| sakuratei |
| | CAPITOLO 11-METAMORFOSI 11-Metamorfosi La pioggia si era fatta insistente unendo le strade del villaggio della foglia in un’unica grande pozzanghera. Sai entrò fradicio dalla finestra di un appartamento, ci mise un po’ ad abituarsi all’aria viziata del luogo, chiuso da troppo tempo, tutto era rimasto come l’aveva lasciato, il suo letto, le foto sulla scrivania accanto alle pergamene… il tempo sembrava essersi fermato in quel posto. Si sedette sul letto non curante della polvere la cui lunga assenza aveva permesso di accumularsi, doveva far ordine , doveva far ordine dei avvenimenti degli ultimi giorni, la sua missione, l’incontro con il ragazzo dai capelli dorati che gli diede il nome ‘Sai’… “Sai…” i suoi occhi si infuocarono, la testa gli scoppiava, perché si sentiva bruciare al solo sentire quel nome? Non poteva andare avanti così, il suo corpo sentiva fitte di calore inteso, troppo intenso anche per un ninja. Arrivò arrancando verso la porta del bagno, aprì il rubinetto dell’acqua in cerca di refrigerio. -["Non mi puoi dire come ti chiami giusto? Allora ti darò io un nome... Ramen, sai è il mio cibo preferito!"]- a Sai tornò in mente quel episodio, quando fu concepito il suo nome -["Sai, non è niente male come nome..." "Allora Ramen dove ci troviamo?" "Sai..." "Sai cosa? Se sapessi qualcosa non te lo chiederei!" "Ho detto che mi puoi chiamare Sai" " Tsk. Di certo non puoi reggere il confronto con i miei deliziosi ramen" disse sbuffando e scoppiò in una sonora risata.]-. Il ricordo del suo viso sorridente lo mandava in bestia, il suo nome pronunciato da quella bocca lo mandava in bestia... Raccolse nel palmo delle sue mani un pò d'acqua gelata e se la buttò in faccia per schiarirsi le idee gli ritornarono in mente quei occhi color acqua marina guardarlo dritto nei occhi e chiamarlo "Sai...", di nuovo una rabbia furiosa si impossessò di lui, negli occhi color pece del ragazzo arse un fuoco di odio e di vendetta, alzò il capo per guardare la sua figura riflessa nello specchio, il volto riflesso nella superficie liscia non era quella che si ricordava, "Non mi chiamo Sai" disse mandando in frantumi il vetro delicato con un pugno facendo fuoriuscire qualche goccia di sangue dalla pelle bianca che si mischiò con l'acqua che sgorgava incessante dal rubinetto. Un ghigno malefico apparse sul suo volto la 'cosa' dentro di lui si era risvegliata, la sua vista era annebbiata, percepiva a malapena il rumore fastidioso della pioggia che batteva contro le finestre, i suoi battiti cardiaci si fecero più lenti, "No!" gridò portandosi le mani alla testa e accasciandosi al suolo "Io sono Sai!" gridò di nuovo, la voce insistente che fino ad allora aveva continuato a tormentarlo nella sua testa cessò. Il ragazzo cercò di rimettersi in piedi guardò le sue mani dubbioso, vide il sangue che gli fuoriusciva dai tagli provocati dallo specchio, pezzi di vetro per terra. Alzò lo sguardo davanti a sé, vide lo specchio frantumato e con esso il suo volto diviso, riflesso tra i vari frammenti che non erano ancora caduti per terra. Si vide diviso e diverso, qualcosa in lui lo aveva cambiato e stava cambiando osservando quei riflessi, quel volto biancastro come senza vita. Il volto nei riflessi era stato deformato, così come dentro di lui, non riusciva a capire chi fosse realmente. Sai non era il suo vero nome, ma un nome che gli era stato dato da un ragazzo dai capelli dorati, colui che aveva un sorriso che era in grado di sciogliere ogni solitudine e far nascere un ardente legame. Lui gli aveva dato il nome Sai, un nome e con esso un legame sincero e puro, ciò che non aveva mai avuto. Avevano legato sin dalla prima volta che si incontrarono, il biondo aveva qualcosa di speciale che lo attirava e gli faceva provare sentimenti ed emozioni, che gli erano stati sempre negati, che gli avevano impedito di avere, lui non doveva provare niente di tutto ciò ma doveva solo obbedire ed eseguire le missioni in modo impeccabile ed essere il migliore. La concezione della vita del giovane che vedeva nello specchio era di riuscire ad essere sempre il migliore ed essere in grado di eliminare chiunque lo ostacolasse, non c’era spazio nel suo mondo per emozioni o sentimenti, non c’era spazio per amicizie o amore. L’unica cosa davvero importante era di essere il più forte e portare a termine i suoi doveri. Ma tutto cambiò dal momento in cui sulla sua strada incontrò quel giovane dai occhi blu cobalto, gli insegnò che c’erano cose al di fuori di quello che lui considerava la sua vita e gli insegnò che la solitudine era presente in tutti, ma nessuno lo poteva sopportare e nessuno desiderava stare da solo. I ninja lavoravano da soli, ma anche in squadra perché l’unione fa la forza e la sola percezione di qualcuno che ti è accanto, basta a colmare il dolore provocato dal vuoto. Naruto era suo amico, erano diventati amici, anzi erano qualcosa di più che semplici amici, “Lui è il mio… migliore amico” si disse, ma "Ora non più...” rispose una voce, il viso di Sai venne deformato da un sorriso malvagio, gli occhi che erano due pozze di petrolio divennero due laghi di lava incandescente per poi spegnersi subito dopo, coprite dalle palpebre chiusesi per la stanchezza. La metamorfosi ebbe fine. Gocce di sudore gli impregnavano la fronte fredda come il marmo, anche se dall'esterno poteva sembrare un sonno tranquillo in realtà dentro di lui si stava svolgendo il peggiore degli incubi. Un Sai semicosciente fluttuava sospeso nel nulla, le forze lo avevano abbandonato definitivamente, "Lasciami il tuo posto, il tuo tempo qui è finito" disse la voce "Mai! Non ora che ho trovato un amico, non riuscirai a rinchiudermi!" disse flebilmente, "Mi stai sfidando? Non puoi nulla contro di me" rispose l'altro, quattro catene comparvero dal nulla e si avvolsero agli arti del ragazzo bloccandogliele, la pressione divenne fortissima, l'altro lo stava tirando giù da quel suo fluttuare incatenandolo ad una roccia nelle profondità della sua mente. CAPITOLO 12-SENSI DI COLPA 12-Sensi di colpa Un'aquila volava alto nel cielo, legata alla sua zampa c'erano informazioni riservatissime per il quinto Hokage del villaggio della foglia.
'Toc, toc' "Naruto sei in casa?" chiese una voce femminile, la porta del piccolo appartamento si aprì mostrando un Naruto ancora assonnato "Cosa c'è Sakura-chan a quest'ora del mattino?" "Tsunade mi ha mandata a chiamarti, sbrigati!" "Ma ho i ramen sul fuoco!" si lamentò Naruto "Adesso! Muoviti!" disse Sakura agitando uno dei suoi pericolosissimi pugni in cerca di un bersaglio, l'espressione di Naruto cambiò come dal giorno alla notte "Arrivo, arrivo, non avevo neanche fame... sigh..." prese la sua giacca e si diresse verso il palazzo dell' Hokage. Godaime era in piedi davanti la finestra, lo sguardo fisso su qualcosa di lontano all'orizzonte "Siediti Naruto" disse in tono gentile, Naruto si mise a sedere, sulla scrivania notò un messaggio, sembrava molto importante, "Naruto promettimi che quel che ti sarà rivelato qui non verrà trapelato" Naruto annuì " Stamattina è arrivato un messaggio a tutti i villaggi con su scritto che Orochimaru è stato ucciso" "Ucciso? Da chi?" chiese Naruto "Uchiha Sasuke" "..." il biondo rimase sorpreso "Lo sapevo che non gli avrebbe permesso di prendere il suo corpo, quindi sta per tornare!" disse con un sorriso raggiante "..." Tsunade abbassò lo sguardo "Sta per tornare vero?" chiese Naruto con tono meno sicuro di prima "Le fonti dicono che stia cercando Uchiha Itachi" "Come..." "Ascoltami Naruto, non devi assolutamente andare a cercare Sasuke, ci penserà la squadra Anbu, li ho già inviati alla ricerca di Sasuke" "Come puoi pretendere che io me ne stia qui tranquillo mentre Sasuke...rischia la vita!" "Preferisco far rischiare una vita piuttosto che due, non sappiamo ancora se è un amico o nemico e non possiamo rischiare" "Nemico?! Lui è Sasuke... noi siamo compagni di squadra" "Lo eravate anche quando ti ha tradito?" chiese ironica Godaime "Lui...non mi aveva tradito, voleva solo... diventare più forte" "Uzumaki Naruto, con la carica di Godaime che mi è stato conferito, ti proibisco di allontanarti dal villaggio per nessun motivo, pena, essere marchiato come traditore" lo sguardo di Tsunade si fermò sul coprifronte sfregiato allacciato al collo di Naruto "Non puoi farmi questo vecchia rimbambita" "Cosa hai detto, Naruto!" gli occhi di Godaime bruciavano di fuoco. Naruto si stava preparando per ricevere uno dei micidiali colpi di Tsunade, quando lo sguardo rabbioso si tramutò in uno sguardo pieno d'affetto, l'hokage si avvicinò a lui e lo strinse a sé "Lo sò che lui è importante per te ma anche tu sei importate per noi, non possiamo rischiare di farti prendere dall'Akatsuki" disse Tsunade in tono materno, "D'accordo" rispose Naruto e uscì dalla stanza, di nuovo una promessa che non sarebbe riuscita a mantenere. Naruto vagava per le strade senza una meta precisa, le gambe camminavano da sole, quando si fermarono pensò di essere arrivato a casa ma vide che il palazzo di fronte a lui non era il suo, bensì quello in cui abitava Sasuke. "Ti sei