta società, e glissando abilmente l'argomento...
..no, non sono rincretinito. Sono *sarcastico*.

<<roonfzzz* Stumpf* Ahia, ma sei scemo?!>> rispondo io, citando un capolavoro di Bruno Liegibastonliegi.

<<ti dice nulla il fatto che stai dormendo abbracciato a un ragazzo, che oltretutto, brutto pervertito che non sei altro, è anche ULTRA-minorenne??!! Se penso a tutte le volte che sei rimasto a dormire a casa *mia*...ai *miei* poveri fratellini...Ma io ti UCCIDO!!>>
Continua a sbraitare lui, incurante del fatto che la *sua* sberla sulla *mia* testa è stata così forte che sta facendo uscire sangue dal *mio* naso..

<<mark..calmati..non è come pensi...>> mi arrampico sugli specchi, sperando che non si cominci a sentire il suono stridulo delle unghie...

<<e come SAREBBE, sentiamo??!!>> chiede lui, con le palpebre così strette, che definire i suoi occhi come due fessure, sarebbe forzare eccessivamente il concetto stesso di fessura.

<<sarebbe che ci siamo addormentati. Io non sto bene, lui lo stesso...e poi dai, che cacchio di discorsi tiri fuori?! Come se fosse la prima volta che Takeshi finisce nel mio letto, da che ci conosciamo...>>

L'intenzione era quella di riferirmi a quando, fin da bambini ( Takeshi più bambino di tutti), ci ritrovavamo notte tempo nei ritiri scolastici, durante le trasferte di campionato, e lui, povero virgolino, spaventato dai tuoni, si rifugiava nel mio lettino, tutto tremante ed impaurito, per essere rassicurato e riuscire a dormire un po'.
Il solo pensiero mi strappa un sorriso talmente dolce che Mark, svelto come una faina (è di nuovo sarcasmo, per la cronaca), continua a fraintendere anche quello che non dev'essere frainteso.

M'incenerisce con un'occhiata al fulmicotone, come il tiro di Schneider, per capirsi.
Si avvicina ancor di più al sottoscritto -rammentate? quello indebolito dalla febbre, quasi 3 giorni di digiuno..
E mi sibila a qualche centimetro dalla faccia:

<<ah, praticamente mi stai confessando che *concupisci* questo ragazzino fin da quando faceva ancore le elementari, eh?! >>

<<guarda che le facevo anch' io, a quel tempo, le element....>> cerco di replicare. Ma lui mi ha già afferrato per il collo e mi sta strangolando, come Homer Simpson è solito fare per dimostrare il suo amore a Bart, il suo "Bacarospo".
Solo che Mark non mi sembra molto affettuoso...

In quel momento Takeshi (o Danny) apre gli occhi, e Youma (o Jito) entra nella stanza, stufo di fare anticamera peggio che se dovesse aspettare d'essere ricevuto dal ministro dell'Interno in persona.

Questi - Jito, non il ministro dell'Interno - si ritrova invece davanti il ministro dell'Attacco (Lenders/Hyuga; non il vostro Ignazio Larussa) che sta, appunto, attaccando al muro me, come se fossi un poster molto carino (permettetemi questa piccola concessione alla mia vanità).

Takeshi, invece, cerca di staccare le zampe della Tigre dalla mia povera gola; impresa disperata visto che Mark è qualcosa come 15 cm più alto di lui e altrettanti chili più pesante. E il peso in più è tutto composto di muscoli.

Nel qual mentre io, karateka che son io, karateka che non sono altro, in debito di cibo, salute ed ossigeno, cerco di assestare al mio Capitano un bel colpo negli zebedei, di quelli che ti fanno passare all'istante il giramento di palle, per sottrazione fisica degli ammennicoli medesimi dalla loro usuale locazione.
Ma facendolo, consumo il poco ossigeno che la Tigre mi stava ancora concedendo per sopravvivere, e a quel punto:
Buio in sala.

**********


Quando mi riprendo, non mi trovo nel mio letto.
Non mi trovo nemmeno nella mia camera, ora che metto meglio a fuoco l'ambiente che mi circonda.
La stanza è bianca, di un bianco tendente a quel grigino monotono e triste, come solo le infermerie e le stanse d'ospedale sanno essere.
Ho una flebo infilata nell'incavo del gomito sinistro, la gola mi fa un male d'inferno e la testa è decisamente sul limite della rottura, a giudicare dai dolorosissimi segnali che m' invia: ritmati, rimbombanti, ossessivi come il suono di un tamburo tribale.
Mark è seduto in fondo al lettino, e mi fissa.
Ha l'aria ancora decisamente inversa, ma sembra essersi calmato molto.
Soprattutto dopo che, come apprendo in pochi minuti dalla mia piccola machinette à parler preferita -Takeshino mio, seduto sul letto dalla parte del mio fianco destro- ha rischiato veramente di levarmi dal mondo.
Le sue botte ed i tentativi di strangolamento ai miei danni, vanamente osteggiati dal duo composto dal peso minimo e da quello massimo della nazionale giovanile, hanno finito per provocarmi: una leggera commozione cerebrale, un occhio nero, un labbro spaccato e un principio di soffocamento; non necessariamente in quest'ordine.

Sono dovuti intervenire Philip Callaghan (Hikaru Matsuyama) e Paul Diamond (Mamoru Izawa), che, allarmati dai rumori inquietanti uditi fin dalla stanza accanto, sono arrivati appena in tempo per evitare che la furia della Tigre mi ammazzasse davvero.

Takeshi mi spiega anche, che è riuscito a far capire a Mark cosa io intendessi, con la storia del suo infilarsi nel mio letto fin da quando era molto piccolo.
E che è pure riuscito a fargli entrare in zucca che fra noi due, non c'è nulla di strano (fisicamente, almeno. Ma questo ha evitato di specificarlo. Hamaterazu lo benedica).
Non ho capito bene, comunque, se il fatto che Lenders sia ancora un po' imbestialito con me (o con noi due, a questo punto) sia motivato dalla gelosia...o dal fatto che sospetti che l'attuale*nulla di strano*, non escluda sviluppi compromettenti in seguito.

Frenate. Con gelosia non voglio significare che *anche* Lenders abbia una cotta per me.
Quello che intendo è che noi tre siamo stati sempre un trio.
E il suo scoprire che questo trio stava diventando un duo (Takeshi ed io) più uno (lui), probabilmente l'ha fatto sentire un po' tagliato fuori dalla nostra storica amicizia.

Ad ogni modo, tutto è bene quello che finisce bene.
O quasi, visto che io sono finito all'ospedale, più che altro.

*****************

Vedendomi sveglio, finalmente, Lenders si alza da sedere e, presa una sedia lì vicino, mi si siede accanto, dalla parte sinistra.

<<perchè cacchio non mi hai spiegato per bene come stavano le cose?!>>
"Ah..bentornato Ken. Sono felice di vedere che ti ostini a sopravvivere, nonostante tutto.
E il *tutto* include il mio tentativo d'omicidio nei tuoi riguardi." Penso io, dicendomi da solo le cose che dovrebbe dirmi o pensare lui.

