.:Lover:., one shot Shinichi Kudo X kaito Kid per il 2° contesto

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Sole the kid
view post Posted on 12/7/2009, 14:02




Titolo: .:Lover.:
Tipologia: Shonen-Ai, Yaoi, Detective Conan Magic Kaito
Genere: Sentimentale
Reating: 5 pagine (carattere 11)
Avvertimenti: I personaggi di questa storia sono frutto della fantasia, e sono maggiorenni Reating: diciamo Giallo (è molto soft la cosa XD)
Crediti: Godetevi la one-shot tratta da una mia prossima Fan Fiction ^_^

SPOILER (click to view)
Shinichi girò la manopola della doccia, mettendo fine alla cascata di acqua che ne usciva. Allungò una mano verso il lavandino, prese l’asciugamano che ci aveva precedentemente appoggiato sopra e se lo cinse ai fianchi. Uscito dalla doccia si mise a osservare accuratamente il suo riflesso nello specchio del lavandino che, piano piano, si stava appannando. Quella doccia gli aveva dato un po’ di sollievo finalmente! Kaito era una vera belva dalla fame smodata. Non si fermava mai. Quello era il secondo giorno che si trovavano a Firenze e ancora non era riuscito a vedere nient’altro che il Museo della Scienza. Museo interessante, vero, ma quella mattina gli sarebbe tanto piaciuto andare a vedere la celeberrima Galleria degli Uffizi: un luogo così antico in cui era difficile entrare in passato, a meno che non fossi stato un nobile o un personaggio di calibro caro alla potente famiglia dei Medici. Insomma un luogo misterioso, dove sono stati orditi complotti e prese importanti decisioni politiche. Per amante dei misteri come lui era il “Paese della Cuccagna”. Shinichi, insieme a Kaito, Ran e Aoko, stavano facendo una lunga vacanza in italia, pagata da un loro conoscente comune, Saburu Hakuba, per premiarsi del’ottima riuscita degli esami di fine liceo. Shinichi sospirò; non era potuto andare con le ragazze … Aveva preparato tutto: il taccuino per gli appunti, la macchina fotografica, la guida turistica degli Uffizi che aveva comprato il giorno prima. Ma, purtroppo, Kaito con un’abile stratagemma, degno da un illusionista come lui, gli aveva spostato la sveglia di nascosto e aveva detto alle ragazze che non potevano andare con loro perché lui si sentiva male … Shinichi tirò un altro sospiro. Guardò l’orologio da polso che si era tolto e aveva appoggiato sul mobiletto vicino al lavandino: erano le tre e mezza. Aveva dormito per ben quattro ore, aveva saltato la colazione e il pranzo, ma stranamente non aveva fame. Ripensandoci, la sera precedente aveva mangiato tanto, ed era logico che ancora non sentisse la fame. Poco male: quella sera avrebbe mangiato una vera pizza italiana in uno dei migliori posti di Firenze! Prese un altro asciugamano e si asciugò i capelli castano scuri, poi, si rimise l’orologio al polso e, lasciandosi l’asciugamano sulla testa, uscì in punta di piedi dal bagno. Piano, piano si chiuse la porta alle spalle e, facendo ancora più attenzione, attraversò il piccolo corridoio che univa la porta d’ingresso con il bagno e la camera da letto. Grazie alla luce che entrava timidamente dalle persiane della porta-finestra che dava sul balcone, riuscì a vedere un gomitolo di lenzuola candide che il ragazzo identificò come il corpo del giovane illusionista. Sollevato che la belva stesse ancora dormendo, pensò bene di approfittare della situazione. Avrebbe preso i vestiti e lo zaino che aveva preparato quella mattina, avrebbe chiamato le ragazze e le avrebbe raggiunte, facendo attenzione a non svegliare l’amante. Con passo felpato, Shinichi attraversò la stanza, arrivando alla sedia dove aveva appoggiato i vestiti e lo zaino. Stava per prendere i boker e infilarseli quando qualcuno gli posò una mano sul petto e gli bisbigliò all’orecchio:
-Dove credi di andare mio piccolo detective?-
Shinichi urlò con tanto fiato aveva in gola e girandosi per vedere chi fosse colui che l’aveva toccato e che gli aveva bisbigliato all’orecchio cadde come un sacco di patate sul letto.
-KAITO, MA TI SEI COMPLETAMENTE BEVUTO IL CERVELO! Mi hai fatto prendere un colpo!- urlò il detective puntandogli contro il dito indice.
-Guarda che io non ho fatto niente di particolare per spaventarti. Sei tu il colpevole che voleva nascondere qualcosa al sottoscritto.- si giustificò il mago, ammiccando all’amante che si stava mettendo a sedere sul letto.