smarrito Naruto-kun?" Naruto alzò la testa, un ragazzo era seduto su un albero e scese giù facendo una capriola, il biondo aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse subito. Si sentiva in colpa per il giorno prima e anche profondamente imbarazzato. Sai parve capire i stati d'animo del biondo e continuò "Quello che ti ho detto ieri... ecco..." era la prima volta che Sai cercava di mettere a nudo il proprio cuore e mostrare qualche sentimento "Insomma... volevo dirti che..." "No, sono io che devo dirti qualcosa... Quel giorno mi sono lasciato trasportare, in realtà ti scambiato con Sasuke, mi dispiace" disse in tono colpevole, Sai rimase sorpreso, non si aspettava quella risposta "A me va bene così Naruto-kun" disse e si accontentò di prendergli la mano, frenando il desiderio di abbracciarlo. "Allora amici?" chiese con un debole sorriso "Anche qualcosa di più" disse l'altro, Naruto rimase sconcertato ma la sua mano strinse la mano che lo teneva dolcemente, "Vorrei provare ad essere il tuo migliore amico" disse Sai e si sorrisero a vicenda. Uno strano rumore all'improvviso ruppe l'atmosfera che si era creata Naruto divenne rosso d'imbarazzo per l’eccessivo brontolio del suo stomaco "Sai, non ho ancora fatto colazione...eheh!" disse Naruto, Sai divertito disse "Ti offro un piatto di ramen" e i due si diressero verso il chiosco preferito del biondo. Lungo il percorso i due ragazzi incontrarono Sakura e Ino che chiacchieravano allegramente "Ti dico che è così! Oh, Naruto, chi è quel ragazzo con te?" chiese Sakura "Non ti sembra che assomigli a qualcuno?" chiese Ino, "Davvero?" "Ma si! Assomiglia a Sasuke-kun!" "Hai ragione... Naruto chi è questo ragazzo?" all'improvviso il suo sguardo cadde più in basso. Naruto vide comparire sul volto di Sakura una strana espressione, guardò verso la direzione in cui puntavano i suoi occhi, vide la sua mano stretta in quella di Sai, il panico si impossessò di lui, ritirò la mano bruscamente dalla dolce presa. Sai lo guardò con sguardo interrogativo, il viso dell'Uzumaki era diventato paonazzo "Ecco lui è Sai..." non sapendo cosa rispondere, Sakura alzò lo sguardo e lo fisso negli occhi, sembrava volesse dirgli "Hai già dimenticato Sasuke-kun? Lo rimpiazzi con il primo arrivato che gli somiglia un pò?", Naruto non riusciva a sostenere quello sguardo di rimprovero abbassò la testa e rimase a fissare le sue scarpe. Sai mise un braccio intorno al collo del biondo tirandolo un pò verso di sé dicendo "Piacere, volete unirvi a noi? Stiamo andando al chiosco di ramen" per un attimo a Sakura ed Ino parve di trovarsi di fronte a Sasuke e accettarono l'invito. Durante il tragitto Sakura si avvicinò a Naruto e con tono molto basso gli chiese "Cosa voleva Godaime?" Naruto a quella domanda si fermò, aveva promesso di non rivelare a nessuno il contenuto di quella conversazione "Ehm, niente... voleva avere il rapporto della missione che mi ha affidato il maestro Jiraya", Sai si voltò verso di lui con sguardo indagatorio, percepiva benissimo che qualcosa non andava nell'amico, ma non disse nulla. Arrivati al chiosco di ramen Naruto ordinò una porzione di ramen consigliando agli amici di provare il ramen ai frutti di mare "Sono una vera bontà, potete fidarvi! Ho esperienza in fatto di ramen!" Sakura e Ino scoppiarono in una risata. Solo Sai non rise, aveva intuito che la battuta dell'amico era stata fatta per nascondere la tristezza del suo cuore. Mentre Naruto si gustava il suo piatto di ramen, le ragazze tempestarono Sai di domande a cui rispondeva in modo vago "Da dove vieni?" chiese Sakura "Non vengo da nessuna parte, sono un ninja di Konoha" rispose Sai "Davvero? Quanti anni hai?" chiese Ino "Ho la stessa età di Naruto" rispose di nuovo Sai "E tu come fai a sapere quanti anni ho?" chiese Naruto con la bocca piena di ramen "Io so tutto di te" rispose sorridendo, le due ragazze rimasero ammaliate da quel sorriso "E dimmi ce l'hai la ragazza?"chiese Ino, Sai la fissò con volto impassibile "Non sono interessato a... queste cose", Ino rimase delusa, un'altro ragazzo così carino ma misogino, "Beh potrei farti interessare io a queste cose" disse in tono provocante Ino, a Naruto e Sakura andò il ramen di traverso, "Ino smettila!" gridò Sakura "Che c'è?" chiese l'amica seccata "Non avevi detto di essere l'ammiratrice numero uno di Sasuke-kun?" "Beh Sasuke-kun al momento non c'è, e poi Sai gli assomiglia moltissimo" "Che noia le ragazze, sono troppo chiassose", tutti rimasero in silenzio e fissarono la persona che aveva pronunciato quelle parole "Non è forse così Naruto?" disse di nuovo rivolgendo un sorriso al biondo "Ehm... già" "Oh, vedo che hai finito il tuo ramen, allora possiamo andare. Ragazze è stato un vero piacere incontrarvi ma temo proprio che dovremo salutarci qui" Sai prese il braccio di Naruto e lo tirò via. Le ragazze rimasero sedute lì impalate a fissare i due che si allontanavano "Sakura... quel tizio... è come se Sasuke-kun fosse tornato" "Non dire idiozie Ino, nessuno può prendere il posto di Sasuke".
"Perchè ce ne siamo andati via così?" chiese il biondo, Sai lo aveva portato nella foresta e lo sbattè contro un albero, i loro sguardi si incontrarono "Cosa ti tormenta?" la domanda era assolutamente inattesa da Naruto "N-niente" ma quei occhi color pece lo stavano fissando come se volessero esplorare ogni angolo della sua anima "Sasuke... Sasuke ha ucciso Orochimaru... e ora è alla ricerca di Itachi..." "Sei preoccupato per lui?" chiese in tono piatto Sai, Naruto annuì "Tsunade mi ha proibito di cercarlo, se vado a cercare Sasuke mi marchierà come traditore di Konoha" lo sguardo di Sai cadde sul coprifronte sfregiato "E ti importa di diventare un traditore?" "Vorrei cercarlo per riportarlo qui a Konoha, ma se divento un traditore dove potrei riportarlo?" "Potreste rimanere insieme, magari fondare un villaggio vostro, come ha fatto Orochimaru" a quelle parole Naruto non seppe come ribattere e rimase in silenzio "Forse ma... Sasuke non mi sopporta" disse distogliendo lo sguardo dal moro. A quelle parole piene di tristezza e malinconia, Sai sentì un impulso irrefrenabile di dirgli quello che sentiva nel suo profondo e lo baciò. Naruto fu colto di sorpresa, di nuovo, ma questa volta era diverso, non rimase passivo e lo baciò a sua volta. All'improvviso Sai si scostò da lui "Che stai facendo?" e un pugno gli arrivò in testa, "Ma che...diavolo ti è preso? Perchè mi hai colpito?" disse Naruto accarezzando il bernoccolo che si era formato. "Non dovevi farlo" disse Sai con tono di rimprovero "Cosa? Ma se sei tu che hai iniziato a baciarmi!" rispose Naruto arrabbiato, "Solo io posso baciarti", a quelle parole Naruto rimase stupito ma allo stesso tempo divenne ancora più arrabbiato, ma prima che potesse ribattere qualcosa, Sai se ne andò. Naruto era rimasto lì, voleva andargli dietro e menarlo "Ma come si permette, quel bastardo, chi si crede di essere..." e tutto ad un tratto si accorse di una presenza e un' ombra si mosse dietro gli alberi "Che scena romantica, Uzumaki Naruto". CAPITOLO 13-CHOICE 13-Choice Due occhi rossi si intravedevano nell'ombra, "Sasuke" pensò il ragazzo biondo, la figura si mosse in avanti portandosi alla luce "Uchiha Itachi! Cosa ci fai qui?" disse Naruto indietreggiando "Naruto, ora è davvero giunto il momento di seguirci" "?!" "Non puoi sfuggirci in eterno, unisciti a noi, così potrai evitare la distruzione di Konoha" "Preferisco morire piuttosto che unirmi a voi" "Sapevo che avresti detto così, allora devo dedurre che non ti interessi più Sasuke, infondo ti sei trovato un nuovo amichetto da quel che ho potuto vedere" "Che centra Sasuke? L'avete catturato?" un sincero terrore si impossessò del biondo "Non preoccuparti, non è ancora riuscito a trovarmi, però lo farà presto. Non vuoi rivederlo?" "Io voglio riportarlo a Konoha!" "Giusto, e non potrai farlo se lo ucciderò" "... Continua ti ascolto" "Uzumaki Naruto, quest'oggi sono stato inviato dall'Akatsuki per proporti di unirti alla nostra società segreta" lo sguardo di Itachi era fisso sul ragazzo biondo. "Non mi unirò a voi bastardi!" L'Uchiha non si scompose "Accetta questa proposta, possiamo offrirti più di quanto immagini" "Niente di quello che offrite potrebbe interessarmi" "Neanche.. il tuo passato?" "Il mio... passato?" "Esattamente, non vuoi sapere chi sono i tuoi genitori e perchè Yondaime ha sigillato in te il Kyubi?" "I miei genitori? I miei genitori sono morti! E nulla cambierà questo!" "Sei sicuro che siano morti veramente? Perchè non c'è la loro tomba nel cimitero di Konoha?" "..." Naruto non sapeva cosa rispondere, era vero, da piccolo gli avevano detto che i suoi genitori erano morti quando il kyubi attaccò il villaggio, ma al contrario degli altri non avevano mai avuto una tomba. "Pensaci bene Naruto, noi ti offriamo la conoscenza del tuo passato e... anche Sasuke" Naruto non rispose, lo sguardo si abbassò, Itachi gli aveva dato da pensare. "Aspetterò nella foresta una risposta fino alla luna nuova" "Aspetta, ma la luna nuova non è stasera?" ma fece troppo tardi Itachi se n'era già andato senza lasciare traccia.
