Demons' eyes, Shounen ai NaruxSasu

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inuyuyuchan
view post Posted on 31/12/2008, 22:32




sì, ed è tremendamente snervante non sapere come continua soprattutto dopo tutto quello che è successo.
anche se secondo me le autrici danno troppa importanza ad un personaggio come Sai, io lui lo detesto, non lo posso sopportare, mi sta più sulle scatole di Orociok! è un personaggio altamente dannoso ed odioso!
mi spiace se con il mio sfogo ho offeso qualcuno ma io quel personaggio non lo sopporto.
buon anno a tutti!
 
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MoonxKoko
view post Posted on 3/1/2009, 20:06




CITAZIONE (inuyuyuchan @ 31/12/2008, 22:32)
anche se secondo me le autrici danno troppa importanza ad un personaggio come Sai, io lui lo detesto, non lo posso sopportare, mi sta più sulle scatole di Orociok! è un personaggio altamente dannoso ed odioso!

XD ma no povero, infondo senza di lui non sarebbe successo quel che successo!
(nd Sasuke: Appunto!!! E' tutta colpa di Sai! Dovevo ucciderlo subito! ndMoon:...)
 
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sakuratei
view post Posted on 9/1/2009, 13:30




CITAZIONE (MoonxKoko @ 3/1/2009, 20:06)
CITAZIONE (inuyuyuchan @ 31/12/2008, 22:32)
anche se secondo me le autrici danno troppa importanza ad un personaggio come Sai, io lui lo detesto, non lo posso sopportare, mi sta più sulle scatole di Orociok! è un personaggio altamente dannoso ed odioso!

XD ma no povero, infondo senza di lui non sarebbe successo quel che successo!
(nd Sasuke: Appunto!!! E' tutta colpa di Sai! Dovevo ucciderlo subito! ndMoon:...)

Non dire così se non fosse stato per lui il caro Sasuke non sarebbe tornato a konoha, non sarebbe tornato da Naruto!!!
(Cmq è un personaggio d'appoggio secondario)
 
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inuyuyuchan
view post Posted on 9/1/2009, 14:54




sarà, ma secondo, me principalmente nel manga, è odioso.
non lo sopporto per tre motivi essenzialmente:
- in primis perchè cerca di prendere il posto di Sasuke(è inutile ke ci provi perchè tanto è impossibile)
- secondo perchè ha sempre quella faccia di tolla e quel sorrisino che mmh... mi dà sui nervi
- terzo, ma non ultimo per importanza, perchè ci prova spudoratamente con Naruto (sognatelo che tanto nella realtà non ti caga nemmeno di striscio).
questi sono i motivi per cui nel manga non lo sopporto, poi ci sono delle fanfic come la vostra e poche altre in cui diventa non proprio simpatico, ma almeno sopportabile.
si sa, per quieto vivere...
comunque io idea non la cambio: è un essere odioso, viscido e con un modo di fare che lo rende peggio di orociock!
 
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MoonxKoko
view post Posted on 10/1/2009, 00:18




XD ahahah come dico sempre Sai è una sagoma! cmq ha un ruolo rilevante solo nei primissimi capitoli poi diventa una comparsa, c'è non c'è appare scompare :P
 
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inuyuyuchan
view post Posted on 11/1/2009, 19:39




per fortuna ^_^ , non l'avrei sopportato a lungo.
è una persona irritante.
spero di leggere presto i prossimi capitoli.
 
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MoonxKoko
view post Posted on 13/1/2009, 15:35




<_< veramente dovrebbe upparli sakuratei... ma sfaticata cm'è...
 
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inuyuyuchan
view post Posted on 13/1/2009, 20:48




povera, la comprendo la voglia è una cosa che va e viene (molto poco viene e molto spesso va). una domanda ma la fanfic l'avete finita o è ancora in fase di scrittura?
posso sperare in una bella lemon sasunaru(o narusasu come preferite)? ^_^
aspetto trepidante le prossime uscite.
 
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MoonxKoko
view post Posted on 13/1/2009, 21:02




U_U è da finire ci siamo fermate al capitolo 40... effettivamente dovrebbe essere una narusasu XD
 
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sakuratei
view post Posted on 16/1/2009, 20:21




CITAZIONE (MoonxKoko @ 13/1/2009, 15:35)
<_< veramente dovrebbe upparli sakuratei... ma sfaticata cm'è...

Guarda che non sono sfaticata, io ho troppe cose da fare!!!
Non ho tempo di uppare, e poi dato che sto sempre fuori al lavoro, non è che mi porto dietro tutto il materiale quindi non ho molto tempo per uppare.
 
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sakuratei
view post Posted on 16/1/2009, 22:28