<<p r..ch..nn..m..h..dt ..l..tmp!>>

Rispondo io, di nuovo dolorosamente afono.

Lui mi guarda esterrefatto.
Takeshi traduce:
<<dice che non gliene hai dato il tempo>>.
Piccolo Khoros con la vocina piccina. E senza rossetto, per fortuna.

<<sì. Mi sono fatto un po' prendere la mano.>>
Ammette la Tigre, magnanimo.

<<v..r..mnt..l..mn..h..prs..m!!>>
<<veramente, la mano ha preso me.>> Ritraduce il mio virgolino.

<<non volevo farti male...>> Sembra che stia chiedendo scusa!! Attenzione!!! Sembra che stia chiedendo scusa!!!

<<e' solo che me te le sei proprio andate a cercare!!>>
Macchè..falso allarme. E' affetto dalla Sindrome di Fonzie, lui. Non chiederebbe scusa nemmeno se fosse a sua volta minacciato di morte.

Non mi sforzo nemmeno di replicare.
Faccio, semplicemente, l'unica cosa che mi riesce bene in questi giorni, a parte non mangiare, svenire, e rischiare la morte (ah sì. Dimenticavo : farmi beccare in situazioni potenzialmente equivoche con Takeshi. Anzi, togliete pure il *potenzialmente*).
Mi metto a piangere.
Silenziosamente, senza singhiozzi, limitando a lasciare che le lacrime mi colino dagli angoli esterni degli occhi, senza tentare di oppormi.

A che servirebbe spiegare al mio migliore amico, che Takeshi ed io ci vogliamo bene in un modo che lui non riuscirebbe mai né a capire né ad accettare?
A che servirebbe cercare di fargli entrare in testa, che è stato più forte di noi, e che non abbiamo potuto fare altro che restarne travolti?
A che servirebbe cercare di fargli comprendere che questo, fra lui e me, o fra lui e Takeshi, non cambierà assolutamente niente, almeno per quanto riguarda Takeshi e me?!

Ve lo dico io a che servirebbe: a niente.
Non con Mark/Kojiro *ho ragione io* Hyuga.
Non con un ragazzo che ha un gran cuore, ma una mentalità aperta come la f**a di una suora.
Non potrebbe mai capire. Non potrebbe mai accettare.
Non funzionerebbe mai.

********

E' tornato il dottore, e i due sono usciti.
Avverto l'assenza di Takeshi come una mutilazione fisica, e quella di Mark come un baratro che mi si è aperto nel petto.
Se faccio qualcosa, perderò il mio migliore amico: quello che mi ha insegnato ad amare il calcio, che è diventato il mio capitano, il mio rivale, il fratello che non ho mai avuto.
Se non faccio nulla, finirò per perdere il mio amore: Takeshi non ama i codardi, e tirarmi indietro dalla mia parte di responsabilità in questa storia equivale, nè più nè meno, ad abbandonarlo. Lui che non mi ha mai lasciato solo.
Lui che è disposto a giocarsi amici, vita e carriera, per stare con me.
Che posso fare?

Ma soprattutto che posso *tentare* di fare, se non appena intravedo in lontananza un barlume d'idea che potrebbe risolvere questa situazione, questo dottore qui mi infila una siringa di sedativo nella cannula della flebo, e mi narcotizza??!!!

Allora ditelo, che è un COMPLOTTO.
Cazzo.

************



to be continued.


Capitolo 8°: Dichiarazioni piccantine

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CAPITOLO 8°
--- "AMICI MIEI ATTO 1°"---

Alla fine, rimango in infermeria per altri tre giorni, sotto controllo medico e al sicuro dalle minacce fisiche del Tigrotto di Okinawa.
Che, per la cronaca, è venuto a trovarmi tutti i santi giorni, agli orari più sconsiderati.
Accompagnato da Takeshi, che poverino, aveva l'aria *esasperatissimissima*, visto che Lenders /Hyuga non ci lasciava da soli neanche per due minuti di seguito, possinosparallo.

L'ultima notte, finalmente il mio virgolino riesce a sgattaiolare fuori dalla sua stanza da solo, lasciando i suoi compagni di camera a ronfare sonoramente, beati ed ignari, e mi raggiunge in piagiama e ciabattine.

Io sono sveglissimo e depressissimo, ancora in preda allo sconforto nero per tutto quello che è successo, e per tutti i giorni di allenamento che ho finito per perdermi.
Sento i suoi passi piccini avvicinarsi al letto e accendo la lampada sul comò per evitare che si scapicolli contro qualche cosa.
Takeshi, non il comò.
Il mio tenerissimo e minuscolo tesorino, mi guarda prima con gli occhioni asciutti, poi sempre un po' più bagnati, finchè non mi salta al collo con un'inondazione sul faccino, e io lo stringo a me con tutto l'amore e la tenerezza del mondo:

<<non ce la facevo più...avevo tanta voglia di stare solo con te!!>>

Esclama piano piano, abbracciandomi e punteggiandomi le guance di bacini a pioggia, fra una parolina e l'altra.
E io non riesco a fare altro che accarezzargli la testina...finchè non la smette di saltabeccarmi sulla faccia, e finalmente riesco a intercettargli la boccuccia con un bacione di quelli seri.
Restiamo a spomiciacchiare per una decina di minuti, con il "piccolo Ken" che rischia di esplodermi nelle mutande: mi ripasso tutta la tavola degli elementi, per evitare che succeda, altrimenti il dottore penserà che, colto da una crisi di solitudine e malinconia, io abbia passato la notte a frequentare Sashika,la mano amica.
Ma il mio tesorino ha un attacco di diavolite acuta, e non passa un istante che sento la sua, di manina, in un posto dove non dovrebbe infilarsi..il resto è storia.
La storia più corta del mondo, visto che c'avrò messo tipo 32 secondi netti, prima di trovarmi nella situazione di dover giustificare certi *sfoghi notturni* con il medico, domattina.

Prima che possa ricambiare il piacere (in tutti i sensi) ad un insospettabilmente esperto ragazzino di 13 anni e mezzo, dotato di talenti che non gli conoscevo, lui se la fila via, mormorando che se non se ne va subito, va a finire che mi stupra...

Io ho ancora la testa annebbiata dagli ultimi eventi ed il respiro che stenta a tornare, per cui riesco al massimo ad allungare una mano ed afferrargli la giacchina del pigiama, prima di potergli sussurrare:

<<aish'teiru...>>

e vederlo scappare via nella notte, veloce e silenzioso come un topolino del grano.