Naruto rimase solo a pensare, era confuso non sapeva che fare, non avrebbe mai accettato la proposta di Itachi ma non poteva neanche ignorare quello che aveva detto. Al pensiero di poter conoscere il suo passato, di sapere se i suoi genitori fossero vivi fu tentato di corrergli dietro ed accettare "No non posso!". Naruto era di malumore, avrebbe dovuto dare una risposta ad Itachi fra poche ore, decise di fare un giro per il villaggio, magari avrebbe potuto trovare una risposta. I bambini giocavano felici per le strade, ricordava che quando lui era piccolo nessuno voleva giocare con lui, nessuno permetteva al proprio figlio di giocare con lui. Arrivò fino al parco dove ogni pomeriggio si soffermava per fissare la figura solitaria di Sasuke seduto in riva al lago, ora Sasuke non c'era più... -["Pensaci bene Naruto, noi ti offriamo la conoscenza del tuo passato e... anche Sasuke"]-, l'offerta sembrava più allettante che mai. Tutti al villaggio lo consideravano un mostro, nessuno si era mai sforzato a vedere l'essere umano che c'era in lui, un mostro lui, lui che aveva sempre cercato di proteggere quel villaggio e i suoi abitanti. "Sono degli ipocriti" si disse Naruto "Forse non tutti" la sua mente fu pervasa dal primo ricordo piacevole di quel posto, il maestro Iruka, "Se avessi un padre sarebbe come lui..." pensò sorridendo, ma Iruka non era l'unica persona che credeva in lui... In tutti questi anni aveva incontrato tante persone e si era fatto tanti amici. "Loro credono in me... non posso tradirli". "Cosa fai lì impalato Naruto?", Sai aveva la capacità di apparire quando Naruto ne aveva più bisogno "Qualcosa non va?" chiese con tono indagatorio, "Se qualcuno ti offrisse ciò che hai sempre desiderato... Accetteresti?" chiese il biondo, "Si" rispose senza esitare "Anche se è una cosa sbagliata?" "Non c'è niente di sbagliato a raggiungere i propri obbiettivi" disse Sai risoluto "Anche a costo di deludere i propri amici?" "Si" "..." "Perchè fai tutte queste domande?" "..." "Stai pensando a Sasuke?" "Secondo te Sasuke ha ottenuto ciò che voleva?" "Ne sono certo, è diventato molto forte" Naruto rimase spiazzato dalla risposta, "Come fai a saperlo?" Sai rimase un attimo in silenzio "Le ferite che avevo in corpo erano state provocate da lui" "?!" "Voglio essere sincero con te. Anche se mi potrebbe costare molto" Naruto annuì "Quando ti ho incontrato sul monte ero in missione, dovevo trovare e uccidere Uchiha Sasuke..." "Perchè?" "... Il consiglio pensa che sia potenzialmente pericoloso per il villaggio..." "Sasuke non attaccherebbe mai il villaggio!" "Lo penso anche io, è per questo che mi ha lasciato andare, se no a quest'ora sarei cibo per lupi. Ma non cambia il fatto che per loro sia pericoloso e che debba essere eliminato" Di nuovo questo pregiudizio, questa ipocrisia, solo perchè Sasuke aveva lasciato il villaggio per vendicare il clan, non voleva dire che avrebbe distrutto Konoha. Lo trattavano proprio come trattavano lui, anche se aveva kyubi sigillato dentro di lui, non voleva dire che non era un essere umano e che non avesse sentimenti ed emozioni. "Dai smettila di pensarci, ti offro del ramen all'Ichiraku!" sorrise Sai, un sorriso che sapeva fare solo a Naruto. "Vai prima te, io ho una cosa da fare, ti raggiungo dopo" "... Va bene" disse dubbioso Sai "Tutto a posto?" "Si, mi hai chiarito le idee. Ordinami un piatto di ramen ai frutti di mare, io arrivo subito!" disse Naruto strizzando l'occhio e si allontanò salutando con la mano il moro. "Naruto, sembra che tu debba partire per un posto molto lontano..." sussurrò Sai. Aveva preso una decisione ora sapeva cosa doveva fare. CAPITOLO 14-OSTILITA' 14-Ostilità Sai aspettava l'amico al chiosco di ramen, il suo piatto era pronto da molto tempo e si stava raffreddando "Dov'è quello stupido?" il ragazzo aveva un brutto presentimento... "Scusami se ti ho fatto aspettare!" il faccione sorridente di Naruto comparì all'improvviso "Scemo! Mi hai fatto prendere uno spavento!" "Oh no! I ramen si sono raffreddati!" "Cosa ti aspettavi? Sono mezzora che stanno lì!" "Puoi tenermi compagnia questa sera?" Sai rimase shockato da quella richiesta "Cosa?!" "Se non vuoi lascia stare", disse Naruto con uno strano tono. "Non intendevo dire questo, accetto" rispose Sai ancora un pò incredulo alla richiesta che gli era stata fatta da Naruto. I due dopo la cena si sistemarono sul tetto di casa Uzumaki ad osservare il cielo stellato, le stelle brillavano come non mai senza la presenza della luna che li oscuravano. Erano silenziosi, Sai percepiva una strana sensazione di lontananza "Sei strano oggi" "Ma no, ti sbagli, cosa te lo fà pensare?" "Sei silenzioso, non hai aperto quasi bocca" "Uhm...Sai tu credi nell'amore?" "L'amore esiste ma spetta a noi accettarlo, rifiutarlo o darlo... perchè questa domanda?" chiese Sai sorpreso. "Non sò, mi è venuto in mente così... Hai mai amato?" Sai rimase sconcertato dalla domanda non sapeva come rispondere, dopo qualche minuto di silenzio all'improvviso disse "Solo poco tempo fa ho scoperto di amare una persona, di averla sempre amata... " "E quella persona lo sa?" Naruto chiese curioso "No, non credo che lo sappia... e tu, hai mai amato?" chiese Sai "Amare... non so bene cosa si provi ad amare ma voglio molto bene a Sakura-chan e credevo che il mio fosse amore ma..." rimase in silenzio, non sapeva come rispondere, lui non aveva mai provato l'amore, non era stato mai amato, non aveva genitori, non aveva fratelli, lui poteva solo immaginare come fosse l'amore di un genitore stando con Iruka-sensei. Anche se l'amore bussasse alla porta del suo cuore non sarebbe stato in grado di riconoscerlo. "Vuoi bene solo a Sakura?" chiese Sai "... no certo, voglio bene anche a Iruka-sensei, Kakashi, Tsunade, Ero-sennin... insomma hai capito" "... e Sasuke?" "Anche a lui... anzi no", no, quello che provava per Sasuke non era un semplice voler bene Sai fece un'espressione orribile stava per ribattere quando Naruto disse "Gli voglio più che bene" "Sono sicuro che anche lui te ne voglia" "Non credo" un sorriso triste apparve sul volto del biondo "Ha detto che non mi ha ucciso solo per non essere manipolato da suo fratello" "..." "Lui mi odia!" "Non è vero!" gridò Sai "Sono sicuro che non è così, devi crederci!" "Crederci... è quello che mi ripeto sempre, ma le parole non bastano, vorrei rivederlo ancora una volta e chiederglielo" "Forse quando si sarà vendicato tornerà qui al villaggio" disse Sai. La loro conversazione finì lì, i ragazzi non dissero più niente assorti com'erano ognuno dai propri pensieri.
I giorni passavano lenti e monotoni, Naruto era sempre più titubante negli allenamenti e a volte li saltava proprio. "Naruto cosa stai facendo! Non la devi schivare! La devi parare!" disse arrabbiato Kakashi "Possiamo finire qui per oggi?" chiese supplichevole il biondo "Ma se abbiamo appena iniziato! Non ti riconosco più!" "Sono stufo di allenarmi, se non posso andare a cercare Sasuke allora non ha senso diventare più forte!" "Sasuke-kun si sarebbe arrabbiato se ti avesse sentito!" disse Sakura "Naruto, ha ragione Sakura" disse Sai, era entrato a far parte del Kakashi team da un paio di giorni. "E perchè mai dovrebbe arrabbiarsi, non gli importa niente di me" disse amaramente e se ne andò non curante dei compagni che lo chiamavano e cercavano di fermarlo. Ritornò nel suo appartamento, non se la sentiva di affrontare i suoi amici e stare con loro, la sua mente era tormentata da sensi di colpa. Aveva tradito un'altra promessa e aveva deluso i suoi amici e le persone a lui care. Non riusciva a pensare ad altro che a Sasuke, si chiedeva quanta forza e quanto coraggio ci fosse voluto prima di prendere una decisione così drastica. Una parte di sé cercava di credere nel suo villaggio, credere all'importanza di avere una casa, non voleva andarsene così, non voleva essere marchiato come traditore ma voleva Sasuke. Il desiderio di ritrovare Sasuke era troppo grande da ignorare non poteva resistere e avrebbe fatto qualunque cosa per trovarlo e stare con lui. Ma all’improvviso un quesito fece strada nella sua mente “E se lui non ne volesse sapere niente di me?” se davvero lui lo odiasse, che cosa farebbe allora, avrebbe agito contro le volontà di Tsunade per niente e non potrebbe neanche più tornare al villaggio, la sua casa, che ne sarebbe stato di lui?
Il giorno dopo deciso e irremovibile si diresse verso il palazzo dell'Hokage voleva convincere Tsunade a lasciarlo partire, sperava di convincerla a ritirare l'ordine che gli era stato impartito, aveva persino comprato dei dolci di riso speciali, sapendo quanto è golosa sperava di addolcirla. Arrivato davanti alla stanza del Godaime rimase sulla porta cercando di pensare a come impostare un discorso di effetto e commovente quando udì delle voci nella stanza. "Gli Anbu dicono di aver notato un tipo sospetto con una veste nera con nuvole rosse, supponiamo che possa essere qualcuno dell'Akatsuki, ma non sono riusciti a identificarlo" "E ora dov'è?" era la voce di Tsunade. "Hanno perso le tracce ma sembra che si sia allontanato dal villaggio" "Ma il punto non è questo, ora si stanno muovendo, prima hanno attaccato il villaggio della sabbia ora potrebbero aver deciso di attaccare il nostro e tentare di rapire il Jinchuuriki" "Le nostre forze non si sono ancora ristabilite del tutto nonostante siano passati più di tre anni dall'ultimo attacco al villaggio" "Dato quello che era successo al villaggio della sabbia, i nemici non sono da sottovalutare e se attaccassero, il villaggio potrebbe essere in serio pericolo" "Rafforzeremo le squadre nei confini, metterò il villaggio sotto stretto controllo degli Anbu, non permetterò che accada qualcosa al villaggio ed ai suoi abitanti" rispose Tsunade con tono preoccupato. "Si, ma la squadra Anbu ha altri compiti non può sorvegliare sempre la città" "Ora che si è sparsa la voce che Uchiha Sasuke stia dando la caccia a suo fratello, potremmo rischiare che il Jinchuuriki possa essere attratto dall'idea di andarlo a cercare, e questo anche l'Akatsuki lo sa" "Che cosa intendi dire?" chiese Tsunade, anche se ne aveva già una vaga idea. "Potrebbero tendergli una trappola facendo credere che Uchiha Sasuke sia nelle loro mani ed eliminare. attirarlo da loro" "Non possiamo permettere che si impossessino del potere del kyubi" "Che cosa avete in mente, parlate chiaro" disse Godaime irritata. "Pensiamo che la cosa migliore sia rinchiuderlo nel quartier generale degli Anbu, sotto la loro stretta sorveglianza" "Cosa? Non se ne parla neanche" disse Godaime infuriata. "Sii ragionevole, è l'unica soluzione possibile" "Non ti dimenticare che è quasi riuscito ad uccidere uno dei Sennin leggendari, il ragazzo sta perdendo il controllo del kyubi e potrebbe distruggere l'intero villaggio, se non lo rinchiudiamo" Naruto non riuscì a ascoltare oltre e corse via. CAPITOLO 15-TORNEO CHUNIN 15-Torneo Chunin Naruto sparì per molti giorni, non vedeva nessuno, non parlava con nessuno, non andava agli allenamenti, la sua casa era chiusa a chiave e nessuno rispondeva, nessuno veniva ad aprire la porta quando qualcuno bussava, Naruto sembrava sparito.