CAPITOLO 21- NEMICO
SPOILER (click to view)
21-Nemico
“Avverto diversi odori mischiati” Kiba era confuso
“Concentrati! Riesci a individuare qualche odore particolare, o quello del sangue degli Anbu?” incitò Kakashi
“Un momento, sento un odore familiare…ma questo odore?!...Non è possibile!” Kiba continuò ad annusare più intensamente
“Che succede?” chiese Shikamaru preoccupato
“E’ l’odore di Naruto!” gridò Kiba
“Dov’è? Dimmelo!” disse Sasuke con tono di comando
“Ehi ma chi ti credi di essere non parlarmi in questo modo” Kiba era decisamente nervoso
“Basta non dobbiamo litigare fra noi perdiamo solo tempo in questo modo” si intromise Sai
“Devono essere qui da qualche parte forse hanno già iniziato il rito” disse Gaara
“Kiba riesci a individuare la posizione di Naruto?” anche Kakashi-sensei aveva iniziato ad agitarsi dentro di sé pregava di essere riusciti ad arrivare in tempo.
“Si, ecco lo sento bene, viene da quella parte” Kiba indicò una zona poco più in là verso la parete rocciosa
“Ma è un versante di una montagna? Non mi dirai che è dentro la parete rocciosa?” fece notare Shikamaru
“E’ probabile… Gaara, mi scusi, volevo dire, il Kazekage era in una grotta nascosta vicino a un lago, è probabile che ci sia un’entrata nascosta” Kakashi scrutò attentamente la parete di roccia
“Ci penso io, Byakugan!” Neji attivò il suo occhio scrutatore e dopo pochi secondi riuscì ad intravedere qualcosa, “Eccolo! L’ho trovata… sembra che… ci sia stata una frana” Neji indicò l’entrata che era stata tappata da delle rocce.
“Dobbiamo rimuovere le rocce con la massima attenzione è probabile che abbiano nascosto qualche sigillo per rallentarci o impedirci di entrare” ordinò Kakashi
“Io non vedo niente sembrano delle normalissime pietre” commentò Neji, che non era riuscito a scorgere alcun tipo di sigillo applicato ai massi.
“Comunque sia meglio fare attenzione, per salvare Gaara avevamo rischiato grosso” intervenne Sakura, che non era ancora riuscita a dimenticare quell’esperienza.
“Ma guarda, guarda chi abbiamo qui?” si udì una voce che a Sakura, Kakashi e Gaara era familiare
I componenti della squadra si misero in guardia e alla vista del proprietario di quella voce Kakashi si irrigidì mentre Gaara era più che irato alla vista di quella persona.
“Deidara…” Gaara parlò con voce profonda e piena di ira
“Ma guarda, il Jinchuriki del demone Monocoda, mi meraviglio che sei ancora vivo!” Deidara era estasiato alla vista di quelle persone, persone che presto avrebbero assaporato la sua arte.
“Vedo che non ti è bastata la lezione dell’ultima volta” disse sogghignando Kakashi
“Oh si! Mi è bastato, ho capito che non dovevo sottovalutarti ‘Ninja Copia’ e questa volta non commetterò lo stesso sbaglio, vi faro vedere la forza della mia arte, Wuahahahah !!!”
I membri della squadra erano pronti ad intervenire
“Voi pensate ad aprire un passaggio! A lui ci penso io” ordinò Kakashi
“Ma è sicuro di riuscire a farcela? L’ultima volta…” disse Sakura preoccupata
“Non vi preoccupate, posso farcela benissimo, l’ultima volta gli ho anche staccato un braccio, senza le sue braccia, non è in grado di farmi nulla” rassicurò Kakashi-sensei e si rivolse al membro dell’Akatsuki
“Sarà una sfida fra noi!” Kakashi era pronto, questa volta lo avrebbe finito
“Mi divertirò a ucciderti” un sorriso diabolico deformò il volto di Deidara
“Ci sono anch’io!” si intromise Gaara
“Non sembra molto corretto, due contro uno?” disse Deidara ironicamente
“Due contro uno? Allora chi è quel tipo che si è nascosto lì dietro di te?” commentò Gaara
“Ma dai! Sono stato già scoperto? Non sono niente male, non trova Deidara-senpai” un tipo losco che portava la veste dei membri dell’Akatsuki uscì dal nulla
“Mi sembra che ora siamo due contro due” aggiunse Kakashi
“Tobi stai indietro, e fai attenzione, non devi sottovalutarli, anche se sono dei poppanti” disse Deidara che con agilità lanciò dei piccoli oggetti, sembravano piccoli ragni
“Presto tutti via!” gridò Kakashi
Tutti si allontanarono sparpagliandosi poco prima che avvenisse una tremenda esplosione
“L’abbiamo schivata per un pelo” sghignazzò Kiba
“Non è possibile, le tue braccia?” Kakashi era sconcertato, gli aveva mutilato un braccio nel loro ultimo scontro, ma ora Deidara aveva di nuovo due braccia, la potenza dell’Akatsuki era inconcepibile.
“Mi stai facendo perdere tempo” Sasuke era decisamente arrabbiato e con una velocità incredibile attaccò il nemico
“Attento senpai, dietro di te!” gridò l’altro membro dell’Akatsuki
Deidara si scansò appena in tempo prima che Sasuke lo potesse colpire con la sua spada
“Sei veloce ma… quei occhi! Dunque tu devi essere Uchiha Sasuke il fratellino di Itachi, che ci fa un traditore in mezzo a queste nullità? Credo proprio che mi divertirò” disse ridendo
“Itachi! Dove si trova?” gridò Sasuke, a quel nome la sua ira esplose
“Fermati Sasuke! A lui ci pensiamo io e il Kazekage, non dimenticarti il motivo per cui siamo qui!” gli ricordò Kakashi, sperando che non commettesse qualcosa di stupido
“Naruto” disse Sasuke quasi in un sussurro e all’improvviso il senso di terrore e la paura che gli potesse succedere qualcosa lo bloccò.
Deidara approfittando dell’attimo di distrazione di Sasuke lo attaccò ma Kakashi con un tempismo perfetto intervenne e bloccò il suo attacco.
Il ninja copia si fiondò verso Deidara che schivò i suoi attacchi, i due continuarono in una lotta che sembrava una danza, un continuo volteggiare in un’interminabile sequenza, quando uno si faceva avanti e l’altro indietreggiava, fino al punto in cui i due si allontanarono a una distanza che Kakashi ritenne abbastanza per permettere ai ragazzi di aprire l’ingresso.
Ma l’esplosione che aveva causato Deidara aveva reso il compito di aprire un’entrata ancora più ardua, i ragazzi si impegnarono a trovare un punto stabile che gli permettesse di entrare in quella che ad un primo esame sembrava una caverna nascosta all’interno della montagna.
Gaara aveva seguito Kakashi e Deidara, si preparava per la sua vendetta, mentre il compagno dell'artista osservava il combattimento fra i due.
“Tobi! Preparati!” gridò all’improvviso Deidara che si era posizionato lontano da Kakashi
“Cosa?!” Tobi sembrava non capire, ma improvvisamente apparve dal nulla un grande drago bianco, bianco come la cera, a quel punto Tobi fece un cenno di affermazione, aveva capito cosa volesse fare il suo senpai.
Il drago prese il volo con Deidara sul suo dorso Gaara si portò accanto a Kakashi, insieme si prepararono per l’attacco che il nemico avrebbe sferrato, senza deludere le loro aspettative l’attacco arrivò velocemente, dalla bocca del dragone fuoriuscirono innumerevoli piccole sfere esplosive, poi un uccello che puntò dritto verso Gaara e Kakashi
“Boom” si sentì un’esplosione tremenda
“Avete sentito? Non sarà successo qualcosa a Kakashi-sensei o Gaara...?” domandò Sakura preoccupata e agitata
“Non penso che sia il caso di preoccuparsi, se Kakashi-sensei è riuscito a respingere una volta quell’uomo chiamato Deidara, ci riuscirà di nuovo, per non parlare poi del fatto che non è da solo ma c’è anche il Kazekage, un ninja assai temuto” Sai cercò di rassicurare Sakura
“Speriamo…”
“Quanto dobbiamo aspettare ancora” Sasuke era irrequieto non riusciva a calmarsi, aveva un brutto presentimento
“E’ inutile agitarsi, non possiamo fare nulla se non troviamo un punto sicuro da abbattere” disse scocciato Shikamaru
“Non ci metterò tanto, troverò un entrata” disse sicuro di sé Neji
Mentre la squadra era impegnata ad aprirsi un passaggio nella parete rocciosa, il combattimento infuriava
“Grazie Kazekage”
“Mi chiami Gaara, ora non sono il Kazekage ma un membro del Kakashi team” disse educatamente
Gaara aveva usato la sua difesa assoluta evitando all'esplosione di ferirli
“Ma guarda, anche senza il demone Monocoda sai ancora usare quei trucchetti, ma io ho già violato la tua difesa, non te lo ricordi? Non potete sperare di vincere” lo derise Deidara, si avvicinò a Gaara e Kakashi, che erano ancora all’interno della barriera sabbiosa, mise le mani vicino all’involucro di sabbia e poi si allontanò, tutto ad un tratto l’involucro si sciolse come neve al sole e i due caddero a terra, di nuovo si sentì un ‘Booom’
“Allora che ne dite, della mia arte? Non è meravigliosa? Wuahahahah!”
“Kakashi?” gridò Gaara.