-Ma questo non ti da il diritto … -
-Di accarezzare il mio amore e bisbigliargli una dolce domanda all’orecchio?- chiese con tono più che ovvio a Shinichi poggiando una mano sul ginocchio del ragazzo e portandosi in avanti ad incontrare il viso dell’amante. Shinichi divenne rosso come un peperone, e solo in quel momento si accorse che il ragazzo che gli stava davanti era completamente nudo.
-MA … MA PERCHE’ NON TI SEI VESTITO?!- gridò di nuovo Shinichi allontanandosi dal ragazzo e andando a sbattere contro il cuscino che Kaito aveva usato per prendere in giro il detective, facendolo scambiare per il suo copro addormentato avvolto dalle coperte.
-Certo che stai perdendo colpi amore mio! Secondo te, in due secondi e mezzo, è possibile camuffare un cuscino per farlo sembrare un corpo avvolto nelle lenzuola e nascondersi nella semi oscurità per prendere di sorpresa il mio amore che pensava di scapparmi da sotto le lenzuola?-
-Be’ a dire il vero hai ragione il tempo è più che insufficiente per potersi … CHE CAZZO STAI FACENDO!-
-Noto con piacere che sotto l’asciugamano non porti niente.- constatò Kaito, prima che Shinichi schiacciasse il candido asciugamano sulle sue nudità, strisciando all’indietro fino ad incontrare la testata del letto.
-Ve be’ tanto meglio.- disse Kiato dando le spalle al terrorizzato detective.
-In che senso tanto meglio?- chiese Shinichi, cominciando a sudare freddo; aveva un brutto, ansi, bruttissimo presentimento. Kaito si volse, e con uno sguardo diabolico, accompagnato da una risata altrettanto diabolica, disse.
-Tanto meglio perché sei pronto per la seconda razione …-
-Seconda razi …?- cercò di chiedere spiegazioni il detective, ma, prima che potesse farlo, Kaito gli si era buttato a dosso.
-Sarò più chiaro.- disse con ironia il ragazzo, avvicinando la bocca all’orecchio dell’amante per bisbigliarli queste parole:
- Adesso voglio di nuovo averti tutto mio … voglio rifare l’amore con te … -
Se Shinichi era già rosso dall’imbarazzo, adesso divenne paonazzo. Cercò in tutti i modi di divincolarsi dalla dolce stretta dell’amante ma c’era qualcosa in lui che non gli permetteva di ribellarsi, un desiderio profondo che comunemente viene chiamato “passione”.
-Su, Shinichi, fai il bravo … accogli le mie dimostrazioni d’affetto … - gli ripeteva Kaito mentre, con delicatezza riempiva il collo dell’amante di teneri baci che, piano, piano scendevano sul suo corpo.
-Kaito … ti prego, smettila … - lo supplicava Shinichi che cominciava già ad ansimare dal piacere.
-Sei sicuro di quello che dici?- gli chiese Kiato, alzando il suo sguardo limpido verso quello dell’amante.
Kaito aveva ragione! La mente voleva fuggire, ma il corpo no! Shinichi si morse le labbra dalla rabbia. Come era possibile che la mente non potesse comandare il corpo! L’uomo non è un animale intelligente? Dovrebbe riuscire sempre a vincere la sua parte bestiale, carnale! E invece, più stava con Kaito, e più capiva che il corpo predominava sulla mente. Kaito intanto continuava nella sua cosiddetta, dimostrazione d’affetto verso il giovane. I baci erano stati seguiti da leggere e piccole leccate. Shinichi non riusciva più a trattenersi; ansimava rumorosamente, anche se riusciva ancora a trattenere i gemiti. Non sapeva spiegarselo, ma non voleva dare alcuna soddisfazione al suo affettuoso amante. Non voleva compiacerlo con i suoi “suoni” di piacere. Kaito aveva riportato il suo viso all’altezza di quello del detective, continuando a riempire il colo del ragazzo con leggere leccate. Kaito rimase qualche istante ad osservare il viso del suo amato che lottava contro quelle forti sensazioni e manifestazioni di piacere che cerca in tutti i modi di reprimere.
-Lasciati andare … Non essere così rigido come la prima volta … - gli bisbigliò l’illusionista, mentre faceva scivolare una mano tra la schiena del giovane amante e il materasso.