Naruto si sentiva a pezzi, aveva sempre aperto il suo cuore agli altri, ma il risultato era che rimaneva sempre ferito. Da quel che aveva capito ora volevano addirittura rinchiuderlo. Lui aveva fatto di tutto per essere accettato, era riuscito a battere, contro ogni previsione, Hyuga Neji al torneo chunin, aveva difeso il villaggio contro l'attacco di Orochimaru e del villaggio della sabbia, mettendo a rischio la sua vita, così come Sasuke che si era battuto rischiando la sua. Sasuke era visto come uno dei giovani più promettenti e geniali del villaggio, tutti lo ammiravano e lo rispettavano ma ora che si era allontanato per diventare più forte per vendicare lo sterminio del clan Uchiha, loro lo volevano uccidere. Avevano paura delle persone più forti, avevano paura che il controllo e potere potesse appartenere a persone come lui 'Uzumaki Naruto' un orfano senza genitori e con un demone rinchiuso nel proprio corpo, un essere che non può essere controllato e quindi lo vogliono rinchiudere e se lui avesse rifiutato allora come per Sasuke-kun anche lui sarebbe stato un obbiettivo da eliminare. Quella gente era ipocrita, falsa ed egoista pensavano solo a loro stessi non pensavano a lui o a Sasuke, a come si fossero mai sentiti, la loro solitudine, il loro dolore per la perdita dei genitori, l'odio verso quella compassione falsa. Sapevano solo dire a loro come dovevano comportarsi, cosa dovevano fare, quali fossero i loro compiti e che dovevano essere felici per quello che avevano, per la casa che il villaggio gli offriva, ed andarsene significava tradire la propria casa, ossia il villaggio, perciò dovranno essere eliminati perché sono potenti e non possono permettersi che il potere venga perduto e che possa essere usata da altri. "Sono solo degli egoisti" disse Naruto infuriato. "Egoisti? chi sarebbero egoisti?" una voce si levò quasi come un bisbiglio. "AAAH!" Naruto sobbalzò. "Però, non ti ho mai visto così concentrato in qualcosa, non ti sei neanche accorto della mia presenza, potresti rischiare grosso, lo sai?" "Kakashi-sensei! Non si fa così, la deve smettere di sbucare fuori così all'improvviso e poi avevo detto che sto male, non sono in grado di fare niente." disse Naruto imbronciato. "Sono venuto proprio per vedere come stai e che cos'hai" "Non sto bene, tutto qui" "E' quasi una settimana che non vieni agli allenamenti, che ti succede?" "Gliel' ho già detto, non mi sento bene" "Allora dovrò portarti da Godaime, così scopriremo perchè stai male, oppure preferisci che chiami Sakura? è molto preoccupata per te" "Non deve disturbarsi, so il fatto mio, non ho bisogno di nessuno, non ne ho mai avuto bisogno e me la sono sempre cavata bene da solo" "Non credo alle mie orecchie, credevo che avessi imparato l'importanza del vero significato della parola squadra, e che bisogna sempre aiutarsi a vicenda..." "Aiutarsi a vicenda lei dice, ma chi vuole aiutare Sasuke eh? se è davvero così importante la squadra e che il villaggio è una grande famiglia perchè non posso andare a cercare Sasuke, perchè non mi è permesso di aiutare il mio compagno?" una rabbia incontrollabile aveva divorato Naruto, nei suoi occhi si intravedevano fiamme di odio. Kakashi rimase shockato da quanta rabbia era presente in Naruto, che era sempre stato un ragazzo raggiante e dolce, aveva un sorriso per ogni situazione ed era sempre allegro e felice, ma il ragazzo che vedeva ora di fronte a sé sembrava un'altra persona. "Naruto, lo so, anzi lo sanno tutti che tieni molto a Sasuke e che tu voglia riportarlo indietro, anch'io e molti altri desideriamo la stessa cosa.." "Allora perché non posso..." Naruto si sentiva a pezzi stava per scoppiare. "Non interrompermi, non ho finito" lo riprese Kakashi e continuò il suo discorso interrotto "Molte persone non vedono l'ora che Sasuke ritorni, ma ci sono anche altre cose di cui preoccuparci..." "Altre cose? cosa ci sarebbe di così importante per cui non possiamo andare a cercare Sasuke?" disse Naruto interrompendo Kakashi-sensei. Uno sguardo lo fulminò "Ti ho detto di non interrompermi" disse Kakashi e si preparò a riprendere il discorso "Dopo l'attacco al villaggio della Sabbia tutti i villaggi ninja sono in allerta, e noi dobbiamo stare molto più attenti..." "Perché ci sono io, giusto?" Naruto lo interruppe di nuovo "Si, tu sei l'obbiettivo dell'Akatsuki e sei un membro del villaggio perciò non possiamo rischiare che ti accada qualcosa, sei importante per noi" disse Kakashi con tono piatto e tranquillo. "Sono importante perchè ho il Kyubi, e non possono permettere che finisca nelle mani degli altri" Naruto aveva una voce quasi strozzata. "Si, è vero, ma non solo, tu come Sasuke, siete membri del villaggio e non possiamo permettere che accada qualcosa ai nostri ragazzi, quindi ti è stato proibito di uscire a cercare Sasuke, ma ci sono altri che lo stanno cercando al posto nostro" A quelle parole gli venne in mente ciò che gli aveva detto Sai 'Sono stato incaricato dal consiglio del villaggio per eliminare Sasuke ', anche Sai cercava Sasuke e forse come lui altri lo cercavano. Intanto Kakashi continuava il suo discorso "Sasuke è in gamba, non gli accadrà niente e l'Akatsuki non è interessato a lui, non è in pericolo quanto lo sei tu, quindi allenati e cerca di migliorare e non pensare a nient'altro" "Allenarmi? Come? Dove?" stava pensando a ciò che aveva sentito fuori dalla stanza di Tsunade, lo volevano rinchiudere, non volevano che diventasse ancora più forte, allora come avrebbe potuto allenarsi e dove lo avrebbe potuto fare. "Come sarebbe a dire 'come e dove ', ti allenerai con la squadra al campo di allenamento numero tre, ti sta bene oppure avevi qualche altro posto in mente?" chiese Kakashi in modo scherzoso cercando di calmare Naruto. "Allenarmi con la squadra? Quindi non le hanno detto nulla? Oppure lei lo dice per farmi venire fuori e consegnarmi a loro?" "Consegnarti a loro? Di cosa parli? Cos'è che non mi avrebbero detto?" Kakashi avvertiva un certo tono freddo. "Non importa, non ho ancora intenzione di uscire" sapeva bene che se solo si fosse mosso quelle persone avrebbero cercato di rinchiuderlo. “Pensavo che fossi diventato più maturo, ma a quanto pare mi sbagliavo” rispose Kakashi “Se per sopravvivere devo passare per un immaturo allora, si sono immaturo” “Sopravvivere? Ma cosa stai dicendo? Non riesco a seguirti” “Sono andato da Godaime, e senza volerlo ho ascoltato cosa ha detto il consiglio…” di nuovo un’ondata di rabbia pervase Naruto “Hanno intenzione di rinchiudermi! E se non mi farò rinchiudere mi uccideranno! Già tenteranno di uccidermi come con Sasuke! Anche lui è in pericolo!” All’improvviso la porta dell’appartamento venne distrutta da un pugno potentissimo “Cosa vogliono fare a Sasuke?!”chiese Sakura stravolta I due ninja rimasero a fissarla increduli, aveva buttato giù la porta con un solo pugno “Sakura non si usa bussare?” chiese Kakashi-sensei “Ho bussato troppo forte…” tentò di scusarsi la rosa “Sasuke, Sasuke-kun è in pericolo? Chi vuole ucciderlo?” “…” Naruto non rispose, possibile che le importasse solo di Sasuke? La loro di amicizia non contava niente? Si sentì di nuovo tradito. “Naruto, sono sicuro che Godaime farà tutto il possibile per proteggere te e Sasuke” “…” “Infatti mi ha mandato per convincerti a partecipare alle selezioni Chunin, tutti quelli della tua età sono diventati chunin, se non jonin” “Diventare chunin?” nel cuore di Naruto si accese una speranza, forse avrebbe potuto dimostrare il suo valore facendo cambiare opinione sul suo conto “Quando ci sarà il torneo?” “Il torneo si terrà tra due settimane, ti conviene allenarti, anche se penso che non avrai grandi difficoltà. Passerai direttamente alla fase finale” “Quanti hanno passato le selezioni?” “In cinque, solo uno è della foglia” “Chi è?” “Il tuo compagno di squadra, Sai” “?!” “Ha voluto partecipare anche lui, si sta allenando duramente, al contrario di te che ozi tutto il giorno piangendoti addosso” “Lui non è ancora chunin?” “A quanto pare no, è stato assente a lungo dal villaggio, da quel che ho potuto capire” “Va bene, mi impegnerò anch’io al massimo! Riuscirò a diventare Hogake un giorno!” sembrava che Naruto fosse ritornato quello di sempre “Così mi piaci” disse Kakashi sorridendo, sparendo come suo solito in una nuvoletta di fumo. “Naruto… davvero Sasuke è in pericolo?” “Si, ma sa badare a se stesso” “M-ma…” “Sakura non ti preoccupare, anche se adesso non posso lasciare il villaggio per mettermi sulle sue tracce, presto lo troverò” disse deciso “Naruto…” a Sakura vennero le lacrime agli occhi, non si era mai accorta di quanto fosse diventato maturo il suo compagno di squadra, non era più un combina guai fannullone, ora era un vero uomo, un ninja a tutti gli effetti. Era anche diventato molto carino, non aveva niente da invidiare a Sasuke-kun, si avvicinò un po’ e gli diede un bacio sulla guancia sussurrandogli “Grazie, Naruto-kun…”, il suo volto arrossì un poco “Ora devo andare, ci vediamo agli allenamenti allora” disse con un sorriso timido “Si” Se quell’episodio fosse successo tre anni fa avrebbe fatto i salti di gioia, ma ora niente lo entusiasmava, le cose stavano andando di male in peggio, non sapeva per quanto sarebbe ancora riuscito a resistere, sentiva il suo corpo indebolirsi giorno dopo giorno. “Maledizione, non ancora!” disse tirando un pugno sul pavimento. CAPITOLO 16- VERITA' 16-Verità Le due settimane passarono in un batter d'occhio, il giorno del torneo chunin era alle porte. Naruto era teso, nelle ultime settimane aveva lottato per mantenere quella poca forza che aveva e fra poco avrebbe dovuto affrontare il suo compagno di squadra Sai "Non so se riuscirò a resistere" pensò "Tutto bene Naruto-kun?" chiese Sakura, da quel giorno aveva incominciato a usare il suffisso kun, "Si, sono solo un pò stanco" "Sono preoccupata per te, ultimamente mi sembri così giù di corda, fai fatica persino a respirare!" "No, sto bene, forse ho esagerato con l'allenamento" "Ti prego stai attento, ho avuto modo di vedere Sai in azione, è molto forte... quasi quanto Sasuke-kun" "Lo so, non preoccuparti so badare a me, grazie" un sorriso triste apparve sul volto di Naruto "Il prossimo incontro! Uzumaki Naruto e Sai della foglia!" gridò l'arbitro dal centro dell'arena. Un boato pervase l'intera arena, la folla era entusiasta, il ricordo dell'incontro sensazionale tra Hyuga Neiji e Uzumaki Naruto avvenuto più di tre anni fa era ancora vivo nei spettatori, in alto sedevano i vari Kage. Naruto riuscì a scorgere dei capelli rossi sotto un cappuccio, sorrise, "Sta bene nella veste di Kazekage" pensò, "Magari un giorno, anche io starò seduto lassù" poi guardò verso Sai "Finalmete potrò provare la tua potenza" "Non avrei mai pensato di scontrarmi con te qui Naruto" disse Sai sorridendo "Già, allora vinca il migliore" I due ninja si misero in posizione, Naruto si ritrovò a parare all'improvviso un taijutsu del moro "E' veloce" pensò dal primo colpo seguirono altri di maggiore potenza, "Naruto, sei debole" disse Sai "Smettila di parare, attacca! Perchè non usi il tuo kage bushin no jutsu?" colpì Naruto con un pugno così forte che, anche se parato, lo fece volare dalla parte opposta dell'arena. "Naruto!" gridò Sakura preoccupata, quello non era il solito Naruto Naruto si rialzò da terra, non voleva fare la parte del vigliacco che sapeva solo parare, senza osare attaccare, Sai si stava avvicinando pericolosamente, il biondo estrasse dei kunai dalla sacca, attaccò su dei