**********

Ritorno finalmente al ritiro, *quasi* guarito e *quasi* in forze, ma con una fasciatura che ancora mi circonda la fronte, un occhio che da nero è diventato, nel frattempo, di un bel viola-giallognolo, e il labbro superiore tenuto insieme, ad un angolo, da uno di quei cerottini trasparenti che adesso vanno di moda in ambiente medico, al posto dei punti.
Vengo accolto da una salva di fischi ed applausi dal gruppo dei miei compagni di squadra, riuniti in sala da pranzo al gran completo.
A turno mi assediano, domandandomi come sto, come non sto, come va la testa, ma cosa è successo, ma com'è che sono rifinito dritto a faccia in giù per le scale...sì, perchè la tesi ufficiale, diffusa dai compagni che hanno assistito al mancato Kenicidio, è che stavo cercando, non si sa perchè, di scendere al piano di sotto, e che sono ruzzolato per le scale rischiando di ammazzarmi.
Io mi prodigo in informazioni abbastanza plausibili, ringraziando tutti per l'interessamento.
Sotto lo sguardo attento di MArk-Kojiro, che, orrendamente pentito di avermi ridotto in fin di vita o quasi, aspetta solo il suo turno per potermi parlare con calma, io e lui da soli.
E sotto quello amorevole di Takeshi che, a quanto sto capendo, di lasciarmi da solo con la Tigre non ci pensa neanche, ma neanche lontanamente....

*************


Prima di poter parlare con i miei due migliori amici, o meglio il mio *quasi ex-migliore amico* e il mio *ex-migliore amico-adesso-ragazzo*, vengo intercettato da Tom Becker/Taro Misaki, il quale insiste acciocchè lui ed io facciamo quattro passi e chiacchieriamo un po'.

Dovete sapere, che all'inizio della nostra carriera calcistica, ai bei tempi delle elementari, Taro era in squadra con noi.
Ovvero, con Kojiro, Takeshi e me.
E' stato lui a portare Takeshi a raggiungere un livello di forza sufficiente a *passare l'esame* della Tigre, ed è stato quindi grazie a lui, che il piccolo ed io ci siamo conosciuti.
Devo a questo allegro ragazzo tutta la mia gratitudine: senza di lui, il mio virgolino non sarebbe mai entrato nella mia vita, probabilmente, dato che dopo pochissimi mesi dalla nostra reciproca conoscenza, io sono finito sotto un camion, spaccandomi tutto lo spaccabile, e sono rimasto fuori gioco per quasi tutta la stagione....


Camminiamo per un po', fino alla piscina: fa un caldo boia, e se non fossi capace di stare a galla più o meno allo stesso modo di un lingotto di piombo, me ne sbatterei di fasciature e lividi e mi butterei subito dentro.
Ma di rischiare l'annegamento a soli 3 giorni di distanza da un'altro incidente quasi fatale, chiamiamolo così, mi pare il massimo dell'idiota, al momento.
Ci sediamo sotto un'ombrellone, e lui, premuroso e gentile come al suo solito, fa un salto al bar a prendere un paio di succhi di frutta gelati; torna indietro dopo pochi minuti reggendo in equilibrio due bicchieroni pieni all'orlo di una sostanza arancione e semitrasparente, in cui galleggiano ghiaccio, cannucce, ombrellini ed alti cotillons.
Mi porge il primo e poi, senza porre altro tempo in mezzo, esordisce:

<<le cose non sono andate come si dice in giro, vero?!>>
Più un'affermazione, che una vera e propria domanda.
Incalza, senza darmi il tempo di replicare:
<<non perder tempo ad arrampicarti sugli specchi: ho parlato con Takeshi, era a dir poco disperato in questi giorni. So tutto, Ken.>>
Pausa, mi fissa negli occhi:
<<e con tutto, intendo dire proprio *tutto*.>>

Per qualche momento resto impietrito e gelato più dei cubetti di ghiaccio che si stanno sciogliendo nel succo di frutta.
Quindi mi alzo, e mi dirigo verso il bordo piscina, con le spalle scosse, mio malgrado, da un tremito incontrollabile.

*sa tutto...sa tutto...Mio Dio, ed ora che faccio?!*

La sua mano mi raggiunge, bloccandomi un braccio prima che, sovrappensiero, finisca col suicidarmi definitivamente, cadendo proprio nel punto più profondo della piscina:

<<dove vai!? Sei impazzito?! Non sai neanche nuotare!>>

Eh sì, sa proprio tutto...che gli dico adesso? Bravo, lei è preparato, 110 e lode??!!!

<<che vuoi sapere, se sai già tutto, Taro...>>
rispondo dopo un secolo in un soffio, annuendo mogissimo, e tornando verso l'ombrellone.

<<voglio sapere se Kojiro ti ha picchiato per questo.>>

Le botte del succitato Kojiro mi hanno fatto meno male di questa domanda, ve lo giuro su chi vi pare.

<<no..non lo so. Spero di no...non lo so Taro! So che ho passato giorni e notti d'inferno, pregando che il mio migliore amico non mi abbia pestato quasi a morte per questo motivo..>>

<<kojiro non ha questo tipo di pregiudizi. O meglio...non è che abbia questa mentalità particolarmente all'avanguardia, ma quando io gli dissi com'ero, non decise di scambiarmi per un sacco da Kick Boxe...>>

<<quando tu gli dicesti com'eri..come??!!>>
Chiedo io, cadendo dalle stelle, ignaro fra i più ignari.

"Ken, sei tu..fantastico portieeeero..sceso come un fulmine dal cieeeeloooo..." mi canticchia la mia mente bacata, parafrasando la sigla iniziale di "Hokuto No Ken".

<<omosessuale. E innamorato di lui.>>

Semplice, lineare, asciutto e conciso. Senza nemmeno una sbavatura.

<<credo che tu sia l'unico che non ne sapesse nulla...>> rincara la dose, facendomi sentire ancora più idiota, se possibile.

<<o..omo...>> Ma che cazzo...ma quale outcoming volevo fare, io, se nemmeno riesco a pronunciarla, questa benedetta parola????


<<omosessuale, Ken. Quelli che preferiscono i ragazzi alle donne. Come te. Come Takeshi.>>

La gravità mi attrae con tutto il suo splendore, e davanti alla *SUA* rivelazione, mi ritrovo col culo per terra, maledicendo il giorno in cui Isaac Newton non è andato a sedersi sotto un pero.

<<scusami, Ken: dimenticavo che tu sei tutto d'un pezzo. E che hai ricevuto un'educazione un po' rigida. Mi dispiace.>>
Mi aiuta ad alzarmi ed a rimettermi seduto in un posto più consono: tipo il lettino di fianco all'ombrellone.

<<io non sono omosessuale.>> Nego, dopo qualche minuto di suo pietoso e mio impietrito silenzio.

<<può darsi. Ci sono ragazzi bisessuali che finiscono con l'innamorarsi di altri ragazzi, pur preferendo comunque l'altro sesso.
Ad ogni modo, volevo solo dirti che se c'è qualcuno che può aiutarvi, te e Takeshi, in questo momento, sono io.>>

<<tu?!>> sbatto le palpebre, col mondo che gira attorno a me senza soluzione di continuità.

<<sì, io. Andiamo a parlare a Kojiro, insieme. Tu, io e Takeshi.
Troveremo il modo di fargli entrare in quella testa di pietra, che non vale la pena di perdere i propri migliori amici per un pregiudizio o per un'altra stronzata di questo genere.>>

Saggio. Molto saggio.
Sarà che c'è già passato, sarà che vede la cosa dall'esterno...ma in effetti più ci penso, più la sua mi pare la soluzione più sensata.

E se Kojiro reagirà un'altra volta come ha fatto tre giorni fa...beh, vedrà di cos'è capace "Ken il Portiero".

