Attendendo il sindaco

Aveva aspettato fin troppo. Quell'idiota di Iruka lo aveva scassato con messaggini "se non avverti il sindaco non posso apparire" "quanto ci metti ad avvertire il sindaco" Ed eccolo là,. con la stupida lettera di presentazione in tasca, le braccia incrociate nell'aatesa del sindaco.

Entrò nel suo ufficio con aria annoiata, si avvicinò alla propria scrivania notando un ragazzo nella stanza.
In effetti qualcuno aveva cercato di dirgli qualcosa mentre entrava riguardo ad un ricevimento o una cosa del genere.
Si tolse la giacca lanciandola sul divano sedendosi sulla poltrona accavallando le gambe e unendo le mani sulla scrivania, sembrava più un comportamento da capo mafioso che da primo cittadino ma non se ne curava molto.
-Posso fare qualcosa per te?-

Tai si alzò in piedi, schiaffando la lettera sulla scrivania. <<mi chiamo Taichi Kamiya, e mi manda il professor Umino. Ha questa lettera per lei.>>.

Alzò un sopracciglio perplesso guardando la lettera davanti a lui.
La prese con una mano e la aprì con noncuranza e incominciò a leggerla, gli occhi si muovevano velocemente seguendo le parole sulla carta.
-Interessante....- commentò

Tai, per conto suo, in un modo piuttosto maleducato, si era messo a studiare il "sindaco". un bell'uomo, certo. Quello che ci si poteva aspettare, in una città di gay. Un vecchietto con i baffi sarebbe parso piuttosto strano.

-Questo... dottore, non ha bisogno del mio permesso, basta che non faccia niente di molesto o contro la legge- in pratica non voleva un altro allegro compare per Ivan ed Arthur.
Non fece caso alla curiosità dell'altro, era troppo abituato ad essere al centro dell'attenzione per imbarazzarsi o sentirsi a disagio.

<< Più che un dottore, è un professore. Mi ha tirato fuori da quel... vabbè. allora, gli posso scrivere che se non scassa con i suoi alieni, può venire? L'assicuro che i suoi alieni scassano parecchio.>>. Tai distolse lo sguardo. Era troppo potente. quanto ne avrebbe voltuo possedere anche lui uno così.

-Basta che non "scassa" con i suoi alieni altri cittadini di questa città- rispose adeguandosi al linguaggio dell'altro.
-E' tutto?- chiese con tono monocorde, voleva fumarsi una sigaretta e non sarebbe stato bello farlo davanti a lui.

<< Si, signore.>>. Rispose Tai, facendo un breve inchino. si voltò, con aria strafottente ed uscì dalla stanza.

Lo seguì con lo sguardo e sorrise lievemente, prima di prendere il suo pacco di sigarette aprì il cassetto e buttò dentro la lettera del dottore.
Raggiunse le sue sigarette e ne mise una in bocca e l'accese.

Fuori dalla porta Tai aveva mandato il mesaggio al professore, dicendogli che aveva carta bianca. Infine, andò a sedersi su una delle sedie porste lungo il corridodio. magari poteva scroccare un pisolino, prima che il sindaco uscisse dall'ufficio.

Finì la sua sigaretta e firmò alcune carte che giacevano sulla scrivania e poi... cosa avrebbe fatto?
Girarsi i pollici sarebbe stata una magnifica idea, ma non adatta a lui, si alzò dalla poltrona e prese la giacca per poi uscire dalla stanza.

Troppo in fretta. Tai non si era neanche accorto del tempo che passava, raggomitolato su quella sedia scomoda. Sentì solo lo spiffero d'aria.

Vide il ragazo addormentato sulla sedia
-Ehi, prenderai freddo così- disse cercando di svegliarlo, non era molto decoroso avere qualcuno che dormiva fuori dal proprio ufficio.

Tai aprì gli occhi, sbilanciandosi e perdendo l'equilibrio. <<mi... mi scusi...>>. E lui che credeva che sarebbe uscito dopo molto tempo.