sigilli e li lanciò contro il moro. Sai schivò uno, due, tre kunai ma il quarto lo colpì esplodendo "Vedo che ti sei svegliato finalmente" disse Sai divertito "Tsk. Mi spiace ma penso proprio che il nostro incontro debba finire qui" "?!" "Non ho più forze, mi sarebbe piaciuto combattere davvero con te" "Cosa diavolo stai dicendo? Smettila di farneticare e combatti!" Sai ripartì con un pugno, Naruto non si mosse minimamente, il pugno era sempre più vicino, "Prenditi cura di Sakura-chan" "?!" il pugno di Sai si avvicinava pericolosamente quasi a toccare la faccia di Naruto, quando il biondo scomparve in una nuvola di fumo, lasciando il moro solo nell'arena. "Naruto-kun!" gridò di nuovo Sakura Naruto era scomparso nel nulla, un vociare si sollevò nell'arena "Dove diavolo è finito?" Sai si guardò intorno, guardò in alto, in basso, a destra, a sinistra... ma nessuna traccia del biondo poi alzò la testa verso dove erano seduti i Kage "Godaime! Naruto... penso che non sia mai stato qui a partecipare alla selezione chunin" disse Sai amareggiato, qualcosa dentro di lui aveva avvertito da qualche tempo una certa sensazione di distanza tra lui e Naruto ma non avrebbe mai creduto che il Naruto che aveva davanti a sé era una copia, "Chissà da quanto te ne sei andato, perchè non mi hai detto nulla?" si chiedeva dentro di sé. Una grande agitazione si levò al cielo, il Godaime ordinò che il torneo continuasse "Uzumaki Naruto perde l'incontro per ritiro e il vincitore del terzo incontro è Sai della foglia" disse il giudice del torneo e annunciò l'inizio delle semifinali del torneo finale. "Come sarebbe a dire, il torneo continua? Allora continuerà senza di me" disse Sai con tono infuriato. "Sai non fare sciocchezze, a Naruto ci penserò io, tu continua il torneo" disse Kakashi apparso dal nulla. "No, non posso restare qui, non ha senso che io stia qui se lui non c'è" disse il moro, con tono piatto. "Naruto è in gamba, di sicuro è andato a cercare Sasuke, lo ritroveremo presto non sarà difficile scoprire dove sia andato, deve essersi allontanato prima dell'inizio del torneo..." ma prima che Kakashi potesse dire qualcos'altro venne interrotto dalla voce strozzata del moro. "No, lui se n'è andato prima, ed è tutta colpa mia..." dentro di sé, il moro, avvertiva qualcosa una voce, 'lui' si era svegliato stava cercando di liberarsi, la sua voce continuava a risuonare e continuava ad accusarlo, lo stava deridendo, 'E' colpa tua, lui se né andato e rischia di essere preso dall'Akatsuki, rischia di morire, sei solo un egoista, è tutta colpa tua ' il tormento che avvertiva era tremendo stava per impazzire. Si accasciò per terra con le mani che tenevano forte il capo chino. "Che ti succede Sai?" disse Kakashi preoccupato. "Non... sono... Sai..." disse il moro con fatica "Non volevo questo, volevo solo vederlo, stare un pò insieme, me ne sarei andato subito dopo il torneo...non volevo che accadesse questo..." la voce parlò in tono normale. "Sò che Sai non è il tuo vero nome, comunque non è colpa tua prima o poi sarebbe andato a cercare Sasuke, nessuno lo poteva impedire..." ma Kakashi venne interrotto di nuovo (ma è diventato un vizio quello di interrompermi mentre parlo - ndKakashi). "No, poteva essere impedito, poteva non partire, io potevo fermarlo, potevo impedire che tutto ciò accadesse, se solo gli avessi detto la verità, se solo il mio orgoglio non fosse stato così grande da impedirmi di affrontarlo faccia a faccia..." non riusciva a continuare non sapeva come, dentro di lui l'altro si stava agitando e quello che sentiva, percepiva era tremendo era insopportabile, si sentiva soffocare. "Cosa stai dicendo?" Kakashi era sempre più sconcertato. La folla intanto aveva smesso di agitarsi e il Godaime stava scendendo verso l'arena con passo lento cercando di nascondere la propria preoccupazione, oltre a lei un'alta persona vestita nello stesso modo con il cappuccio stava scendendo le scale. "Sai, non so quale sia il tuo problema, ma Naruto ha abbandonato ufficialmente la selezione..." disse Tsunade in tono poco garbato, stava cercando di non far intravedere la grande tristezza che aveva pervaso il suo cuore. "No, lui è andato a cercare Sasuke, dovremmo interrompere il torneo" disse la figura incappucciata "Potrebbe essere molto pericoloso lasciarlo girare così da solo ora che l'Akatsuki ha ripreso a cercarlo" "... Quel incosciente, gli avevo ordinato di non allontanarsi dal villaggio! Gli avevo anche detto che se lo avrebbe fatto sarebbe diventato un traditore, oh no! Ora penserà davvero che io l'abbia marchiato come tale..." gli occhi di Tsunade si erano riempiti di tristezza. "No, è colpa mia, è tutta colpa mia..." bisbigliò Sai, tirò fuori una pergamena, le sue dita incominciarono a muoversi velocemente sotto gli occhi increduli di tutti. Stava eseguendo un sigillo. Un'enorme quantità di fumo fuori uscì dal sigillo, rendendo scarsa la visibilità. La folla rincominciò ad agitarsi, gli anbu presero posizione per un eventuale attacco, la nebbia si diradò lentamente, lasciando intravedere una sagoma in piedi al suo interno. "Io... mi dispiace" disse il ragazzo Gaara rimase sorpreso da quella voce, era molto che non la sentiva, anche se era diventata più profonda, sapeva a chi apparteneva Il fumo svanì del tutto permettendo alla vista di riconoscere la figura in piedi. Non c'erano dubbi, 'l'altro ora era in piedi al centro dell'arena, accanto a lui disteso a terra immobile giaceva il corpo di Sai. CAPITOLO 17- PENTIMENTO 17-Pentimento Naruto sputò sangue, aveva esaurito tutto il suo chakra, proprio un bel guaio, la sua copia al villaggio sarebbe scomparsa in quel modo e tutti avrebbero capito che lo aveva lasciato. Una figura con una lunga veste nera si avvicinò al biondo, Naruto trasalì, la sua copia era sparita e la consapevolezza dei ultimi avvenimenti si fece strada nella sua mente. "Arrenditi" disse l'uomo con il mantello nero "Mai!" "Mpf, sei degno del tuo nome, Uzumaki Naruto" "Tsk. Invece io mi aspettavo di più da te, Uchiha Itachi" disse sorridendo mentre si asciugava una gocciolina di sangue che era fuoriuscita dall'angolo della sua bocca. "Allora cercherò di non deluderti" disse attivando i suoi occhi demoniaci.
Davanti agli occhi increduli di tutti apparve dal nulla un ragazzo dai capelli neri e occhi scuri come la notte, Uchiha Sasuke era apparso, era ritornato. Lo sgomento era generale, Sakura che era da prima sorpresa ora sul suo volto scendeva un fiume di lacrime, tutti i presenti rimasero senza fiato. "Uchiha Sasuke? Non è possibile! Ma tu come..." Godaime era incredula, e non solo lei, tutti quanti lo erano. "Come mai sei qui Uchiha?" chiese Gaara con tono impassibile. "A dopo le spiegazioni intanto bisogna portare questo tipo all'ospedale, il suo corpo è al limite" disse con tono autoritario. Godaime lo guardò torvo "Squadra medica! Portatelo subito all'ospedale!" Degli uomini in camice arrivarono, dopo un esame veloce poggiarono Sai sulla barella e corsero via. "Penso che avrai tante cose da dire, Uchiha Sasuke, ma questo non è il posto più adatto" disse Gaara "Andiamo nel mio ufficio" disse Tsunade Sasuke fece un cenno di consenso con il capo e i tre più Kakashi sparirono dalla vista molto abilmente. Nella stanza del hokage regnava il silenzio più assoluto, la tensione era al massimo, tutti attendevano con il cuore in gola che Sasuke iniziasse a parlare. Sasuke riassunse gli avvenimenti più recenti, di come dopo aver ucciso Orochimaru sia riuscito a tornare a Konoha, ossia impossessandosi del corpo del ragazzo ormai sfinito sul letto dell'ospedale. "Allora fin'ora sei sempre stato tu Sai?!" chiese Kakashi incredulo "No, c'erano dei momenti in cui 'Sai ' riusciva a riprendere coscienza di sè" "Momenti rari immagino" disse ironico Gaara "..." "Come sei riuscito a fare ciò?" chiese Godaime "Ho perfezionato una tecnica... proibita... volevo solo, incontrare Naruto..." disse con tono colpevole, gli si leggeva negli occhi che fosse realmente dispiaciuto e preoccupato per quanto successo "Quello che hai fatto a Sai è stato orribile, forse quel ragazzo non riuscirà più a riprendersi" lo rimproverò Godaime "Potrei sbatterti in prigione seduta stante" "Ma non lo farete, vi servo per ritrovare Naruto" "Purtroppo il ragazzo ha ragione Tsunade, è lui l'obiettivo di Naruto, se spargeremo la voce che è tornato al villaggio di sicuro quel incosciente tornerà sui suoi passi" disse Jiraya perplesso "Ora il problema non è tanto Naruto, ma l'Akatsuki, se lo trovano non avrà scampo" disse Kakashi in un sussurro "Non sono degli avversari facili, sono molto forti e astuti, Naruto questa volta rischia seriamente la vita" "Dobbiamo andare a cercarlo!" disse Sasuke allarmato, ora era veramente consapevole del grave errore commesso "Non così in fretta ragazzo, prima spargiamo la voce che sei tornato a Konoha, Naruto non deve essere lontano da qui, non penso che l'Akatsuki l'abbia già individuato" disse Jiraya "Ma..." "Niente ma, tu devi fare da esca per Naruto, deve trovare un motivo per ritornare, e non penso ci siano motivi più validi di trovare te al villaggio che lo stai aspettando. Io intanto andrò in giro a raccogliere informazioni" disse Jiraya risoluto Gli occhi di tutti erano puntati sul moro, ora avrebbe dovuto mettere da parte la vendetta e cercare di salvare quel amico che tante volte aveva cercato di riportarlo indietro. Ora aveva capito, solo ora, anche se in ritardo aveva capito che la vendetta non lo avrebbe portato da nessuna parte. Ora che rischiava davvero di non poter vedere mai più quel sorriso e quei occhi, ora che forse non avrebbe mai più potuto sentire pronunciare da quelle labbra il suo nome "Sasuke", ora aveva capito di aver sbagliato tutto sin dall'inizio. Gli si scioglieva il cuore ogni volta che sentiva pronunciare il suo nome da quelle labbra, ogni volta avrebbe voluto corrergli incontro ed abbracciarlo... ma ogni volta si era trattenuto. "Stupido orgoglio" pensò, anche quella volta, quando naruto pianse per il suo tradimento, avrebbe voluto abbracciarlo ma qualcosa più forte di lui ogni volta lo costringeva ad agire in modo opposto al suo volere. Ma questa volta sarebbe stato diverso, questa volta avrebbe agito per quello che era giusto veramente, non solo per quello che credeva giusto. "Va bene" rispose infine Tutti tirarono un sospiro di sollievo, se l'Uchiha avesse deciso di andare a cercare il biondo da solo sarebbe stato molto più difficile trovarlo. "Ora vai a riposarti..." "No, voglio andare a vedere come sta Sai" rispose Sasuke sorprendendo tutti "Vuoi dargli il colpo di grazia? Oppure ti senti in colpa?" chiese Gaara senza usare mezzi termini "Voglio solo vedere come sta" disse uscendo dalla stanza. "Kazekage, penso che sia meglio tornare al torneo chunin, saranno tutti preoccupati. Non possiamo permetterci il lusso di mostrarci deboli o confusi, ora più che mai." "Ha ragione Hokage, ma per quanto riguarda Naruto e Sasuke?" "Farò sorvegliare Uchiha Sasuke dagli anbu, per quanto riguarda Naruto invece..." "Me ne occuperò io" rispose Jiraya "La comparsa di Sasuke nel bel mezzo dell'arena durante il torneo chunin è un ottimo modo per diffondere velocemente la notizia del suo ritorno, sono sicuro che Naruto non ignorerà queste voci" "Speriamo sia veramente così Jiraya-sama, se no sarebbe davvero un bel guaio, ora che è tornato uno dei miei ragazzi un'altro ci ha lasciati..." disse triste Kakashi, questo dolore era paragonabile al dolore di perdere un compagno.