CAPITOLO 22- RINVENIMENTO
SPOILER (click to view)
22-Rinvenimento
Un’altra esplosione tremenda era avvenuta e Kakashi era stato preso in pieno
“Kakashi-sensei?!” gridò Gaara
“Non preoccuparti sto bene, non mi faccio eliminare da qualche bomba… comunque stai attento ci sono delle mine nascoste sotto terra”
“Oh, bravo sei riuscito a individuarle grazie al tuo sharingan” disse Tobi gioioso
“Anche se riesci a individuarle non potrai sfuggirmi” detto ciò altre bombe arrivarono dal cielo
“Ti stai forse dimenticando che ci sono anch’io?” Gaara intervenne con delle sfere di sabbia che si scontrarono con le bombe in aria, evitando che colpissero per terra innescando le mine.
“No ed ho qualcosa anche per te”
“Attento Gaara dietro di te!” gridò Kakashi
Degli esplosivi a forma di uccello si dirigevano verso di lui a tutta velocità, ma prima che potessero avvicinarsi troppo, dalla terra sbucò una grande e grossa scolopendra di sabbia che si accinse a loro
‘Booom’ di nuovo un'esplosione
Deidara, distratto dalla sue stesse esplosioni che mancavano o non riuscivano a raggiungere quei obbiettivi, venne attaccato da una pioggia di aghi di sabbia lanciati da Gaara.
Il biondo venne colpito da alcuni schivandone la maggior parte, non era affatto facile combattere con due tipi come loro, Gaara del deserto, colui che controlla la sabbia, e Kakashi con il suo sharingan, doveva escogitare qualcosa, finora non era riuscito a fare quasi niente a quei due.
“Bene allora vorrà dire che dovrò usare qualcosa di più forte" detto ciò Deidara prese dell’argilla da una borsa legata alla vita e dalle sue mani uscì una strana statua
“Stai attento Tobi”
“Oh no! No questo” con un movimento rapido Tobi sparì
“Ma quella!” gridò Gaara, concentrò tutto il suo chakra raccogliendo dalla terra tutta la sabbia che riuscì a trovare, formò una nuova palla di sabbia, con velocità sorprendente si avvicinò a Kakashi e lo scudo si chiuse su di loro come una barriera proprio poco prima che la bambola toccasse terra e facesse “Boom”, ma questa volta la potenza dell’esplosione era tale che fece tremare la terra
“Ma che succede? Il terremoto?” disse Kiba che cadde a terra
“Un’altra esplosione” disse Shikamaru seriamente preoccupato
“Dannazione l’apertura che avevamo creato è crollata e con essa anche la galleria che dovevamo raggiungere è stata otturata” disse Neji
“Maledizione, dobbiamo sbrigarci se continuiamo così non apriremo mai un apertura” Sasuke stava di nuovo iniziando a perdere il controllo

“Vi ho sistemati finalmente” disse Deidara allegro mentre si avvicinava a terra dove il fumo creato dall’esplosione svaniva piano piano, riuscì a intravedere delle sagome distese, erano dei corpi, i corpi di Gaara e Kakashi
“Quella misera difesa non può nulla contro la mia bambola, la mia arte è superiore!... Aaarg!!!” il sangue schizzò via copiosamente dal taglio, Deidara vide il suo braccio sinistro di nuovo mutilato che cadeva a terra.
Si allontanò di scatto
“Kakashi?! Ma come?” guardò verso i corpi distesi, il corpo di Kakashi che era a terra svanì di colpo
“Era un kage bunshin no jutsu, Gaara mi ha protetto dall’esplosione, ed ora è la tua fine” Kakashi puntò dritto verso Deidara la sua velocità era impressionante, il biondo schivò un colpo, poi un altro ma…
“Che cosa?! Aaarg!!!” venne colpito in pieno dal terzo, un pugno micidiale colpì in pieno la sua spalla destra trafiggendola. I suoi piedi erano bloccati dalla sabbia, Gaara era all’estremo delle sue forze, aveva utilizzato molto chakra per formare quella barriera rocciosa, ma nonostante tutto con le sue ultime energie bloccò il nemico.
“Questa è la tua fine Deidara” Kakashi stava richiamando tutto il suo chakra nel palmo della mano, per eseguire il chidori
“Ahahah!!! Lo credi davvero? Beh ti sbagli perché sarò io a vincere, io non perderò, non perderò contro quei occhi, no mai!” si strappò via il vestito e avvicinò il braccio che gli rimaneva al petto dove era presente una strana cucitura, la mano iniziò a strappare via il filo che teneva unita l’apertura e quella che sembrava una cicatrice si aprì lasciando fuori uscire una lingua gigante.
“Ammirate la mia arte! Ecco il mio capolavoro!” si portò della terra alla bocca gigante sul suo petto
“La morte mi trasformerà in un capolavoro! ‘L’auto distruzione’ ahahah!!! Ma non sarà un esplosione qualunque, questa lascerà un segno indelebile, mi spiace Tobi ma dovrai morire con me!” il suo compagno era riapparso improvvisamente, proprio come era sparito.
Il corpo di Deidara si deformò pian piano e tutto il suo corpo si ridusse ad una piccola sfera, più nera della notte più buia, mentre una luce accecante lo circondava, come i raggi di luce avvolgono il sole, che diventava sempre più forte
“Devo fare qualcosa! Se esplode è la fine!” si disse Kakashi, la sua iride sinistra incominciò a volteggiare furiosamente 'Mangenkyu sharingan!', l'esplosione venne risucchiata dal nulla.
Kakashi cadde a terra sfinito
“Obito?!”.

“Arg! Che luce accecante!” disse Sakura riparandosi gli occhi
“Viene dalla direzione di Kakashi-sensei, ho un brutto presentimento” disse Shikamaru
“Forse è meglio andare a vedere come vanno le cose” disse Sakura più agitata che mai
“Ehi la luce è sparita” disse Kiba che non riusciva più a trattenersi lì, voleva andare a vedere cos’era successo
“Dovremmo andare a controllare, siamo riusciti ad aprirci un passaggio e sembra che non ci siano trappole o sigilli esplosive” disse Neji
“Meglio dividerci in due gruppi, Sasuke, Sai e Kiba rimarranno qui, mentre Sakura Neiji e io andremo a cercare Kakashi-sensei, ma non dovete muovervi , non sappiamo cosa ci possa essere lì dentro, meglio entrare tutti insieme, non fate di testa vostra! Aspettateci!” Shikamaru era risoluto e autoritario come un vero capo e dopo che i compagni gli assicurarono che non avrebbero fatto niente di loro iniziativa, il gruppo di tre si allontanò nella direzione dove si trovavano Kakashi-sensei e Gaara, ma Shikamaru era poco sicuro che quei tre avrebbero obbedito e che sarebbero rimasti lì buoni buoni ad aspettare.