<<vedo che non hai nulla da dire...>>, sorride, pur guardandomi perplesso.

Io ricambio lo sguardo, e dico:

<<qualcosa da dirti ce l'ho: grazie, Taro.>>

<<figurati..anche tu mi hai aiutato tante volte, persino senza accorgertene. Questo è il minimo che debbano fare due amici, no?>>

"Sì, Taro..basta che restino *amici*..Io amo Takeshi. E non sono omosessuale."
Mi dico.
E una vocina cattiva mi sussurra nella testa: "Sì, certo...e Moana Pozzi è morta vergine".

*******************


Finalmente raggiungiamo gli altri.
Sono tutti a tavola, seduti e famelici, che aspettano solo noi.
Quando arriviamo e ci sediamo, io accanto a Jito e lui accanto a Izawa, ci portano la pappa, e io sono quasi in lacrime, dato che sono 3 giorni e mezzo che non mangio.
No, sei. Visto che le flebo non sono cibo.
So già che solo ad aprire la bocca saranno dolori, e che rischierò di far saltare il *puntocerottino*, ma so anche che ho una fame allucinante, e che finchè non sarò lì lì per crepare d'indigestione, oggi non mi alzerò da tavola.

Quando mi faccio una promessa, la mantengo sempre.
Peccato che non mi sia ricordato prima di quanto possa restringersi uno stomaco, dopo un digiuno protratto per così tanto tempo.
A rammentarmelo ci pensano, nell'ordine: il mister, il medico della squadra e i crampi che mi prendono allo stomaco medesimo venti minuti venti dopo aver finito di mangiare.
Conseguenza logica: ritorno a bomba in infermeria, per curetta d'emergenza a base di antispastici e anticolinergici.

Prima di andare, mi dò una dritta con Taro e Takeshi, informato già a suo tempo (due giorni fa) del piano di Misaki per contenere le furie della Tigre e salvare la nostra amicizia.
Ci vedremo stasera, a bordo piscina, dopo che tutti saranno andati a dormire.

Li saluto, sorridendo grato a Misaki e innamorato perso a Takeshi.
Prima che mi allontani, Taro mi sussurra:

<<e se non vuoi sputtanarti e sputtanarvi in giro, non guardarlo sempre con le stelline negli occhi. Sei sgamatissimo.>>
E con una linguaccia divertita, mi congela e mi congeda. Così.


to be aricontinued n'antra vorta.


Capitolo 9°: tentativi di outcoming fra amici

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CAPITOLO 9°

--AMICI MIEI ATTO 2ò--

Il pomeriggio trascorre con me che faccio allenamento differenziato, o piuttosto che comincio a farlo, in palestra, e gli altri che ne fanno uno regolare in campo; ci ritroviamo negli spogliatoi verso le 19.
Resto seduto sulla panchina mentre Takeshi continua a passarmi davanti a ripetizione, ogni volta sempre un po' meno vestito, e gli altri via via scemano uscendo dallo spogliatoio.
Per fortuna che un mal di testa formato SUV mi distrae da pensieri lubrici e sconsiderati, altrimenti a quest'ora l'unico palo su cui starei saltando, sarebbe la terza gamba, nel tentativo di raggiungere la doccia.

Mi sto facendo lo shampoo, e prima di accorgermi che siamo rimasti soli, Takeshi ed io, sento una manina dalla forma e dimensione inconfondibile che mi si posa sul fondoschiena.
Sussulto e mi giro, sciacquandomi i capelli e lo guardo, mentre lui mi sorride e continua a palparmi il posteriore:

<<non mi ero reso conto che fossi ancora qui...*glub* coff coff coff!!>>

Inghiottisco una generosa boccata d'acqua, ed entro nella classifica dei Record come il primo essere vivente che rischia di affogare in una doccia.

<<ken, amore mio...tu e l'acqua non andate proprio d'accordo. Meglio che te la chiuda io questa boccuccia, prima che tu decida di annegare.>>

Ed è quello che fa, stringendomisi contro e premendo le sue labbra calde e morbide sulle mie.
Intanto le sue manine ....CENSURA, va' che è meglio.

************

Mi ci vuole un po' a riprendermi, dopo quanto è successo sotto la doccia. E finisco per arrivare in ritardo a cena, con Takeshi che fortunatamente è sveglio abbastanza per decidere di precedermi di una mezzora abbondante, onde evitare sputtanamenti e scandali.
Dopo aver fatto un saltino veloce in stanza da letto a posare la borsa degli allenamenti (o almeno la parte di essa che non ho dovuto svuotare in lavanderia), ed a cercare di togliermi dalla faccia un sorriso ebete e beato che mi è rimasto incollato dopo l'esperienza appena vissuta, scendo di nuovo in sala da pranzo, pulito, scintillante, profumato e *profanato*. Ma questa cosa per fortuna, la sappiamo solamente in due: il mio piccolo profanatore, ed io stesso.

Mi servo abbondantemente di riso, sushi e sashimi, con Hyuga che mi guarda sorridacchiando sotto i baffi (sì, a lui stanno iniziando a spuntare segni di incipiente maturità virile, a me neanche per sbaglio, invece, malgrado sia di soli 5 mesi più giovane di lui) e Jito che sornione, mi apostrofa così:

<<specie di sfondato!!! Pensi di lasciarne un po' anche a noi, prima che decidiamo di addebitarti il conto della cena?!>>

Dipenderà anche dal fatto che Misaki mi ha suggerito di controllare il modo in cui mi comporto con Takeshi e lo guardo in pubblico, ma mi è montata una paranoia da sgamo che fa spavento.
Mi salva la pelle la seconda parte della domanda di Hiroshi, perchè allo "sfondato"" mi stavo già per strozzare con il Nighiri, fraintendendo il senso della metafora e sentendomi già spacciato.
Tossisco portando veloce la mano col tovagliolo davanti alla bocca, e Nitta inizia ad affibbiarmi pacchette sulla schiena ed a dirmi di guardare l'uccellino.
Mi freno appena in tempo, prima di guardare quello *sbagliato*, con Jito che mi fa:

<<vedi, gli Antenati si rivoltano nella tomba ed hanno deciso di punirti per la tua golosità! Addirittura 3 pezzi di Nighiri in bocca, s'era messo!>>

conclude, dando di gomito a Ishizaki che ride di gusto, e Takeshi che, memore di quello che riesco a infilarmi in bocca, si alza da tavola prima che tutti notino di che colore è diventato il suo faccino.