Sasuke camminava con passo lento e deciso, si fermò un attimo a riflettere sulla soglia della porta, tutto era nato dalla gelosia, quando, usando il suo sharingan, vide Naruto e quel tizio insieme sorridenti non capì più nulla, era quello che gli fece prendere la decisione di entrare nel corpo del moro e di manovrarlo come una marionetta. A volte scordava di essere Sai, aveva la sensazione di essere tornato ai vecchi tempi, quando c'erano Sasuke e Naruto uno di fronte all'altro, che anche se dicevano di odiarsi, in realtà si volevano un mondo di bene. Quando vedeva Naruto triste per lui gli veniva la voglia di consolarlo "E l'ho fatto" si disse tra sè e sè, lo aveva abbracciato, lo aveva baciato, ma il nome che usciva dalle labbra del biondo era Sai e non Sasuke. Sasuke girò la maniglia della porta entrando così nella stanza. Sai era disteso sul letto, immobile come una bambola di porcellana, l'Uchiha si avvicinò, la sua mano si strinse al collo di Sai "Anche tu sei responsabile di quello che è successo" la presa si fece più stretta, aveva veramente l'intenzione di strangolare il moro, poi per qualche arcano motivo lo lasciò andare "Avrei dovuto ucciderti subito, ora anche se lo facessi non mi darebbe alcuna soddisfazione" il volto di Sai era impassibile immerso in un sonno profondo e probabilmente senza fine. "Se vuoi vendicarti di me, ti conviene lottare con tutte le tue forze e riemergere dalla profondità della tua anima" disse l'Uchiha uscendo dalla stanza. Con passi veloci Sasuke raggiunse il suo appartamento, i frammenti di vetro che aveva rotto quella volta nel bagno erano ancora a terra, ora vedeva riflesso in quei pezzi la sua figura, non più quella di Sai, ma come prima si sentiva diviso e diverso. Ora capiva perchè Naruto aveva cercato disperatamente di portarlo indietro "Allora è così che ci si sente..." non aveva mai cercato di capire i sentimenti delle persone che aveva tradito, che aveva abbandonato, adesso che era lui ad essere abbandonato, capiva perchè l'amico aveva continuato a cercarlo a lungo senza arrendersi mai. Al solo pensiero che Naruto potesse essere stato preso dall’Akatsuki e magari da ‘lui’, l’oggetto del suo odio e del suo dolore, la rabbia ribolliva senza sosta e l’attesa di avere notizie, di rimanere lì fermo senza fare nulla sembrava eterna e senza fine, “Come hai fatto a sopportare tutto questo, stupido?” chiese Sasuke, come se avesse davanti a lui il biondo e gli sembrava quasi di sentire la sua voce che gli rispondeva “Non ci riesco, ma ci metterò tutto me stesso, non mi arrenderò mai, mi impegnerò al massimo e lo riporterò indietro” disse una voce dolce e gentile Di colpo l’Uchiha trasali, quelle parole erano così simili a quelle che … “Sono sicura che direbbe così se fosse qui” era Sakura. “Non ti ho sentita arrivare” disse Sasuke in tono impassibile, cercando di non tralasciare l’agitazione che avvertiva. “Eri troppo concentrato, ma è naturale, anche lui era così…a volte si perdeva nei suoi pensieri, sembrava molto lontano, anche se il corpo era qui era come se la sua anima fosse fuori da qualche parte a cercarti” parlò con tutta la calma che riuscì a trovare “Mi dispiace, perdonami” “Non è con me che devi scusarti, è con lui” “Si lo so ma non so dove possa essere, non so proprio dove possa essere finito, quello stupido” “E’ vero ma per tutto questo tempo tu eri Sai, avresti dovuto dirlo, avresti dovuto tornare e basta… tu sapevi che ti cercavamo, sapevi quanto sei importante per noi… perché, perché hai fatto questo?” la voce ferma era svanita come portata via dal vento, lacrime di dolore rigavano il suo volto. “Sakura…mi dispiace…” “Non mi interessano le tue scuse, voglio sapere perché, come hai potuto rimanere lì a guardarci mentre non facciamo altro che preoccuparci per te?” il tono di voce in quel momento era impregnata anche di rabbia. “Io volevo, ma…non ci sono riuscito” “Non ci sei riuscito? Come sarebbe a dire che non ci sei riuscito, è così difficile dire ai propri compagni ‘Ehi ragazzi sono tornato ’, ti sembra tanto difficile, più difficile che osservarci soffrire e attendere inermi qualche tua notizia?” la rabbia si fece più accesa “No, non mi divertivo affatto, ma il mio orgoglio…io non avevo la forza, non me la sentivo di affrontarvi, non potevo ritornare così e sperare che le cose ritornassero com’erano, non potevo permettermi di ritornare sui miei passi, lo capisci, io sono un vendicatore! ... non posso ritornare come se niente fosse… non potevo” la sua voce era spezzata, era evidente il suo senso di tristezza, di dolore e la sofferenza che aveva chiuso nel profondo del suo cuore. La vendetta lo aveva consumato, lo aveva portato a dimenticare gli amici, a non dare retta ai sentimenti a cercare di non provare emozioni, ma lui non era così, lui non era senza cuore. “Sasuke-kun” la voce di Sakura si era addolcita, capiva che anche lui aveva sofferto molto “Lo so ho sbagliato, ti chiedo scusa...” “No, sono io che ti chiedo scusa… sono sempre stata un po’ egoista lo ammetto, non avrei dovuto dirti quelle cose, mi dispiace, so che anche tu devi aver sofferto molto…” “Sakura…” “Ora la cosa più importante è ritrovare Naruto, prima che lo trovino quelli dell’Akatsuki… Bhe sarai stanco dopo tutto quello che è successo, scusa se mi sono sfogata con te, sono felice che tu sia tornato” salutò Sasuke con un sorriso forzato cercando di trattenere la sua tristezza. Sasuke era tornato, doveva essere felice ma il prezzo che era stato pagato era che un’altra persona importante per lei se n’era andato, non riusciva proprio a ridere e mostrare la sua felicità. CAPITOLO 18- ATTESA 18-Attesa Erano trascorsi quasi due giorni, l’euforia che aveva invaso il villaggio per il torneo dei Chunin era ormai svanita, la tranquillità e la serenità erano tornati a regnare anche se c’era ancora delle incertezze e ad ogni angolo si sentiva gente bisbigliare e borbottare su quanto era accaduto durante il torneo finale. Un giovane dai capelli dorati che più di tre anni fa aveva fatto scintille al torneo finale, due giorni prima, nel bel mezzo del torneo era svanito nel nulla senza lasciare traccia di sé. Stupore e curiosità aveva invaso il villaggio per la sparizione del giovane dagli occhi bluastri e l’apparizione dal nulla del giovane Uchiha, considerato traditore, poiché aveva abbandonato il villaggio. La gente faceva congetture e supposizioni ma nessuno chiedeva cosa era successo realmente, nessuno osava chiedere spiegazioni tutti si comportavano come sempre, tutti continuavano la loro routine, interrotta solo per qualche minuto a dibattere sull’accaduto. In tutto il villaggio sembrava che le cose fossero normali, tranne che in una stanza, dove quattro persone erano immersi in una accesa discussione. La stanza del Hokage era come sempre piena di scartoffie e una donna bionda con due seni molto abbondanti sedeva su una scrivania dando la schiena alla finestra, una giovane ragazza dai capelli mori era in piedi accanto alla scrivania con in mano dei documenti, un uomo stava in piedi accanto alla porta chiusa con la schiena appoggiata al muro, con la testa china e lo sguardo puntato sul pavimento, mentre un giovane moro stava di fronte alla donna bionda, il suo volto era segnato dalla rabbia, sembrava quasi pronto a esplodere e distruggere qualunque cosa avesse davanti. “Sono passati quasi due giorni, per quanto ancora dobbiamo rimanere qui senza fare niente” Sasuke era furioso “Calmati Sasuke, è stata appena sparsa la voce sul tuo ritorno, dobbiamo avere pazienza” “Avere pazienza? E se mentre noi stiamo qui a discutere Naruto stesse combattendo contro quelli dell’Akatsuki” “Mi sembra di parlare con Naruto, Stai tranquillo, Naruto è migliorato molto, sa badare a sé stesso è in gamba, non dobbiamo aspettare molto avremmo presto notizie, abbiamo una squadra Anbu sulle tracce dell’Akatsuki ed anche Jiraya sta cercando notizie su Naruto” Tsunade cercava di convincere Sasuke ma sembrava piuttosto che cercasse di convincere se stessa. “Ma…” Sasuke cercava di ribattere ma… “Può anche darsi che Naruto abbia sentito la notizia e stia tornando indietro, aspettiamo ancora un po’ e se non avremo ancora notizie allora andremo a cercarlo” disse Kakashi che fino a quel momento era rimasto in silenzio ad ascoltare. “Kakashi ha ragione, aspettiamo ancora un po’ e se non riceveremo alcuna notizia allora ordinerò una missione di ricerca, Kakashi sarai tu ad occupartene” il Godaime era risoluta e non ammetteva obbiezioni “Voglio essere nella squadra di ricerca, non rimarrò qui ad aspettare senza fare niente” Sasuke espresse il suo volere con un tono quasi autoritario. “Prima di parlare della formazione della squadra dobbiamo aspettare, e ora uscite ho ancora molte faccende da sbrigare, sono molto occupata!” Godaime disse quasi urlando Kakashi si avvicinò a Sasuke e gli fece cenno di andare fuori con lui, sembrava quasi che il suo sguardo gli stesse dicendo che ‘E’ inutile continuare a discutere non otterrai nulla ’. Sasuke seguì Kakashi-sensei fin fuori dal palazzo del Hokage “E’ odiosa, non la sopporto” “Non dovresti parlare così, il Godaime è una persona in gamba, anche se non sembra tiene molto a Naruto ed a tutti gli abitanti del villaggio… “Allora perché non ci permette di andare a cercare Naruto?” “Non è così semplice, tu avevi abbandonato il villaggio e deve dare una spiegazione per il tuo ritorno, non solo se non fosse per lei ora saresti sotto la sorveglianza dei Anbu e non potresti fare nulla” “Uhm... se sono in grado di trattenermi” uno strano sorriso deformò il volto di Sasuke “Hai ragione, sei persino riuscito ad uccidere Orochimaru, sei diventato davvero forte” “Sono diventato forte ma non so se è abbastanza..” “Abbastanza per la vendetta?” “Già!” “Ora ti lascio ho delle faccende da sbrigare, ci vediamo” Kakashi sparì come suo solito in una nuvola di fumo. Sasuke rimasto da solo non sapeva che fare il suo sguardo era perso, stava pensando a Naruto “Si può sapere dove diamine ti sei cacciato? Non puoi sparire così”.