“Speriamo che sia tutto a posto e che tornino presto, più allarghiamo la galleria e più questo odore di sangue diventa sempre più insopportabile…” prima che Kiba avesse il tempo di finire la frase Sasuke e Sai si erano precipitati all’interno della grotta, nella loro mente era presente un solo pensiero, e dopo le parole di Kiba, i loro timori divennero maggiori.
“Ehi ma dove andate non avete sentito cosa ha detto Shikamaru? Dobbiamo rimanere fuori!” Kiba cercò di fermarli e li seguì fino a un punto in cui la galleria si divideva in tre cunicoli
“Dov’è? Kiba!” chiese Sasuke tirannico
“Ma per chi mi hai preso? Per il tuo cane?” Kiba era infuriato
“Ti prego Kiba siamo preoccupati per Naruto-Kun hai detto tu stesso che l’odore di sangue era più intenso verso l’interno” intervenne Sai educatamente
“Sono preoccupato anch’io per Naruto, cosa credi…comunque fammi controllare” Kiba iniziò ad annusare attentamente
Fuori dalla galleria i tre ragazzi che si erano allontanati ritornarono con Kakashi e Gaara, tutti e due allo stremo delle loro forze, ma grazie alle tempestive e meticolose cure di Sakura, furono in grado di reggersi in piedi.
“Ehi Kiba, Sasuke, Sai!” gridò sottovoce Shikamaru
“Ma come siete già tornati?” Kiba era stupefatto dalla velocità che avevano impiegato per andare e tornare
“Veramente abbiamo incontrato Kakashi-sensei e Gaara non poco lontano da qui, stavano venendo da noi” rispose Sakura
“Bene, siete proprio tempestivi, ho appena rintracciato l’odore di Naruto, seguitemi da questa parte” Kiba guidava il gruppo verso l’interno.
La grotta sembrava infinita, gallerie dopo gallerie, i ninja avevano l'impressione di trovarsi in un labirinto, la loro corsa continuò fino a quando non giunsero alla fine di una galleria che si allargò in un’ apertura, tutti rallentarono, camminandoo piano e scrutando la grande cavità, sembrava di stare in una stanza enorme.
“Ma che…” Shikamaru era sbigottito
La grande cavità era tappezzata di schizzi di sangue, ovunque, brandelli di vesti erano sparsi qua e là.
Sakura non riusciva a sopportare quella vista, tremava come una foglia, tutto ad un tratto sbattè contro il suo compagno
“Ahia! Ma perché ti sei fermato così all’improvviso?” chiese Sakura
Sai non disse nulla era impalato, tutti i suoi muscoli erano tesi, sul suo volto era sceso l’oscurità, i suoi occhi erano spalancati dall’incredulità ed erano fissi su un punto. Lui a fatica alzò una mano tremante e puntò il dito verso una zona d’ombra, tutti i sguardi si diressero da quella parte.
Sui volti degli otto apparve il panico assoluto, non potevano credere a quel che vedevano.
Lì incastrato in mezzo alla roccia, piantato in mezzo alla parete giaceva un corpo senza vita.
Un urlo uscì dalla bocca di Sakura.
Non era possibile!
Erano increduli a quella vista, come era potuto succedere?
Tutti fissavano esterrefatti quel corpo senza vita incastrato tra le rocce, la testa e il torso erano affondati nella dura parete rocciosa, le macchie di sangue sparse sulle rocce circostanti sembravano formare un aura oscura, che circondava il cadavere.
L’espressione di stupore e terrore era impresso sul volto.
“No Naruto-kun!” disse Sakura in un mare di lacrime “Naruto-kun non puoi lasciarci in questo modo”
“Naruto…” la voce di Sai era strozzata come se avesse perso all’improvviso la parola
Sasuke era lì in piedi come pietrificato da quella visione.
Finalmente qualcuno si decise ad avvicinarsi, Sai tastò il corpo con molta delicatezza controllando accuratamente le ferite.
“Sembra che sia stato colpito da una pioggia di lame affilate e sono presenti parecchie bruciature, ma non sembrano la causa della morte…” Sai era perplesso, gli avevano insegnato a non mostrare le sue emozioni ma vedere quella persona ridotta in quel modo gli fecero venire le lacrime agli occhi
“Ci sono inoltre delle ferite che non riesco a spiegarmi, non credo di aver mai visto niente di simile” disse con voce spezzata.
“Fammi dare un’occhiata” Kakashi-sensei si avvicinò, esaminò accuratamente le ferite che Sai non riusciva a capire da cosa o chi fossero state provocate.
“Forse… prima dovremmo tirare giù il corpo” disse Kiba con voce tremante
Intanto Sakura aveva ripreso il suo autocontrollo e si era anch’essa avvicinata al cadavere
“Sakura, è meglio se stai indietro, non credo che sia una visione adatta a…” ma prima che Kakashi-sensei potesse concludere
“Kakashi-sensei, sono un ninja medico” ribatté lei
I tre tirarono fuori il corpo dal muro delicatamente, Sasuke che era rimasto pietrificato, di colpo si destò, spinse via gli altri e si inginocchiò davanti al corpo. Tutti rimasero zitti, anche se dagli occhi dell’Uchiha non scendeva nessuna lacrima si poteva percepire benissimo che il suo cuore stava piangendo.
Ora le lacrime si fecero strada tra il volto di molti
Sasuke prese il biondo per il colletto e incominciò a scuoterlo
“Anche se lo scuoti non tornerà di certo in vita” disse Gaara secco
“Ora basta Sasuke! Riportiamolo a casa” disse Kakashi posandogli una mano sulla spalla, Sasuke rimase lì, vicino al corpo immobile.
“E’ tutta colpa tua…” sussurrò Sakura avvicinandosi “E’ tutta colpa tua se Naruto-kun è morto!” Sakura gridò con il volto rigato di lacrime verso Sasuke, il ragazzo non rispose, purtroppo sapeva che l’amica aveva ragione
"Io volevo tanto che tu ritornassi, ma non in cambio della sua vita!"
"Io..." una lacrima solitaria scese sul volto di Sasuke, avrebbe voluto dire che sarebbe morto volentieri al posto di Naruto, che se solo avesse potuto sarebbe tornato indietro nel tempo, fino al giorno in cui aveva deciso di lasciare Konoha, per ritornare sui suoi passi, ma ora era troppo tardi, ora nei suoi incubi si era aggiunta un'altra persona che chiedeva di essere vendicata.
"Io lo vendicherò"
Le vesti che coprivano il giovane ormai morto erano a brandelli, i suoi vivaci occhi azzurri erano spenti e senza luce, il sorriso che radiava tutti era svanito.
Naruto Uzumaki era morto.