-Kaito … hanfh … smettila … hanfh … ti prego … -
-Lasciati andare …- ripeté il ragazzo, prima di dare un bacio a Shinichi. Adesso Shinichi non era più in possesso di nessuna arma per poter combattere il suo istinto animale, che gli provocava quelle eccitazione incontenibili e che reclamava ancora di più le attenzioni dell’amante. La mente aveva di nuovo perso. Kaito lo capì la volo. Lentamente staccò le labbra da quelle del detective e, contemporaneamente, fece scendere la mano fino in fondo alla schiena, fino ad arrivare alla fessura che vi si trova alla fine. Kaito rivolse un dolce sorriso al detective prima di inserire il suo dito indice in quella fessura. Shinichi, disarmato, lanciò un gemito di piacere che fu seguito da un altro, ed un altro ancora. Kaito nascose il viso tra i ciuffi di capelli del ragazzo che ricadevano sul cuscino, annusando avidamente l’odore dei capelli del’amante che era ancora umidi.
-Sei pronto?- chiese con un sussurro Kiato. Shinichi non rispose subito. No che la domanda avesse la necessità di rifletterci sopra pria di dare la risposta, ma il fiatone gli impediva di rispondere. Shinichi riuscì faticosamente a rendere di nuovo regolare il suo respiro; poi alzò le braccia che fino a quel momento aveva lasciato abbandonate tra le lenzuola, e le strinse attorno al corpo di Kaito. Questi alzò il volto sorpreso del gesto del giovane, e cominciò a guardarlo interrogativo. Shinichi gli sorriso, gli accarezzò il volto e rispose, con una voce che possedeva un tono molto insolito.
-Mai come adesso.-

Kaito riapri gli occhi. D’istinto girò lo sguardo alla sua destra dove Shinichi dormiva placidamente. Kaito sorriso; era felicissimo. All’inizio anche lui, come anche Shinichi, si vergognava di quel sentimento che provava per quel ragazzo, era logico d’altronde! Ma ormai aveva capito che quel sentimento che tutti bramano che è l’amore non ha alcun limite. Non c’è ideologia, cultura, estrazione sociale, età, o diceria che tenga. Quando qualcuno ama veramente qualcun altro niente deve mettersi in mezzo tra lui e la persona amata. Si appoggiò sul avambraccio e accarezzò dolcemente il volte del suo amato detective che dormiva. Come era bello. Lo amava veramente tanto. All’improvviso il ragazzo addormentato rantolò qualcosa. Kaito ritrasse la mano e poi, vedendo che il detective continuava a rantolare gli chiese, con un fil di voce: -Che cos’è che tormenta i sogni del mio amore?- - … R … Ran … - Quelle sole tre lettere furono per Kiato come tre gelide coltellate al cuore. D’impulso si alzò di scatto, scuotendo il letto e facendo svegliare il detective. -K … Kaito? Che succede?- chiese il detective mettendosi a sedere e stropicciandosi gli occhi. -Niente, dobbiamo prepararci! Le ragazze ci aspettano a quella pizzeria … - rispose Kiato, volgendo le spalle al detective e parlandogli on voce atona. -E’ VERO! Dobbiamo preparaci, altrimenti faremo tardi!- esclamò il detective saltando giù dal letto, arraffando i vestiti che si trovavano ancora sulla sedia e intrufolandosi in bagno per cambiarsi. Kaito invece rimase qualche secondo li, seduto sul letto, con lo sguardo triste e perso nel vuoto; poi decise di cominciarsi a preparare. Prese i vestiti dal cassetto e se li mise. Poi si rimise seduto sul letto, aspettando che il detective gli cedesse il posto in bagno.
-Shinichi rimani un attimo seduto.-
Quella sera in pizzeria, Kaito si era comportato come al solito, almeno così sembrava al detective. In realtà il ladro, dietro a quel suo abituale “modo di essere”, non aveva fatto altro che osservare accuratamente il comportamento di Ran e di Shincihi. Al ragazzo non era sfuggito che la ragazza provava ancora un sentimento profondo verso il “suo” detective. Ma il problema era proprio quel “suo detective” che trattava la ragazza ignorando completamente questo suo sentimento. Il mago non sapeva se lo facesse di proposito o pure se fosse solo il modo abituale con cui il detective trattava l’amica … però, qualcosa gli diceva che Shinichi provava ancora qualcosa per lei … forse addirittura provava ancora amore … Aveva spettato che le ragazze si fossero allontanate dal tavolo per cercare di mettere una pulce nell’orecchio all’amante, per osservare il suo comportamento e cercare di dedurre da questi i suoi veri sentimenti, che ancora il detective non gli aveva apertamente dichiarato.