Intanto non lontano dal palazzo del Hokage in una umile stanza stava avvenendo un’altra discussione, una persona con una veste bianca e un capello bianco con sopra il simbolo del vento era intento a parlare con cinque persone e sembrava che le cose non andassero come lui vorrebbe “Non posso andarmene così, non senza aver ricevuto qualche notizia” “Ma non possiamo restare ancora, dobbiamo tornare al villaggio, lei non può rimanere qui” disse un tipo assai losco, con una bandana sulla testa che gli ricadeva sul volto e copriva un occhio “Come faccio ad andarmene mentre lui potrebbe essere in pericolo” “Questi non sono affari nostri e tanto meno suoi, lei non può occuparsene, deve tornare al villaggio è quello il suo compito e dovere in quanto…” “In quanto Kazekage?! So bene quali siano i miei doveri, ma ho un debito da saldare” “Gaara non ti preoccupare, tu torna al villaggio, qui ci pensiamo noi” disse Kankuro “Ha ragione Kankuro, noi due saremo più che sufficienti, tu devi ritornare al più presto al villaggio” “No Temari, questo è un dovere che ho nei suoi confronti non posso lasciar stare” Gaara era irremovibile sulla sua decisione “Ma Kazekage, il villaggio non può restare senza di lei e se gli altri villaggi venissero a saperlo potrebbero cercare di attaccarci” il quinto membro parlò raccogliendo tutto il coraggio che riusciva a trovare “Il villaggio non può restare senza il Kasekage, e lei quanto tale, ha il dovere e l’obbligo di…” “L’ho già detto conosco i miei doveri e i miei obblighi ma Uzumaki Naruto, ha rischiato la sua vita per salvarmi e se sono ancora il Kasekage, se sono ancora vivo è solo merito della collaborazione del villaggio della foglia, inoltre è merito suo se sono diventato quello che sono ora…” Gaara era cambiato molto dopo l’incontro con Naruto, aveva capito l’importanza dell’amicizia, della famiglia e dell’amore, non poteva tornare al suo villaggio e restare fermo senza fare niente. No, non poteva lasciare quel amico in difficoltà, non c’è nessuno a parte lui che sappia cosa siano davvero capaci di combinare quelli dell’Akatsuki. “Ma Kazekage…” “Basta così, è inutile, Gaara ha ormai deciso e non cambierà idea” “In fondo non hai tutti i torti grazie al loro aiuto sei ancora qui, e questo è un debito che dobbiamo pagare” “Sapevo che mi avreste capito, grazie Temari, grazie Kankuro” “Comunque sia, sei vivo per miracolo Gaara, quindi non fare sciocchezze, dopo tutta la fatica che hanno fatto per farti tornare sano e salvo non rischiare inutilmente la tua vita” disse Temari preoccupata “Non preoccuparti, so badare a me stesso, non mi accadrà nulla” “Bene allora Temari tu torna al villaggio con gli altri, io starò con Gaara” “No Kankuro, tornerai al villaggio anche tu, insieme a Temari” “Cosa?! No! Non ti lascio qui da solo, e se ti succedesse qualcosa…” ma prima che Kankuro potesse finire Gaara lo interruppe “Dato che il villaggio rimarrà senza il Kage, è meglio che torni anche tu al villaggio, in caso che accada qualcosa sarebbe meglio se ci foste tutti e due, sarei più tranquillo” “Ma Gaara…” “Lascia stare Kankuro Gaara sa quel che fa!” Gaara ringraziò tutti con un sorriso, sapeva che il suo villaggio non poteva rimanere senza il suo Kage ma sapeva anche che quello che doveva fare in quel momento era di rimanere nel villaggio della foglia ed attendere notizie restando a disposizione del Hogake, in caso ci fossero brutte notizie su Naruto, doveva fare il possibile per ritrovarlo, proprio come aveva fatto il biondo per lui. Il giorno seguente il gruppo del villaggio della sabbia ripartirono e Gaara dopo averli salutati si diresse verso il palazzo del Godaime, proprio in quel istante, alcuni ninja della foglia vennero convocati al palazzo del Hokage. CAPITOLO 19- RICERCA 19-Ricerca Un silenzio tombale regnava nella stanza del Hokage, il Godaime era rivolta verso la finestra e guardava fuori da essa, la porta si aprì, entrarono Kakashi seguito da Sasuke e Sakura, nella stanza regnava una strana atmosfera, l'Hokage sembrava triste e agitata. “Godaime, voleva vederci?” chiese Kakashi educatamente “Ha forse avuto notizie di Naruto?” domandò Sakura impaziente “Hakate Kakashi, Uchiha Sasuke, Haruno Sakura!” gridò Tsunade “Si?!” risposero Kakashi e Sakura incerti “Che sta succedendo?” chiese Sasuke con tono dispotico “Statemi a sentire, poco fa ho ricevuto una notizia da un gruppo di sentinelle…” “Ha notizie di Naruto?” questa volta fu Sasuke a interromperla “Voi farmi finire o no?!” disse Godaime seccata “Tsk” “Le sentinelle riferiscono che un gruppo di viandanti hanno incontrato lungo il loro percorso verso il nostro villaggio, due strani tipi vestiti di nero e sulla lunga veste erano impresse nuvole rosse.” “Stanno venendo al villaggio?” chiese Sakura preoccupata “No, stavano andando via, e sembrava che ci fosse un’altra persona con loro si trovava in mezzo ai due vestiti di nero, non hanno visto il volto ma erano sicuri che fosse biondo” “Naruto” Sasuke si sentì morire “Non sappiamo se è lui, ma avevo mandato una squadra all’inseguimento e purtroppo non ho ancora loro notizie” “Aspetti un momento ma quando avrebbe ricevuto questa notizia?” chiese Sakura sconcertata “La notizia ci è giunta poco dopo la fine del torneo chunin, speravo che la squadra da me inviata smentisse le voci e che fosse tutto un errore, dato che l’avvistamento era avvenuto quattro giorni fa” Tsunade sembrava senza voce, le ultime parole uscirono come un sussurro. “Come sarebbe a dire quattro giorni fa? Allora significa che?” Sakura non riuscì a finire, l’orrore lo stava prendendo “Significa che Naruto era già sparito, e che in tutti questi ultimi giorni, abbiamo parlato con una sua copia” disse Kakashi cercando di rimanere tranquillo “Deve essersene andato quel giorno, quando mi chiese se era giusto fare qualunque cosa pur di arrivare al proprio scopo” Sasuke ora capiva il perché di quelle domande "Lo sapevo, non dovevamo aspettare! Ecco il risultato! Dovevamo andarlo a cercare subito!" "Calmati Sasuke, quel che è fatto è fatto" "No, Kakashi, purtroppo ha ragione il ragazzo, è stata una mia trascuratezza, fino in fondo avevo sperato che non fosse vero, ma dato che non ci sono notizie dalla squadra d’inseguimento, temo il peggio." "E adesso cosa possiamo fare?" chiese Sakura "Organizzeremo una squadra di recupero..." "Voglio partecipare anch’io" Tutti si girarono verso la voce, Gaara era in piedi davanti alla porta, nessuno l'aveva sentito entrare. "Hokage, io ho un debito con il villaggio della foglia, soprattutto con Naruto, ed ora mi sembra giunto il momento di saldarlo" "Non penso sia una buona idea, non dimentichiamoci che sei il Kaze..." "Ho lasciato temporaneamente quella carica, mi impediva di unirmi alla vostra squadra" disse Gaara interrompendo l'Hokage Sasuke lo guardava torvo, da quando Gaara era così in confidenza con Naruto? Era disposto persino a lasciare il suo posto da Kazekage pur di andare a salvare il biondo? Si sentì di nuovo geloso, ma dovette ammettere che con un elemento così forte in squadra la percentuale di riuscita della missione sarebbe aumentata notevolmente “Bene, se questa è la sua decisione, allora accetto volentieri il suo aiuto” disse Tsunade “Comunque sia abbiamo bisogno di altri elementi, una sola squadra, anche se da cinque elementi non è sufficiente per contrastare l’Akatsuki” disse Kakashi che stava già organizzando una squadra che possa essere all’altezza della missione. “Ha ragione Kakashi-sensei, l’utima volta per salvare Gaara avevamo anche la squadra Gaito-sensei come supporto” ricordò Sakura “Hai qualche suggerimento in proposito Kakashi?” chiese Godaime intuendo dalla faccia del giovane dai capelli argentei, che aveva già in mente qualcosa. “Si, Godaime, ho pensato a una squadra di sette elementi, il Kasegake, Uchiha Sasuke, Haruno Sakura, Hyuga Neiji, Nara Shikamaru, Inuzuka Kiba e in più il sottoscritto, Hakate Kakashi” “Bene, Hakate Kakashi, ti ordino di formare la squadra di salvataggio e partite appena pronti” ordinò Tsunade. Kakashi sparì per convocare gli altri membri ma prima raccomandò tutti di prepararsi e di ritrovarsi davanti alla porta sud del villaggio tra mezz’ora. Il sole brillava alto nel cielo, si sentiva una leggera folata di vento e nell’aria una brezza di eccitazione, mischiata all’agitazione e alla paura, tutto sembrava eccitante. Sette persone erano davanti al cancello tutti muniti di zaini e fagotti, sul loro viso erano stampati dei sorrisi ottimisti, che facevano venire quasi il capogiro, erano pronti, la squadra dei sette era formata e ora dovevano partire, la missione aveva inizio. “Aspettate” disse una voce calma e piatta Tutti si voltarono, un ragazzo dai capelli neri vestito, tutto di nero, che portava uno zaino nero era lì in piedi, il suo volto era duro e impassibile come se fosse pronto per andare in battaglia. “Sai-kun?!” disse Sakura sorpresa “Che cosa ci fai qui?” chiese Sasuke con tono di disprezzo “Voglio venire anch’io” disse Sai calmo “Sai sei ancora debole, è meglio che tu ti riposi non c’è bisogno che ti sforzi” disse Kakashi cercando di dissuaderlo dalla sua idea, ma qualcosa in lui gli diceva che era solo fiato sprecato “Sto bene, mi sono ripreso, è inutile che rimanga qui, dopo tutto una persona in più può sempre servire” un sorriso apparve sul volto di Sai sembrava più deciso che mai. “Non ci serve un peso morto” disse Sasuke con sprezzo “Ma non eri tu che sei venuto a chiamarmi? Ho fatto come mi hai consigliato e ora sono qui pronto per riportare indietro il ‘mio’ amico” rispose Sai in tono di sfida “Uhm…” tutti si girarono ad osservare Sasuke, sembrava quasi che fra i due ci fossero lampi e fulmini, se solo qualcuno si fosse messo in mezzo in quel momento sarebbe stato incenerito all’istante. “Anche se ti dicessi di no, verresti comunque, non è così?” disse Kakashi “Affermativo, anche se lei non mi accettasse nella squadra, io non rimarrò qui, agirò da solo” Sai era deciso. “E va bene, allora sei uno della squadra ma non voglio problemi, la nostra priorità è di trovare Naruto e riportarlo indietro sano e salvo, Sai le tue questioni con Sasuke le risolverete dopo che sarà conclusa la missione, sono stato chiaro?” disse Kakashi enfatizzando l’ultima parola “Cristallino” rispose Sai rassicurandolo “E tu Sasuke?” “Non ho tempo per pensare a un peso morto” Sasuke sembrava molto scocciato, ma non obbiettò oltre. La squadra era finalmente pronta, otto giovani stavano andando contro l’ignoto, con la sola speranza di riuscire a salvare il loro compagno ed amico. Ora erano finalmente pronti “Bene ci siamo tutti, si parte!” incitò Kakashi e la squadra partì.