CAPITOLO 23-DOLORE
SPOILER (click to view)
23-Dolore
Nella stanza regnava il silenzio più assoluto, seduti uno di fronte all’altro c’erano il quinto Hokage e il ragazzo dai capelli neri e lisci come la seta
“Allora ora che farai?” chiese Godaime al ragazzo
“Ora che Naruto è morto la mia unica ragione di vita è la vendetta”
I funerali si sarebbero tenuti il giorno dopo
“Capisco, penso che nessuno potrà farti cambiare idea a proposito, infondo non c’era riuscito neanche lui”
Sasuke abbassò lo sguardo a terra
“Se me lo permettete Godaime, vorrei restare al villaggio e continuare il mio allenamento qui, non penso di riuscire a battere l’Akatsuki con la mia forza attuale, visto quello che sono riusciti a fare a…” a Sasuke morirono le parole in gola, ricordava bene l’espressione di terrore dipinta sul volto senza vita dell’amico.
Godaime rimase un po’ sorpresa poi disse con espressione dolce
“Ma certo, penso che sia meglio così, e poi lui ne sarebbe felice”
Sasuke si alzò dalla sedia dirigendosi verso la porta
“Grazie” disse in un soffio.
Era una bella giornata, troppo bella, era come se il tempo si stesse prendendo gioco di lui, anche se il sole splendeva nel cielo limpido, nel suo cuore era calata l'oscurità più profonda, di nuovo.
Si diresse con passo veloce alla ricerca del sannin leggendario, lo trovò seduto in una locanda a bere sakè, di fronte a lui c'era Sai con la sua solita faccia inespressiva, Sasuke si nascose in un angolo per origliare quello che si stavano dicendo
"Allora *hic* da quel che ho capito vorresti che io ti allenassi *hic*" chiese l'uomo ubriaco
"Proprio così"
"Mi dispiace *hic* non accetto più allievi *hic*"
"Vuole dire che... "
"Non vorrei allenare un altro ragazzino che si monti la testa e creda di essere diventato forte, tanto da cacciarsi in una situazione suicida" di colpo Jiraya era diventato sobrio
"Alleni me"
"Uchiha, anche tu vorresti diventare mio allievo?"
"..."
"Si, lei è il ninja più forte di Konoha"
"A cosa serve la forza se non si riesce a salvare le persone a noi care?" chiese con una punta di amarezza il sannin
"Serve a potersi vendicare" disse Sasuke deciso
"Pensavo che la sua morte ti avesse insegnato qualcosa"
"Proprio perchè mi ha insegnato qualcosa, non posso non vendicarlo"
Jiraya non se la sentiva di prendere sotto la sua ala altri due giovani ninja, Naruto era stato i suo allievo più incredibile, anche se all'inizio lo considerava privo di talento, ma con il tempo era migliorato moltissimo facendogli ricredere sulle sue capacità, ma in fondo al suo cuore desiderava vendetta, voleva cancellare dalla faccia della terra le persone che avevano privato i suoi giorni di quel sorriso così solare e contagioso.
"Mi pare giusto" rispose alla fine
"Vuol dire che ci allenerà?" chiese Sai
"Penso proprio di si" disse Jiraya uscendo dalla locanda
I due ragazzi rimasero da soli in silenzio avevano tante cose da dirsi, molte delle quali poco piacevoli ma qualcosa li rendeva vicini e simili, poi uno dei due decise di rompere quel silenzio
"Domani andrai al funerale?" chiese Sai
"Ovvio" rispose secco Sasuke, la sua coscienza si stava agitando "Ti sei ripreso del tutto?"
la domanda arrivò inaspettata
"Si ho l'animo forte, il tuo trucco da quattro soldi non mi metterà fuori uso così facilmente"
"Meglio così" disse con un sorriso

Il giorno del funerale arrivò, tutte le persone che avevano conosciuto a fondo il ragazzo biondo, e che avevano avuto l’occasione di apprezzarlo erano riuniti lì.
Il suo volto aveva un’espressione tranquilla, come se stesse dormendo, le palpebre chiuse non permettevano di far scorgere ai presenti quelle pupille di un azzurro cristallino. Delle gocce scesero giù per il volto del biondo, anche il cielo stava piangendo insieme ai presenti.
I becchini chiusero la bara ed incominciarono a coprirla con la terra, nascondendo così per sempre quel volto angelico che la morte avrebbe lasciato sempre giovane.
“Ci mancherai Naruto-kun” disse con un filo di voce Hinata, avrebbe voluto gridargli il suo amore, ma ora era inutile, la sua timidezza le aveva impedito di confessarsi perdendo così molte buone occasioni, ma ora niente aveva più senso, tutto quello che provava e che avrebbe voluto stava per essere sepolto, il suo cuore era a pezzi.
Sasuke si avvicinò alla tomba stringendo il coprifronte che aveva preso all’amico durante la battaglia in riva al lago,
“Forse sarebbe giusto che te lo ridia… ma se posso vorrei tenerlo con me” disse
“Penso che Naruto-kun ne sarebbe felice” rispose Sai
I due ragazzi avevano messo il loro rancore da parte per unire le loro forze contro quell’organizzazione che aveva tolto loro la gioia di vivere. Tacitamente si erano messi d’accordo che quando sarebbero diventati forti davvero avrebbero vendicato l’amico.
“Allora Naruto-kun, ci rivedremo dall’altra parte” disse Sai
Le sagome dei due ragazzi erano bagnate dalle grandi gocce d’acqua che cadevano dal cielo nascondendo così le lacrime che rigavano il loro volto.
Tutti quanti uno dopo l’altro salutarono Naruto e pian piano le persone incominciarono a diradarsi lasciando in mezzo alla pioggia quei due ragazzi che non si erano mossi di un solo centimetro.
All’improvviso una voce alle loro spalle echeggiò nell’aria
“Ho raccolto delle informazioni, a quanto pare abbiamo tempo tre anni prima che l’Akatsuki ritorni all’attacco”
I due ragazzi mori si girarono verso il loro sensei
“Come sarebbe a dire tre anni?”
“Non ne sono sicuro ma dalle informazioni in mio possesso sembra che abbiano bisogno di tre anni di tempo per riuscire a completare il rito per controllare i nove demoni, avremo tempo sufficiente per allenarci”
“Tre anni… infondo la mia vendetta ha aspettato diciassette anni, altri tre non cambieranno niente”
“Ben detto ragazzo, vedo che sei diventato saggio”