****************

Dopo cena assistiamo alla solita interminabile seduta di tattica in sala proiezioni, ma io ho la testa da un'altra parte; la filippica del mister dura giusto quell'ora e mezzo che permette a tutti di ammazzare il tempo, poi, chi più chi meno alla spicciolata, torniamo tutti nelle nostre stanze.
Sto aspettando le undici, ora fatidica in cui ci troveremo a bordo piscina per parlare tutti assieme, Takeshi, Taro, Kojiro ed io.
Nervosismo che mi mangia vivo, ma non sembro essere il solo, visto che in camera l'unico che ha voglia di parlare è Jito. Ma dopo un po' ci rinuncia anche lui, e tutti ci infiliamo sotto le coperte, con Takeshi, Kojiro ed io che fingiamo solamente di dormire.
In teoria.
Non chiedetemi come cacchio faccio ad addormentarmi con i nervi a firo di pelle, perchè non lo so; fatto sta che ci riesco, altrimenti non si spiega com'è che alle 22,50 in punto, mi sento scuotere da uno schifatissimo Kojiro che sottovoce mi chiama:

<<ken! Guarda che non c'era bisogno che *fingessi* così bene di dormire..Tu e il tuo dannato setto nasale fate più rumore di una betoniera! Alzati, è l'ora.>>

*************

Scendiamo silenziosamente, uno alla volta, come personaggi di un videogioco di stealth operations, ed alle 23 spaccate siamo a bordo piscina.
Misaki è già lì che ci aspetta; ci mettiamo in un punto in cui il ricambio dell'acqua crei quel brusìo gorgogliante di sottofondo, perfetto per coprire conversazioni così delicate, ma anche per farti scappare da pisciare ogni 15 minuti circa.

<<allora: vediamo di parlare alla svelta di questa cosa, che domattina ci dobbiamo alzare alle 7.>>
Fa Hyuga, sensibile come un pezzo di carta vetro del 12.

<<credo che sia meglio che ti rilassi, Kojiro: la faccenda è delicata e richiede tutta la tua attenzione e la tua calma.>>
Premette Misaki, mettendo le mani avanti.

<<sì, Kojiro. E mantieni i nervi e le mani a posto, per favore.>>
Fa il mio piccolo e impavido tesorino.

Dal canto mio, mi limito per adesso a fissare la Tigre, cercando di assumere un'aria neutra e tranquilla.
Dopodichè vado dritto al punto:

<<kojiro: so che questa cosa non ti piacerà, ma è inutile girarci intorno. Takeshi ed io siamo innamorati e stiamo insieme.>>

La Tigre mi fissa e ringhia:

<<lo sapevo. Sei un pervertito! Mi fai schifo, Ken!>>

Dilato gli occhi e mi sento mancare la terra sotto i piedi, quando Takeshi replica, un po' incazzato:

<<ti pare questo il modo di rivolgerti al tuo migliore amico, Kojiro?! E poi guarda che casomai, dovrei farti schifo anche io, visto che non è che siccome sono più piccolo, questo mi rende la vittima innocente ed abusata!
Sono stato io a farmi avanti per primo con Ken, non il contrario..ma tu devi saltare subito alle conclusioni, altrimenti non ti senti a posto, vero?>>

<<piccolo sfacciato!!>> Risponde lui..e lo spinge.

Tutta la scena precedente dura sì e no 30 secondi; poi Takeshi finisce in acqua, spinto da Kojiro il Killer ed io, terrorizzato da quella vista, mi tuffo dietro di lui per recuperarlo.
Sento Misaki e Hyuga gridare dietro di noi:
<<takeshi, oddio!>>
<<ken!! Cazzo Ken, così ti affoghi!!>>

In effetti, dei due non si sa chi si regga peggio a galla, fra me e Takeshi; al punto che debbono buttarsi subito anche Misaki e Hyuga, per evitare che portiere e centrocampista facciano la fine del topo nella nave che affonda.
Io cerco di raggiungere Takeshi, annaspando penosamente, e lui fa lo stesso con me...sembra una scena dal Titanic.
"Se proprio devo morire, almeno lasciami salvare lui, Hamaterazu-sama!" mi dico io, mentre sto per rinunciare a tenere la testa fuori dall'acqua, o meglio, quella di entrambi: cercando di tenerci la sua, ho dimenticato la mia.
Dopo qualche minuto di inutile agitazione allo scopo di restare a galla, lo lascio per evitare di trascinarlo sotto assieme a me, e le ultime parole che ricordo di aver detto sono state:

<<vivi anche per me! Ti amo!!>>

O meglio: quelle che ho cercato, stupidamente, di dire. Lasciando campo libero all'acqua e inghiottendone non so quante boccate, mentre il mio corpo si arrendeva al fatto che per me, la "spinta di Archimede", è e rimarrà sempre e soltanto una legge fisica priva di fondamento.

*************

Mi riprendo sotto un tentativo maldestro - ma carino- di respirazione artificiale.
Takeshi è sopra di me, con la bocca incollata alla mia, mentre Misaki mi sta praticando il massaggio cardiaco.
Approfitto della situazione per fare un po' lingua in bocca col mio amore, prima di riaprire gli occhi e fingere di essermi appena ripreso.

Kojiro è seduto accanto a noi, con la testa fra le mani; non c'è che dire, gran bello score per un attaccante. Tre tentati omicidi ai danni dei suoi due migliori amici in meno di una settimana. Due su di me e uno su Takeshi. E senza nemmeno dover tirare in porta.

<<ragazzi..mi dispiace: non pensavo le cose che vi ho detto...io vi voglio bene!!>> Esordisce dopo un po', vedendo che mi sto riprendendo a suon di colpi di tosse.

<<e menomale..se ci odiavi, cos' avresti fatto??! Te lo dico io qual è il tuo problema, Capitano: tu sei un pazzo maniaco! Hai rischiato di ammazzare Ken per ben due volte in 6 giorni, e adesso anche me!
Menomale che dovevi essere il nostro migliore amico!!>> Ribatte a volce un po' alta un imbestialito Takeshi, sull'orlo delle lacrime.

Scopro di lì a poco che mentre cercavano di salvarci, Misaki ha compiuto un'opera di carità, calmando Hyuga a pezzi e bocconi, mentre il secondo afferrava un annaspante ed agitato sottoscritto, finito sott'acqua per la terza o quarta volta, tutto impegnato a gorgogliare cose incomprensibili, delle quali si capivano comunque i vari ed allarmati: "Aiuto..affogo!" che direi che, pur essendo abbastanza pleonastici data l'evidenza dei fatti, siano comunque d'uopo, in determinate circostanze.

Misaki invece si occupava di Takeshi, trascinandolo a bordo piscina mentre lui si dibatteva per tentare di venire in mio soccorso...povero piccolo amore mio!!
Infine, cercando contemporaneamente di farmi uscire l'acqua dai polmoni, Taro ha terminato di parlare a Kojiro, che nel frattempo si stava rendendo conto di quanto sia di nuovo andato vicino a levarmi dal mondo.

<<koj..*coff coff*..Kojiro...è finita. Non parliamone più.>>

Replico io, colto da non so quale attacco di magnanimità (?):

<<vuoi dire che mi perdoni??!!>> sbarra gli occhi lui, sentendosi ancora di più una merda pestata.

<<no, vuol dire che ci rinuncio: è evidente che non puoi essere nostro amico, se davanti alla prospettiva che lui ed io siamo felici insieme, tutto quello che riesci a fare è cercare d'ammazzarci.
E' chiaro che non sei abbastanza maturo per accettare due amici un po' *particolari*, e che per te sono più importanti i tuoi fottuti *principi* da macho del cazzo, piuttosto che la vita e la felicità di due persone con le quali sei cresciuto.>>

Sarò stato un po' duro? Cattivo, forse?
La voglia di umiliarlo e di affondare il colpo, ce l'ho.
Se permettete, dopo 8 anni di reciproca conoscenza, amicizia ed affetto, uno si aspetta che l'altro, se è tuo amico fraterno e ti vuole bene davvero, sia felice se tu sei felice.
Ma evidentemente, la gelosia e l'egoismo di Hyuga, in questo caso, gliel'hanno impedito.