Intanto in un luogo sinistro e nascosto stava accadendo il finimondo. Naruto era disteso a terra ansimante, l'intero corpo era percosso da fitte di dolore, la sua vista era annebbiata ma nonostante ciò poteva scorgere due individui "Pensavo che fosse più forte, che delusione" "Attento a come parli Kisame, anche se il jinchuuriki è allo stremo può sempre usare la forza del kyuubi" "Il fisico di questo moccioso non riuscirebbe a sopportare l'enorme chakra del Kyuubi" "Non mi sottovalutare, uomo pesce! “disse ansimando “Vedi Itachi, io vorrei lasciarlo stare, ma questo moccioso mi sta sfidando” “Arggg!!!" Naruto emise un grido disumano. CAPITOLO 20- FIUME DI SANGUE 20-Fiume di sangue Erano in viaggio da ore, non riuscivano a percepire nessuna traccia, né di Naruto né di nessun altro. “La pioggia di qualche giorno fa deve aver cancellato le tracce, i miei segugi non riescono a individuare niente di sospetto” Kakashi era perplesso “Non dobbiamo demordere troveremo qualcosa” Kiba continuava ad annusare da una parte all’altra “Proviamo più in là verso il luogo dove i viandanti avrebbero visto quelli dell’Akatsuki, sempre che siano davvero loro” Kakashi cercava di non perdersi d’animo e incitare il gruppo, in fondo la missione era appena iniziata. Il gruppo di otto persone sfrecciava come saette dribblando tra gli arbusti, la velocità del loro andamento era sorprendente e nonostante il fiatone, non accennavano a diminuire la velocità, erano silenziosi e cauti pronti a percepire ogni minimo rumore. Ognuno era concentrato al massimo nello scrutare la zona circostante, un unico pensiero si stagliava nelle loro menti, dovevano ritrovare assolutamente Naruto. Il sole era appena tramontato quando arrivarono nel luogo dell’avvistamento dei membri dell'alba. “Mi affido a voi, Kiba e Neji ” il sensei sapeva che lo sguardo degli Hyuga sarebbe riuscito a vedere ben oltre alle persone normali e che il naso di Kiba sarebbe riuscito a percepire odori impercettibili anche dal miglior segugio. “Byakugan!” due occhi penetranti si attivarono, il Hyuga scrutava in ogni direzione senza tralasciare nulla. Kiba in tanto aveva iniziato ad annusare la zona circostante. “Basterebbe un solo piccolo indizio” Sakura pregava che riuscissero a trovare al più presto le tracce di Naruto “Merda! Non riesco ad avvertire l’odore di Naruto tanto meno odori sospetti” Kiba era iritato “Non fa niente Kiba, e tu Neji?” chiese Kakashi speranzoso “No, niente” “Adesso che facciamo?” chiese Shikamaru incerto sul da farsi “Potrebbe essere un buon segno, se non avvertiamo la presenza di Naruto, potremmo sperare che non fosse lui e che stia bene da qualche parte a cercare te, Sasuke” disse Kakashi, intento a tenere alto il morale della squadra “Ma non abbiamo nessuna idea di dove possa essere, potrebbe anche essere stato preso, quell'idiota” Sasuke era iritato “Sono sicuro che…” ma prima che Sakura potesse finire “Ho trovato qualcosa” disse Neji “A dieci metri a sud ovest sopra il quarto ramo” Kakashi si mosse a una velocità, quasi pari a quella del suono, e si sistemò ad osservare ciò che aveva trovato Neji “Che cos’è” chiese Neji “E’ un contrassegno degli Anbu, indica che sono passati di qui e sono diretti da quella parte” disse Sai che si era posizionato dietro Kakashi “Già! Proprio così, a quanto pare la squadra mandata dal Godaime è passata di qui ed ha lasciato delle tracce lungo il percorso, devono aver trovato qualcosa” “Allora perché non hanno riferito nulla?” chiese Sakura “Forse non hanno potuto” rispose Shikamaru risoluto “Non ci resta che seguire i loro indizi sperando di trovare qualcosa” disse Kakashi e la comitiva riprese il viaggio. Lungo il percorso trovarono diversi segni lasciati dalla squadra di inseguimento, la direzione che avevano preso portava verso il confine del paese del fuoco con il paese della Pioggia e più in là si trovava il paese del vento. Era passato un giorno e il gruppo degli otto aveva riposato solo qualche minuto la sera prima, ma nonostante tutto non sentivano la stanchezza, raggiungendo velocemente il confine. I segni lasciati dagli Anbu li avevano portati verso una pianura avvolta da una fitta nebbia “Ormai dovremmo essere vicini al confine con il paese della Pioggia, state molto attenti, la nebbia è un vero tormento e il paese è disseminato di laghi” disse Kakashi cercando di mettere allerta tutti. “Aspettate sento un odore particolare” disse improvvisamente Kiba “Avverti la presenza di Naruto?” chiese Sakura “No, è un odore che conosco bene, è l’odore di… sangue!” “State tutti in guardia!” gridò Kakashi-sensei “Byakugan!... Uhm” “Che cosa vedi?” “Dei corpi… sono stati… fatti a pezzi…” quello che Neji vedeva era disumano “Riesci a individuare a che paese appartengono?” “Sono ninja e … sembrano…” “Continua, cosa c’è?” “Sono gli Anbu!” disse, dopo essersi avvicinato a una testa che era stata mozzata via dal corpo, aveva il coprifronte della foglia sotto la maschera “Deve essere la squadra di inseguimento” disse Sai “A quanto pare siamo sulla pista giusta” rispose Sasuke, che era rimasto silenzioso per tutto quel tragitto “Chi può, fare una cosa del genere” Sakura era nauseata “I corpi sembrano tritati, deve essere opera di Kisame del paese dell’acqua” Kakashi sapeva che ciò poteva significare che avrebbero dovuto vedersela anche con ‘lui’ e sperò di sbagliarsi “Kisame del paese dell’acqua? E chi diavolo sarebbe?” chiese Shikamaru “E’ un membro dell’Akatsuki” rispose Sasuke “Cosa?...Speriamo che Naruto …” ma prima che Kiba potesse finire venne interrotto “Non dire idiozie, Naruto non si farebbe mai sconfiggere da quelli” Sasuke lo attaccò, nel suo cuore sperava sinceramente che Naruto stesse bene ‘Stupido, non puoi farti prendere da quelli così facilmente, non puoi venire sconfitto’ si ripeteva ogni singolo minuto. “Inoltre Naruto gli serve vivo, quindi non gli farebbero mai del male, almeno non prima di aver estratto il kyubi...” disse Shikamaru “Lo so bene, non è questo che intendevo dire” ringhiò Kiba, Sasuke, non gli era mai stato molto simpatico “Ora basta parlare, Kiba riesci a sentire qualcosa?” chiese Kakashi, interrompendo quello che sarebbe potuto scoppiare in un putiferio “... Avverto ancora un odore di sangue che si allontana, a causa della nebbia e del territorio circostante, l’odore è quasi impercettibile, deve essere passato di qui da molto…” “Queste persone sono state uccise da due, forse tre giorni, non ne sono sicuro, l’ambiente circostante è molto umido per non parlare del fatto che la maggior parte dei pezzi dei corpi sono finiti nel lago” disse Sai che stava esaminando un corpo, o quello che ne era rimasto. “Dobbiamo sbrigarci allora!” Sakura era agitatissima e preoccupata per la sorte di Naruto, ricordava ancora l’instante in cui trovarono Gaara morto, non poteva permettere che accadesse la stessa cosa a Naruto “Ci avevano messo tre giorni e tre notti per tirarmi fuori il Kyubi ma ora che Sasori è morto forse ci impiegheranno di più, non abbiamo tempo da perdere dobbiamo sbrigarci” Gaara, parlò per la prima volta da quando avevano lasciato il villaggio, la sua voce calma e silenziosa, incuteva paura, soprattutto con quell’atmosfera cupa e da brivido che li circondava “Senti ma non puoi parlare in un modo normale senza quel tono cupo?” Kiba avvertiva un certo senso di gelo ogni volta che lo sentiva “Ora basta, Kiba guidaci! Dobbiamo sbrigarci” disse Kakashi con tono autoritario “Dai Kiba contiamo sul tuo fiuto” ironizzò Shikamaru, cercando di dilatare la tensione che si era creata “L’odore è molto debole, ma non può sfuggire al mio naso, seguitemi, da questa parte” Kiba iniziò a guidare il gruppo sicuro di sé. La squadra era in viaggio da molto tempo vagando alla cieca guidati solo dal fiuto del compagno, la nebbia non lasciava intravedere nulla, ma ad un certo punto si fece meno densa permettendo alla vista di riconoscere sagome e forme, la visibilità era migliorata molto e quasi ad un giorno di viaggio arrivarono ad una parete rocciosa. “L’odore si fa più intenso ma… ” disse Kiba, Akamaru era molto agitato. CONTINUA NELLA PAGGINA 2 ------> QUI!!!Edited by sakuratei - 18/1/2009, 00:57
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