Il tempo passava inesorabilmente


“Chidori!” gridò il ragazzo scagliandosi contro l’avversario
“Tsk, non sei abbastanza veloce!” il ragazzo fece una rapida successione di sigilli facendo comparire dei leoni
“Questa tua tecnica è vecchia come il mondo!” disse il ragazzo moro eliminando i leoni con dei colpi di taijutsu “Ora vedrai cos’è la vera potenza!” una scintilla bluastra si accese nel palmo del ragazzo, da quella minuscola scintilla stavano fuoriuscendo migliaia di raggi che danzavano sinuosi
“Ma cosa?!”
“Ora assaggerai il mio jutsu speciale! Kaminari no jutsu!” la sfera che dalla grandezza di un seme era diventata una palla enorme si scagliò con tutta la sua potenza sull’avversario in un raggio a forma di fulmine che si diramò circondando l’avversario.
Una luce intensa si strinse al corpo di Sai mandandogli scariche elettriche poco piacevoli
Ma con abilità, cominciò a girare ad alta velocità su sé stesso e un vortice di vento venne creato intorno al suo corpo, grazie al quale riuscì ad annullare l’attacco ricevuto.
“Ma sei pazzo?! Volevi forse uccidermi?!”
“Scusa, non riesco ancora a controllarla bene, forse c’ho messo troppa energia”
“Va bene ragazzi, basta così per oggi”
“Ma come, devo ancora mettere al tappeto questo tizio”
“Smettila di chiamarmi tizio, associale!”
“Senti chi parla! …”
“Cough, cough” fece Jiraya interrompendo i ragazzi che bisticciavano, una scena del genere non se lo sarebbe neanche sognato tre anni prima, di certo i due ragazzi ora erano diventati tutt’altro che associali o antipatici e tutto grazie al sacrificio di quell’unica persona.
“Vi ho detto basta così, comunque Sasuke cos’era quel jutsu?”
“Ci ho lavorato molto, è il mio jutsu speciale basato sui fulmini, Kaminari no jutsu”
“Sembra molto potente, non lo usare più contro Sai, potrebbe lasciarci veramente le penne”
“Tsk” fece stizzito Sai
“Mpf” un ghigno apparve sul volto di Sasuke
“Sto dicendo sul serio, prima di riutilizzarlo perfezionalo, non solo potresti uccidere chi ti sta attorno, ma anche te stesso”
“Va bene, va bene”
“Potete andare, domani qui alla stessa ora” disse il sensei dileguandosi nel nulla
Sasuke taciturno come sempre si diresse verso il bosco
“Vengo anch’io” disse Sai correndogli dietro
I due camminavano silenziosi uno accanto all’altro, il tempo che avevano trascorso insieme allenandosi li aveva resi amici cancellando completamente l’odio e la gelosia che li aveva fatti mettere l’uno contro l’altro.
Con passo lento e deciso arrivarono nel luogo dove riposava il loro amico in eterno, Sasuke si avvicinò lentamente alla lapide, la fredda roccia era piacevole al contatto con le dita.
“Naruto, presto ti vendicheremo”


“AAAAAAh! il mio bambino! Vi prego salvate il mio bambino!” gridò una donna disperata
L’intero villaggio stava bruciando, il caos più assoluto si stava impadronendo di quelle strade
“Chi siete?” chiese un ninja del paese dell’acqua agli invasori
“Senpai, sembra che non siamo molto conosciuti qui” disse un’uomo dal volto mascherato
“Quelle vesti… quelle nuvole!” l’uomo era terrorizzato, di fronte a lui cinque figure dal lungo mantello nero, con su sopra impresse delle nuvole rosse, erano stagliate nella loro piena potenza, uno solo di loro valeva un grado S come missione, i peggiori dei ricercati, i più assetati assassini, erano tornati, l’Akatsuki aveva incominciato a muoversi.