<<ken...mi dispiace! Io...>>
Ma che cazzo succede..si mette a piangere??!! LA TIGRE???!!!

Va avanti con noi che lo guardiamo, fra un singhiozzo represso e l'altro, senza riuscire a trattenere le lacrime di paura, disperazione, dolore.

<<lo so che non merito la vostra amicizia o la vostra comprensione, *sigh sigh*, ma non mi ero reso conto di quanto potesse rendermi geloso il fatto che voi due stiate assieme; credevo che mi avreste tagliato fuori dalla nostra amicizia...credevo che non sarei mai riuscito ad accettare che voi...beh insomma...hai capito!?>>

Sì che ho capito, troglodita idiota insensibile.

<<ma quando mi sono reso conto di quello che avevo fatto...e di cosa eri disposto a sacrificare per salvare Takeshi...e quello che lui era disposto a fare per salvare te...
Io..sono un imbecille. Se mi odiate, me lo merito.>>

Parole sante, Hyuga-san.
Se ti odiamo, te lo meriti. Peccato che io non riesca a odiarti nemmeno dopo che hai cercato di farmi fuori per ben due volte, e di ammazzarmi il ragazzo. E il ragazzo in questione, men che meno.
Ad ogni modo decido che la cosa, col cazzo che finisce qui.

Anyway, anche se il suo discorso è molto frammentato, il senso, a volercelo trovare, c'è.
Kojiro s'è finalmente reso conto che l'amore che proviamo l'uno per l'altro, il mio piccolino ed io, ci stava rendendo capaci di rinunciare alle nostre rispettive esistenze, pur di salvare quella dell'amato bene.

Alla buonora.

Takeshi ed io ci guardiamo, quasi leggendoci nel pensiero: l'abbiamo perdonato infinite volte, questa specie di tamarro decerebrato. Persino quando alle superiori, abbandonò la squadra per andare ad Okinawa ad allenarsi, senza dire nulla a nessuno. Lui e il suo cazzo di "tiro della Tigre". C'è mancato poco che ci mangiassimo la finale di campionato, per colpa sua e di quell'altro mestruato fisso dell'allenatore, che non voleva più farlo giocare. E chi era che si prostrava per convincerlo? Provate un po' a indovinare?
Bravi: i soliti due "ignoti".

Ma stavolta, pensiamo che debba decisamente sudarselo un po' di più, il nostro perdono.Qui non si parla più di partite delle superiori. Si parla del concetto stesso di amicizia, di affidabilità, di rispetto reciproco. Si parla di superare le differenze in nome dell'affetto. Si parla di capire che deve fare una scelta: o i suoi pregiudizi omofobi, o la nostra amicizia.
Si parla, per farla breve, di cose da *adulti*. E Kojiro ha bisogno di una lezione per crescere.
Per cui all'unisono rispondiamo:

<<non lo so. Ci devo pensare.>>

Detto questo, sorridendo sornioni a Misaki che, in fondo in fondo, pensa come noi che Hyuga un po' se la meriti, ci avviamo verso gli spogliatoi della piscina per liberarci dei pigiami bagnati.

***********

Nel buio e nel silenzio, mi avvicino al mio dolce amore, che voleva dare la vita per salvarmi dalle acque.
Lo stringo a me.
Sorride, gli sorrido:

<<capirà. E' un testone ma non è un idiota.>>
<<lo so; ma stavolta ho intenzione di fargli pisciare un po' di sangue.>>

Chino il mio viso verso il suo, mentre le mie mani scivolano lungo il suo corpo adorabile e bagnato.
Il resto, di nuovo, è:
*CENSURA.*

to be continued again.


Capitolo 10°: siamo al clou

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CAPITOLO 10°

--AMICI MIEI ATTO 3ò--

Quando Takeshi ed io usciamo dallo spogliatoio, Misaki e Hyuga non sono più là fuori.
Probabilmente Taro avrà deciso di portarsi Kojiro a spasso, cercando di farlo ragionare...beh, in bocca al lupo, Misaki-kun: non c'è mai riuscito nessuno, che io sappia.
Solo Takeshino mio ha la capacità di mettere al suo posto la Tigre, ossia dietro le sbarre.
Ma Takeshi stanotte è solo mio...E sembra davvero felice di questo.


**************

Andiamo a dormire in punta di piedi, salutandoci sul bordo del suo letto con un baciotto tenero e silenzioso.
Lo abbraccio forte, prima di farlo stendere e rimboccargli le coperte; poi mi sdraio anch'io, incrcociando le braccia dietro la testa e perdendomi nei ricordi di questi strani giorni, mi addormento dopo pochi minuti.


Sogno.

Okinawa, qualche anno fa.
Siamo sulla spiaggia ad allenarci, ospiti della scuola di calcio di mister Kira: piegamenti, flessioni, addominali, corse sulla sabbia.
Fa un caldo da squagliare i ghiacciai dell'Artico, il cielo è perfettamente terso, i gabbiani cantano il loro lamento e volano in cerca di incauti crostacei per pranzo.

Mi fermo dopo l'ultimo scatto, col cuore che batte in testa come un motore imballato, e sento Kira ordinare una cosa che mi lascia esterrefatto e impaurito:

<<ed ora, ragazzi, tutti in acqua.
Mezzora di nuoto, per rinforzare le spalle ed aumentare la resistenza!!>>

Non gli ho mai detto che non so nuotare, mi vergognavo troppo..ed ora non so cosa fare per evitare una figuraccia con lui, coi miei compagni di squadra e coi ragazzi della scuola di calcio.

Rimango in piedi, piegato in avanti, con le mani appoggiate alle ginocchia, ansante, col sudore che scende a rivoli dai capelli e mi si infila negli occhi, bruciandoli.

Sento Kira che mi chiama, mi volto, lo guardo. Le ginocchia tremano, non so davvero come fare ad uscire da questa situazione così imbarazzante: eppure avrei dovuto pensarci!
In fin dei conti, siamo in riva al mare!!

<<wakashimazu! Cosa fai, batti la fiacca?!
Non vi ho convocato qui per fare la villeggiatura, ma per allenarvi!
Entra in acqua alla svelta, poche storie!!>>

Esaguo, col cuore in gola, inoltrandomi nell'acqua mossa con un terrore che non provavo da quando, piccolissimo, caddi nello stagno delle carpe, in giardino, e fui salvato per miracolo da mio nonno, accorso alle mie disperate grida di aiuto.