-Ma, che c’è? Io stasera voglio passare un po’ di tempo con le ragazze! Mi dispiace ma non ci torno in albergo, vacci tu se sei stanco!- sbottò il detective guardandolo arcigno, pensando che il mago volesse portarlo a forza in albergo anche quella sera.
-Devo parlarti.- si limitò a dirgli l’illusionista.
-E perché lo vuoi fare adesso? Hai avuto tutto il tempo durante la cena …-
-Ti amo.- lo interruppe Kaito.
-Lo so.- rispose imbarazzatissimo Shinichi, distogliendo lo sguardo dall’amante, mentre il suo viso si colorava di rosso.
-Lo so che lo sai, scemo. La cosa che non so è se … ricambi questo mio amore.- disse Kaito dopo una piccola pausa. Quella frase lasciò di stucco il detective. In quel periodo in cui era diventato il “fidanzato” del mago era la prima volta che lo vedeva così abbattuto. Inoltre non gli aveva mai chiesto niente del genere.
-Ehi, voi due, volete muovervi?- Aoko insieme ad Ran erano tornate indietro.
-Si arriviamo.- disse Kaito, ritornando il solito simpaticone di sempre.
I due ragazzi uscirono dal locale assieme alla due ragazze. -Allora, possiamo andare?- chiese Sole.
Maria Sole Kuroba, non che cugina di Kaito, era una ragazza come tante. Non era ne particolarmente bella ma nemmeno particolarmente brutta: aveva i capelli castani, stranamente dello stesso colore del cugino tagliati all’altezza delle spalle; gli occhi era due fanali di un castano chiarissimo, con delle particolarissime sfumature verdastre; il naso era piccolo, gli zigomi poco accennati e le labbra sottili e rosse. La ragazza, aveva mangiato con loro e gli aveva proposto di fare un giro in centro, proponendosi come loro cicerone “ufficiale”
-Si.- risposero in coro la comitiva.
-Ehm, scusate … - la voce di Shinchi si intromise nell’atmosfera di asserzione della comitiva –Mi sono dimenticato che dovevo fare una commissione che non ho potuto fare sta’ mattina. Scusatemi ma non posso rimanere con voi.-
-Ah, tranquillo Shin-chan. Vai pure dove devi andare.- disse Sole, poi rivolgendosi a Kaito –Vai anche tu con lui?-
-Ovvio che si, altrimenti potrebbe non tornare a casa sta’ sera, con il senso dell’orientamento che si ritrova.-
-Idiota! Non è assolutamente vero!- rispose stizzito il detective. Tutti scoppiarono a ridere. Erano troppo divertenti quei due.
Un breve saluto e le ragazze lasciarono finalmente soli i due ragazzi.
-Allora, mio caro detective, dove dobbiamo andare?- chiese Kaito poggiandosi con il braccio sulla spalla del detective. Quest’ultimo non gli rispose; gli afferrò il braccio e, trascinandosi dietro il mago, cominciò a correre all’impazzata nella direzione opposta a quella dove si erano dirette le ragazze.
-Ehi, Shinichi? Che ti prende? Dove mi stai portando?-
Era inutile: Shinichi non rispondeva. Kaito tentò inutilmente di chiedere ulteriori spiegazioni ma il detective continuava a correre in silenzio. Sembrava che lo ignorasse. Kaito si arrese all’evidenza dei fatti e smise di fare domande. Continuò a farsi trascinare dall’amante. Doveva ammettere: quella situazione non gli dispiaceva affatto; sentire la mano del detective che stringeva con forza la sua lo rendeva felice, felice come non lo era stato mai prima. Eppure aveva stretto quella mano tante volte; ma quella volte sentiva che era diverso. Correvano ormai da qualche minuto, quando, finalmente, il detective si fermò. I due ragazzi in quel momento si trovavano da soli nelle vicinanze dell’Arno, fiume che attraversa Firenze, in un vicolo deserto.
-Ehi … ma che ti è preso?- gli chiese di nuovo Kaito, ansimando un poco per la corsa. Shinichi nono rispose.
-Ehi, stai male?- chiese ancora preoccupato il ragazzo, vedendo il detective che si poggiava sui ginocchi e cercava di riprendere fiato. Kaito si avvicinò a Shinichi ma, quest’ultimo, cogliendo di sorpresa l’illusionista, gli prese le spalle e lo sbatté, dolcemente, contro il muro. Kaito non ebbe nemmeno il tempo di lamentarsi per il gesto brusco del ragazzo, che le labbra del detective si posarono sulle sue. Un attimo di stupore, forse anche meno, poi il ladro ricambiò quel bacio e abbracciò il detective avvicinandolo sempre più a se. -Noto con piacere che per una volta hai preso l’iniziativa, moccioso.- disse con sarcasmo il ladro non appena le loro labbra si staccarono, interrompendo quel bacio.