CAPITOLO 24- AKATSUKI
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24-Akatsuki
“Dannazione!”
“Questo è il secondo villaggio che distruggono” disse agitata una giovane dai capelli scuri
“Non abbiamo notizie al riguardo? Ma è mai possibile che non si sappia cosa sia successo di preciso?” dal tono traspariva agitazione e preoccupazione
“Purtroppo tutti i ninjia dei due villaggi sono stati uccisi, e i civili non sono in grado di riferirci nulla di utile, comunque dal rapporto delle nostre spie sembra che si preparino ad attaccare un altro villaggio ma…”
“Ma non hanno idea di quale sia il villaggio che verrà attaccato, scommetto!”
“Esatto, purtroppo non sono riusciti a scoprire nulla di più, l’organizzazione è molto chiusa, non si hanno certezze su quanti siano i membri e chi siano, è avvolta nel mistero non si conoscono neanche i loro veri obbiettivi, del perché attacchino i villaggi ninjia”
“Ricordo che Jiraya aveva detto che era per eliminare tutti i ninjia, così che possano avere il potere e il controllo sui vari paesi, il loro obbiettivo è di conquistare il mondo” disse seccata
“Ma non riusciranno mai a eliminare tutti i ninjia, non possono sperare di poter distruggere tutti i villaggi”
“Oh si che possono, ora stanno attaccando i piccoli villaggi per testare la loro forza e quando avranno eliminato tutti i piccoli villaggi ninjia, punteranno diritti contro i grandi villaggi”
“Jiaraya, che ci fai qui credevo che fossi con i ragazzi, ho saputo che sono migliorati molto”
“Ti sembra questo il modo ti accogliere un vecchio amico, Tsunade dovresti essere un po’ più gentile, comunque sia sono tornato perchè ho delle informazioni riguardo l’Akatsuki e precisamente sul luogo dove si nasconde colui che è considerato, anzi che sostiene di esserne il capo”
“Cosa! E dov’è? Andiamolo a stanare...”
“Calmati, sono solo voci non c’è certezza in queste informazioni, è inutile agitarsi tanto”
“Bhè allora sarà il caso di scoprire se le voci siano vere o no, manderò…”
“Andrò io a controllare” disse Jiraya interrompendo Tsunade
“Potrebbe essere pericoloso” Tsunade mostrò preoccupazione per il vecchio compagno
“Ti stai forse dimenticando che sono Jiraya uno dei tre ninja leggendari della Foglia, e comunque chiunque tu decida di mandare non sarà mai più al sicuro di me”
“Già! Hai ragione...” Tsunade si sentiva un impotente
“Sono tornato anche per un altro motivo”
“…”
“Credo di avere notizie riguardo al prossimo villaggio che attaccheranno” disse Jiraya più serio che mai
“Cosa?”
“Shizune, non interrompere, avanti continua, cosa hai scoperto?”
”Secondo le informazioni che ho raccolto e dato i villaggi che hanno distrutto fin’ora posso dirti, dopo una mia attenta analisi, che sono arrivato ad ottenere due villaggi come possibili bersagli dell’Akatsuki”
“Due?! Quali sarebbero?”
“Uno è il villaggio Taki del paese della cascata, mentre l’altro è il villaggio Kusa del paese dell’erba”
“I due villaggi sono vicini tra loro!” aggiunse Shizune
“E’ proprio per questo che non so dove attaccheranno”
“Non credo che possano essere i prossimi obbiettivi data la lo loro vicinanza se uno venisse attaccata l’altra potrebbe andare in aiuto, sono anche confinanti con il nostro paese, se venissero attaccati potremmo intervenire, sarebbe come mettersi contro Konoha”
“Shizune non ha tutti i torti, sei sicuro di quello che dici Jiraya?” chiese Tsunade preoccupata
“Come ho detto prima, per loro i piccoli villaggi sono solo dei campi di allenamento e dato che i primi due sono stati una passeggiata, ora cercheranno qualcosa con grado di difficoltà più alta per testare la loro forza, e se fallissero, potrebbero sempre riprendere a distuggere altri piccoli villaggi, ma se riuscissero nell’impresa presto si organizzeranno per attaccare qualche grande villaggio ninja”
“Ma che razza di persone sono? Hanno la mente contorta o cosa?” Tsunade
"La prima cosa da fare per ora è mandare delle squadre nei due villaggi ed aiutarli nell'organizzare una difesa, non sappiamo se attaccheranno o no, ma sarà meglio prevenire, lascio a te il compito di formare le squadre"
“Ma crede davvero che sia necessario?” chiese Shizune
“Bhè potrei anche sbagliarmi ma il mio sesto senso mi dice che accadrà qualcosa, e penso proprio che sia il caso di dare un’occhiata” Jiraya era più convinto che mai
“Allora intesi, Shizune! Contatta immediatamente i villaggi e informali che manderò un gruppo ad aiutarli nell’organizzazione della sicurezza, ma credo che sia meglio non accennare il fatto che potrebbero essere i prossimi obbiettivi, riferisci che lo facciamo per rafforzare i nostri rapporti dato che siamo paesi confinanti”
“Agli ordini!” rispose Shizune e se ne andò
“Bene è meglio che vada anch’io, approposito riferisci ai miei ragazzi che starò via per un po’ e che devono allenarsi da soli, quando ritornerò verificherò se sono migliorati” disse Jiraya prima di sparire dalla finestra.
Poco dopo, nella stanza dell’Hokage il Godaime era occupata nella selezione delle squadre che avrebbero dovuto affrontare una missione che potrebbe costar loro la vita.
“Hatake Kakahi! Maito Gai! Vi ho fatto chiamare per una missione molto delicata, metterò in chiaro che in questa missione potreste rischiare la vostra vita, quindi se vorrete rifiutare lo capirò…”
“Una missione del genere sarà un ottimo allenamento, Godaime sono pronto a partire in qualunque momento, io Maito Gai con la forza della giovinezza vincerò ogni sfida! Ahahah!!!”
“Non prenderla così alla leggera è una missione che va ben oltre il livello S”
“Questa è la nostra vita, siamo ninja e morire in una missione non è certo cosa rara”
“Bene quindi accettate la missione?” chiese di nuovo Godaime
“Certo” disse Gai sicuro
“…” Kakashi mosse la testa in segno di conferma
“Bene allora vi spiegherò la vostra missione…” Tsunade raccontò per filo e per segno tutta la vicenda “Ve la sentite ancora?” chiese di nuovo conferma
“Non vedo l’ora, darò una bella lezione a quei tipi!” Gai era estasiato
“…” Kakashi sembrava preoccupato ma allo stesso tempo il suo sangue ribolliva, avrebbe avuto la possibilità di vendicare colui che un tempo fu il suo allievo e poi compagno.
“Allora d’accordo, lascio a voi carta bianca nella ricerca dei membri per le squadre, ma preferirei che non coinvolgeste Uchiha Sasuke, Sai e Haruno SaKura” Tsunade era certa che i tre ragazzi, nonostante fossero passati ormai tre anni, fossero ancora molto risentiti ed emotivamente feriti da quella vicenda che tanto meno lei si sentiva di rivangare.
“Non credo che sia giusto nei loro confronti, loro più di chiunque altro hanno il diritto sapere, infatti è mia intenzione di inserirli come membri della squadra” disse Kakashi
“Ma…”
“Sono diventati molto forti e maturi, sono sicuro che si impegneranno al massimo per la missione, la voglia di vendetta non influenzerà minimamente” eppure, lui stesso nel suo profondo ardeva dal desiderio di vendetta.
“Sono convinto anch’io che quei ragazzi siano davvero in gamba e per una missione del genere servono persone toste e tenaci, proprio come loro, per la mia squadra ho scelto Hyuga Neiji, Lee e Nara Shikamaru” aggiunse Gai
“E così sia! Organizzate le squadre e partite domani all’alba” ordinò in fine Godaime che sapeva bene che anche se non li avesse fatti partire, quei ragazzi prima o poi avrebbero scoperto tutto e sarebbero partiti per contro proprio e l’ultima cosa che vuoleva era che qualcuno faccesse di testa propria.
Kakashi e Gai salutarono rispettosamente il Godaime ed andarono a informare i ragazzi della missione.
Il ninja copia trovò Sasuke e Sai nel chiosco del ramen, i due erano intenti in un’ accesa conversazione, quell’immagine gli fece pensare ai vecchi tempi, quando degli occhi azzurri e vivaci accompagnavano un sorriso raggiante che gli chiedeva di pagare il conto ‘il suo posto preferito’ rise e si avvicinò ai ragazzi.
"Che combinate?"
"Oh! Kakashi sensei" lo salutò Sai
"Vuole unirsi a noi?" chiese Sasuke
"No grazie, vi stavo cercando"
"Hum?"
"Desidera qualcosa?" chiese Sai educatamente
"Una missione, una missione per voi e Sakura"
"Di che si tratta?" chiese Sasuke, che avvertiva qualcosa che non andasse nel sensei
"Non qui, trovate Sakura e venite al campo d'allenamento numero tre" disse prima di sparire.
Sai e Sasuke andarono a cercare Sakura, erano perplessi, il comportamento del sensei era stato alquanto anomalo. Trovarono la rosa intenta in un esperimento medico, vedendo l'amica tutta concentrata decisero di aspettare che terminasse il suo compito.
"Finalmente! Ci sono riuscita" gioì la ragazza, quando una pianta che sembrava morta appassita riprese vita e più verde di prima, si accorse dei due ragazzi che la osservavano e li salutò con calore
"Salve ragazzi, come va? Come mai da queste parti?"
"Ti stavamo cercando" disse Sai
"Eh? E perché?" chiese lei perplessa
"Kakashi sensei ha una missione per noi, dobbiamo incontrarlo al campo d'allenamento numero tre" disse Sasuke
"Il campo d'allenamento numero tre..." certi ricordi affiorarono a quelle parole, un volto duro e deciso gli apparve davanti, degli occhi celestini mostravano sicurezza e ispiravano fiducia, percepì fitte di dolore al petto, al solo ricordo il suo cuore riprendeva a sanguinare. Per tutti questi anni si era immersa negli allenamenti ed esperimenti cercando di tenersi occupata, così ché non avesse tempo per ripensare al passato, ai suoi errori ed al suo egoismo, ma ogni notte quando era sola ed osservava il cielo stellato il suo cuore riprendeva a piangere e il dolore si faceva sempre più intenso, non riusciva a non pensarci, non riusciva a perdonarsi, il suo cuore si era spezzato in quell'istante di tre anni fa.
"Sakura-kun?! Tutto bene?" chiese Sai peroccupato, intravedeva nei suoi occhi una tristezza che colpiva dritto al cuore, era chiaro che lei stesse pensando a 'lui', in fondo neanche lui era riuscito a dimenticarlo, dimenticare quel sorriso, dimenticare quel momento, quell'immagine devastante era impressa nella sua mente, lo avrebbe ricordato per sempre.
"Si certo, allora meglio che andiamo, non dobbiamo far aspettare Kakashi-sensei" disse Sakura mostrando un sorriso che sembrava sincero, anche se sapeva che il maestro sarebbe stato l'ultimo da arrivare, come sempre, inventandosi qualche scusa poco credibile.
I tre arrivarono nel luogo dell'appuntamento e trovarono il jonin ben piantato e concentrato, una cosa rara da parte sua dato che era sempre l'ultimo ad apparire. I tre chiesero i dettagli della missione che gli era stata affidata e dopo che Kakashi illustò loro i dettagli, negli occhi dei ragazzi si accese una luce, del fuoco divampò dai loro sguardi, Kakashi capì che la missione era diventata una missione di vendetta.
"Ma non c'è certezza che il villaggio possa essere attaccato, è solo per sicurezza che andremo a dare un'occhiata e li assisteremo nell'organizzare la difesa, non sono ammessi iniziative proprie, sono stato chiaro?" impose Kakashi
"Non si preoccupi, se non ci saranno attacchi staremo nei nostri posti" disse Sai
"Ma se quei bastardi attaccassero non staremo fermi" aggiunse Sasuke risoluto
"Bene, andate a prepararvi partiremo domattina all'alba per il villaggio Kusa" disse Kakashi-sensei prima di sparire in una nuvola di fumo
Quella notte nessuno dei quattro membri della squadra Kakashi chiuse occhio erano concentrati e impazienti che il sole sorgesse, anche se non desideravano che il villaggio ninja del paese dell’erba venisse attaccato, una parte di loro sperava ardentemente che quelle persone si facessero vive, la loro mente e il loro cuore gridavano vendetta.