Mentre sto cercando di raggiungere un punto che non sia ancora pericoloso, sento la sabbia sprofondarmi sotto i piedi..sono finito una buca!!!
Inizio ad annaspare per risalire a galla, cercando di portare fuori la testa per respirare, ma ogni mio tentativo di tornare verso la secca è vanificato dalla corrente, che bastardamente mi trascina al largo.
Mi dibatto in preda al panico, irrigidendomi sempre di più, e offrendo all'acqua una resistenza negativa che non fa altro che trascinarmi a fondo.
Bevo, riemergo, sputacchio, mi sbraccio per cercare di rimanere fuori con la testa; inghiotto altra acqua salata, a litri..torno sotto.
Una volta, due..tre...
L'acqua sembra diventata la mia carceriera, una secondina crudele che non mi vuole lasciare andare, che mi trascina con sè, verso un'amante gelosa e possessiva che si chiama Morte.

Dovete sapere che ho elaborato una teoria, riguardo alla fallacità del principio fisico noto come "Spinta di Archimede".
La legge in questione funziona solamente se il corpo immerso in un liquido (che riceve una spinta uguale e contraria ecc ecc...) non è consapevole di avere un peso specifico superiore a quello del liquido medesimo.
E' come per gli aerei: volano perchè non sanno di essere più pesanti dell'aria.
Il giorno che si accorgono di esserlo, precipitano inesorabilmente a terra, con tutto il carico di bagagli, passeggeri, hostess e piloti. E' così che accadono gli incidenti, checchè ne dicano le scatole nere.
Lo stesso accade per un corpo che galleggia: ci riesce solo se non sa di essere più pesante dell'acqua.

Ma io ne sono perfettamente consapevole. Peso più dell'acqua, e sto affondando.

Quando rinvengo, ho una cosa strana che mi imbavaglia la bocca, dal naso al mento.
Sopra di me, un soffitto bianco bianco; attorno a me, pareti bianche e facce pallide e preoccupate.

I miei occhi scandagliano l'ambiente, si rendono conto del colore delle lenzuola, della forma del letto, della cannula della flebo infilata nel gomito interno, e di quello che è quest'oggetto alieno che mi era parso una museruola: è una mascherina per l'ossigeno.

Ero quasi morto, quando uno dei ragazzi è riuscito a raggiungermi, mi raccontano.
Avevo persino smesso di lottare, e stavo andando a far visita allo splendido fondale del mare di Okinawa, pronto per partire per il lungo viaggio verso la terra dei miei Antenati.

Mi avevano trascinato a riva e cercato di rianimare, mentre Kira chiamava il pronto soccorso.
Durante il viaggio in ambulanza, avevano dovuto farmi un'intracardiaca di adrenalina per forzare il mio giovanissimo cuore di quattordicenne a tornare a battere.

Dopodichè, ero rimasto in coma per tre giorni.
Danni cerebrali, per fortuna, non ce n'erano...ma la paura collettiva era stata tanta.

Fra coloro che si assiepano attorno al mio letto, c'è lui, in prima fila: Kojiro Hyuga, il mio migliore amico.
Ha aspettato assieme a Takeshi ed a Kasuki Sorimachi per tutto il tempo lì, al reparto di rianimazione dell'ospedale di Okinawa.
Giorno e notte...notte e giorno.

Quando finalmente riapro gli occhi, mi apostrofa così:

<<deficiente! Sei un deficiente!!>>

"Buongiorno anche a te, Hyuga-kun...sono felice di vederti!"

<<perchè cazzo non hai detto a nessuno che non sapevi nuotare?!>>

"Non sapevo? Io NON SO nuotare. Non è che stando in coma ho imparato, sai..?"

Trascurando il particolare irrilevante, costituito dal fatto che la mascherina per l'ossigeno mi impedisce di comunicare se non a gesti, lui continua a sbraitare:

<<eri praticamente morto quando ti abbiamo riportato a riva! Idiota!! Sei un idiota!!>>

E mi prende a pugni su un ginocchio, facendo fibrillare qualcosa, peraltro, perchè l'allarme collegato alle macchine che mi avevano tenuto in vita, inizia a strillare come un pazzo, peggio di Kojiro stesso.

Takeshi e Sorimachi si armano di coraggio e forza di volontà, e riescono in due o tre tentativi a staccare il Rottweiler incazzato dal mio innocente ginocchio.

Ma anche i loro sguardi sono severi, verso di me.
Takeshi mi fissa per un paio di secondi, poi dice:

<<nemmeno io so nuotare. L'ho detto a mister Kira, che ha spallucciato e mi ha fatto fare un altro allenamento. Perchè non gliel'hai detto anche tu?!>>

"Eh, perchè non gliel'ho detto anch'io? Bella domanda."

Potrei dirti che non l'ho fatto per orgoglio, per vergogna, per ritrosia, per timidezza...per paura.
Potrei darti un sacco di spiegazioni...

Se solo 'sto cazzo di museruola trasparente mi permettesse di esprimermi!!!

Mi limito a scuotere la testa, ed a socchiudere gli occhi, arrossendo; poi arriva l'infermiera, e dice ai miei amici di uscire.
Mi infila un ago con qualcosa nella cannula della flebo, e improvvisamente i contorni della stanza si fanno indecisi, ma mooolto luminoooosi...la testa diventa leggeeera leggeeera, e io mi sento felice e in pace col mondo.

Si chiama atropina. Serve per evitare gli arresti cardiaci..
E purtroppo, non è di libera vendita fra i farmaci da banco, altrimenti, altro che cannabis, amici miei!!

***********

Cip Cip...tweet tweet...ciricip..tweet tweet...

E' mattina.

E stigazzi?, direte voi.

No, risponderò io: intendevo dire che il sogno finisce perchè mi sveglio.
Giro la testa, il letto di Takeshi è vuoto, quello di Kojiro no.
Jito russa con la potenza di un reattore da Shuttle, beato e tranquillo.

Guardo Kojiro, che è sveglio anche lui ed ha un'espressione tormentata sul viso.
Il sogno che ho fatto, mi è servito a ricordare quanto sia importante per me questa persona, la sua amicizia, la sua presenza nella mia vita.
Lo lascerò friggere fino a stasera nel rimorso e nel pentimento, poi prenderò Takeshino mio e rifaremo con calma un discorso a sei occhi.

Nulla è perduto, se vuoi bene a qualcuno.
Nulla è perduto, se lo vuoi davvero...


To be continued again and again!


Capitolo 11° e -per ora- ultimo:

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CAP.11ò

FRIENDS WILL BE FRIENDS.

Kojiro volta lo sguardo e mi fissa.
Io ricambio l'occhiata, ma non parlo.
Sto aspettando che Takeshi esca dal bagno e che Jito si svegli.
Devo trovare il momento propizio per iniziare ad intavolare il discorso, cosa non facile visto che è quasi ora di colazione e che fra un po', almeno due di loro tre scenderanno di sotto.
Mi armo di tutta la forza che ho recuperato in questo poco tempo concessomi come convalescenza, e mi alzo dal letto, ignorando la testa che pulsa e gira, sovvertendo i punti di riferimento davanti a me, e facendo sì che ondate di nausea mi risalgano dallo stomaco con sempre maggiore violenza.

Passo le mani sul viso, scacciando il sonno dagli occhi con la forza.