-Non mi chiamare moccioso!- sbottò il detective cercando di allontanarsi dall’amante. Kaito adorava farlo arrabbiare dandogli quell’aggettivo, e soprattutto adorava il modo, molto infantile del detective, di reagire ai suoi scherzi. Kaito impedì a Shinichi di allontanarsi da lui. Lo riportò dolcemente a se facendogli appoggiare la testa sulla sua spalla.
-Sono felice, ma ancora non basta … - gli sussurrò nell’orecchio l’illusionista.
-Cos … -
-Non me l’hai ancora detto … - lo interruppe Kiato, accarezzandogli la testa. Shinichi divenne di nuovo rosso in viso. Gli era così difficili pronunciare quelle semplici parole che erano così importanti per il suo ragazzo? Eppure non era difficile pensarle oppure sottintenderle con altre parole. Perché non riusciva a dirle?
Un silenzio pesantissimo avvolse i due ragazzi. Entrambi erano in attesa di qualcosa che sbloccasse quella stasi: uno del coraggio di dire quelle parole che l’altro aspettava da troppo tempo.
-Kaito … io … io … - balbettò Shinichi nascondendo il viso nella camicia leggermente sbottonata che portava il ragazzo. Il detective cominciò ad analizzare con estrema cura il profumo che impregnava gli abiti del ragazzo. Era buonissimo; dolce, caldo, accogliente e, soprattutto, rassicurante.
-Si Shinchi, dimmelo per favore.- disse Kaito alzando il viso verso il cielo.
-Io … Io ti amo Kaito, e non posso fare a meno di … -
-Basta così. Shinichi mi hai reso l’uomo più felice di questa terra.- lo interruppe Kaito, staccando il ragazzo da se e guardandolo dolcemente negli occhi. Kaito lo premiò con una carezza e si staccò dal muro dove Shinichi l’aveva “sbattuto”. Stava per uscire dal vicolo quando l’illusionista si sentì trattenere per la camicia. Shinichi, con quel gesto, gli stava chiedendo di rimanere ancora li.
-Kaito … -
-Si?-
-Rimaniamo ancora un po’ qui … voglio un altro tuo abbraccio … - chiese con un fil di voce il detective. Un sorriso dolcissimo illuminò il volto dell’illusionista. Senza farselo ripetere due volte il mago strinse di nuovo a se il detective che, come aveva fatto fino ad un istante fa, nascose il suo volto nelle pieghe della camicia dell’amante per potere godere ancora una volte l’inebriante e irresistibile profumo che emanava.

Kaito aprì piano piano gli occhi. Un raggio di sole aveva interrotto il suo riposo. Cercando di non svegliare il ragazzo che riposava accanto a lui, Kaito si mise a sedere sul letto. Sbadigliò e si stiracchio cercando di fare il meno rumore possibile. Si arruffò i capelli già arruffati di natura e rivolse uno sguardo interrogativo a Shinichi. Il detective dormiva ancora di fianco a lui: non si era accorto che l’amante si era già svegliato. Quanto era bello il viso del detective quando quest’ultimo se ne stava rannicchiato sotto le coperte, immerso nel caldo e accogliente mondo di Morfeo. Kaito non poté resistere: allungò una mano verso l’amante e gli accarezzò il viso. Shinichi, avvertendo quella dolce carezza, rivolse un sorriso al mago, continuando a tenere gli occhi chiusi.
-Kaito … ?-
Il ladro, dispiaciuto all’idea di aver svegliato inutilmente il ragazzo, sorrise di risposta, ritraendo la mano.
-Che ore sono?- chiese ancora il detective, continuando a rimanere disteso con gli occhi chiusi, strusciando il viso contro il guanciale. Kaito si volse verso il comodino; uno sguardo alla sveglia e rispose:
-Le sei e quarantacinque.-
-Hm, grazie.- disse il detective avvicinandosi a Kaito e poggiando la testa sotto il braccio del mago.
Kaito sorrise: Shinichi era più carino e premuroso del solito. Abbassò il braccio, posando la sua mano sulla spalla del detective e appoggiò l’altra mano sul braccio di quest’ultimo, abbracciandolo dolcemente. Kaito poté immaginarsi facilmente che il viso del detective, che quest’ultimo nascondeva nella fessura tra la superficie del letto e il corpo del mago, si era improvvisamente colorato di rosso. Kaito sorrise ancora e, assieme a Shinichi, si riaddormentò abbracciando al persone che amava di più al mondo.

.: Fine :.

 
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