Takeshi esce dal bagno facendo capolino dalla porta col suo musetto strappabaci, e mi fa *ciao* con la manina sorridendo solare, infondendomi la forza e il coraggio necessari per compiere gli sforzi successivi.

Prendo la borsetta con lo spazzolino, il dentifricio e la spazzola per i capelli; mi butto sulle spalle un asciugamano e, scivolando sul pavimento con lo stesso entusiasmo di uno zombie riesumato di fresco, recupero l'accappatoio ed entro in bagno.

*****************

Prima lavata seria dopo giorni di lavatine da gatto; il getto della doccia mi distende i nervi, esorcizzando col suo tepore gli ultimi barlumi di un sogno che non vuole saperne di staccarmisi dalla mia testa, quasi avessi un cortometraggio che gira in loop, sempre più velocemente, dietro ai miei occhi.

M'insapono bruscamente, neppure avessi l'intenzione di strapparmi il primo strato di pelle, in una catarsi che mi mondi da tutti i miei *peccati*...
Peccati.
E' contro natura, amare?
L'amore ti lascia scelta, quando s'impadronisce dei tuoi pensieri, della tua vita, del tuo respiro, dell'essenza stessa della tua anima?
Ti lascia forse una possibilità di opporti, se è DAVVERO amore?
Io non credo...
Mi sono innamorato di lui perchè è *lui*...non perchè è un ragazzo, ma perchè è Takeshi.
Amo il suo sorriso, la sua dolcezza, il suo essere solare, tenero, premuroso, allegro, positivo, determinato..il suo essere quella piccola, bellissima persona che è.
Se fosse stato una ragazza, con gli stessi requisiti, con le stesse qualità, l'avrei amato ugualmente.

E penso che sia così anche per lui, nei miei riguardi.

Anzi..più che ci penso e più che sono convinto che ci siamo scelti piano piano, conoscendoci, anche se il nostro fu subito una specie di colpo di fulmine affettivo, come può accadere solo da bambini: un immediato riconoscere nell'altro la parte mancante di sé, quella che ti completa e che da quell'istante in poi è destinata a cambiare per sempre il corso della tua vita.

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Non aveva ancora compiuto nove anni, la prima volta che arrivò al campino dove ci allenavamo, noi della squadra di calcio della scuola elementare Meiwa.

Voleva fare il provino per essere ammesso, pur sapendo - e i miei compagni si stavano premurando di ricordarglielo e di farglielo pesare -che non era permesso a nessuno che non fosse almeno un allievo di quarta elementare, di essere accettato in squadra.

Ma lui era diverso.
E il primo che fraintende lo disintegro...Badate, che non è una minaccia, è una promessa: ho i mezzi per farlo e lo sapete. Non si scherza con un karateka terzo dan pluridecorato campione nazionale di categoria.
Provate a fare i coglioni con Chuck Norris, se non mi credete...
Ad ogni modo, sto divagando!
Dicevo: lui era diverso.

Aveva una luce negli occhi che nessun bambino di quell'età possiede, di solito. E non perchè fosse un invasato, ma perchè amava davvero il calcio e voleva giocare sul serio, assieme a noi.

Kojiro, da bravo capitano, zittì i nostri compagni e decise di dare una chance a quel piccolo, piccolissimo esserino con la testina sferica e rasata, le guancine più tonde che si fossero mai viste, gli occhioni più grandi e innocenti e il sorriso più adorabile del mondo, sotto un nasino che si vedeva a malapena.
La divisa da calcio gli andava grande, anche se era della taglia più piccola che c'era.
Gli scarpini sarebbero stati benissimo anche a un folletto, date le dimensioni dei piedini che sembravano briciole al confronto con la palla bianca a pentagoni neri.

Io aspettavo in porta, in attesa che lui dribblasse e tentasse un tiro...lui così piccolino, davanti a ragazzini di quinta che al suo confronto parevano giganti.
Sentivo che ce l'avrebbe fatta, glielo leggevo sul faccino...e lui non deluse le mie aspettative, né quelle del nostro Capitano.
Lasciò fermi tre avversari, scattando su quelle gambine veloce come un topolino e dribblò altri due compagni senza troppa difficoltà, dimostrando di possedere un talento e un controllo di palla incredibili per la sua tenerissima età.

Quindi venne avanti e lasciò partire un tiro, che se fosse stato appena più angolato forse non sarei nemmeno riuscito a sfiorare.

La sua delusione dopo la mia parata fu spazzata via dalla sua felicità, quando io gli andai incontro per fargli i complimenti e Kojiro gli disse che aveva superato la prova.
Ringraziò il capitano con le lacrime che gli inondavano gli occhioni di gioia, e senza pensarci due secondi mi buttò le braccine al collo...a me, che fra sì e no ci avevo scambiato due parole.

Seppi di volergli bene, subito, in quel preciso istante.
E questo affetto non ha fatto che crescere col tempo, fino a diventare l'amore che ci unisce oggi.

Sbatto gli occhi sotto l'acqua calda, riscuotendomi da quel sogno in piena veglia, colmo di una gioia e di una dolcezza assolute. Mi risciacquo i capelli, che devo aver insaponato meccanicamente, agendo per automatismi consolidati, come quando sali o scendi le scale anche se il tuo cervello sta pensando tutt'altro, e tu *sei* completamente da un'altra parte.

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Esco dal bagno, mentre mi strofino i capelli con un morbido asciugamani di spugna, e m'imbatto, anzi sbatto, su Kojiro che sta cercando i pantaloni della tuta.

Ci scambiamo un altro sguardo, poi qualche parola, a bassavoce.

"Ti senti meglio, stamattina..." dubbioso, lui.

"Sì, grazie, mi sono quasi rimesso del tutto." Sicuro, io.

"Senti, Ken, io ....." titubante, lui.

"Volevo dirti che ti perdono. La nostra amicizia è troppo importante per me." Ancora deciso, io.

Mi guarda sopraffatto da tutta una serie di emozioni contrastanti, che in quella testa dura e scarsamente provvista di neuroni atti a gestirle, rischiano di mandargli in corto il sistema.
Lo guardo, aspettandomi che al posto della faccia gli compaia la schermata blu di crash-debug, come su Windows Xp.

Dopo qualche secondo, durante il quale i criceti dentro le loro ruotine corrono e lavorano alacremente per fargli metabolizzare quanto ho detto, sbatte le palpebre, annuisce, mi abbraccia.

Takeshi si avvicina in silenzio, sorridendomi e muovendo il capino su e giù in segno d'approvazione.
Anche lui circonda il capitano con le sue braccia, e io mi unisco a loro, circondandoli a mia volta con le mie.

Siamo i tre della Toho, siamo cresciuti insieme, calcisticamente e nella vita.
Abbiamo affrontato insieme ogni sfida che ci è stata posta davanti.
Ed insieme troveremo il modo di affrontare, sempre, tutto quello che il presente e il futuro ci vorranno riservare.

Gli amici sono amici. Ieri, oggi, domani...per sempre.

---to be, forse, continued.


Disclaimer: i personaggi del manga e anime "Capitan Tsubasa" appartengono a Takahashi Yoichi.
 
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0 replies since 3/8/2009, 14:02   6103 views
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