CAPITOLO 25- PERICOLO
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25-Pericolo
L’alba arrivò accompagnata da cinguettii felici, otto persone erano davanti al cancello del villaggio ma sui loro volti non vi era presente nessun segno che trapelasse felicità, i loro volti erano seri e cupi, ed in alcuni era possibile notare delle fiamme che illuminavano le loro iridi, l’atmosfera era tesa.
“Bene, è ora di partire” disse Gai sensei, più calmo che mai.
Le due squadre partirono per la loro missione, i loro cuori erano agitati, sapevano che avrebbero potuto lasciarci la pelle.
I due gruppi formati da quattro membri ciascuno, marciavano paralleli ad un ritmo frenetico, ognuno di loro era unito da unico pensiero quello di riuscire ad arrivare il prima possibile.
Dopo una giornata e mezza di corsa senza sosta, interrota solo da piccole pause per riprendere il fiato, gli otto arrivarono al confine
“Bene, da qui in poi dovremo dividerci” disse Gai
“Se qualcuno dovesse notare qualcosa di sospetto allora dovrà avvertire gli altri, quelli non sono tipi da sottovalutare” disse Kakashi
“Non preoccuparti Kakashi, finché ci sarò io Maito Gai, nessuno può sperare di farmela, Ahahah!” ridacchiò Gai-sensei, ma l’intonazione della sua voce era tutt’altro che vivace, trapelavano ansia e preoccupazione.
“Non cambi mai!” Kakashi sapeva che l’amico voleva tirare su il morale di tutti, per tutto il viaggio, fino al confine, l’atmosfera che aveva circondato tutti loro era stata molto tesa.
“Sbrighiamoci” Sasuke era più impaziente che mai
“Allora buona fortuna a tutti” disse Kakashi e i due gruppi si divisero.
Il team Kakashi si diresse verso nord, mentre il gruppo di Gai si diresse dritto verso nord-est.
Le squadre continuarono a viaggiare a ritmi sostenuti.

Quasi tre giorni erano ormai passati dalla partenza degli otto ragazzi.
“Tsunade-sama, tutto bene?” chiese Shizune preoccupata
“Ma che domande fai, certo che sto bene” ribatè Godaime
“Uhm, mi sembra che lei abbia la mente altrove… è preoccupata per quei ragazzi, non è così?”
“Sono ragazzi in gamba, sanno cavarsela” disse lei ottimista, ma era evidente la sua preoccupazione e nel suo profondo sperava che fossero abbastanza forti.

Del fumo e delle grida si levavano alti nel cielo.
“Ahrgggg!!!”
“Aiuto!!!”
“Nooooooo!!!”

“Avete sentito?” chiese Lee
“C’è del fumo laggiù” rispose Neji
“Se non mi sbaglio da quella parte c’è il villaggio Taki” disse Shikamaru
“Maledizione sbrighiamoci, deve essere successo qualcosa” disse Gai-sensei e il gruppo aumentò l’andamento sperando di arrivare prima che fosse troppo tardi.
Il villaggio era in pieno attacco, le case bruciavano, corpi di ninja tappezzavano le strade, urli e grida si levavano al cielo, le donne cercavano di portare in salvo i propri bambini, i civili impauriti correvano senza meta diramandosi in tutte le direzioni.
Il villaggio era dominato dal caos, terrore e morte.
“Ma che?” Lee era esterrefatto mai aveva visto una situazione simile, neanche quando il villaggio di Konoha venne attaccato, durante il torneo chunin, si era vista una scena simile.
“A quanto pare siamo arrivati tardi” Shikamaru era atterrito
“Sbrighiamoci, troviamo i nemici e diamo una mano” ordinò Gai-sensei facendo dei strani movimenti con le mani evocando una tartaruga.
“Gai mi hai chiamato?” disse la tartaruga
“Vai ad avvertire Kakashi, sono al villaggio Kusa, poi contatta Konoha, digli che come previsto il villaggio Taki è stato attaccato, noi cercheremo di fermarli o al massimo proveremo a rallentarli, ma sbrigati” Gai era seriamente agitato
“Sarà fatto” la tartaruga sparì com’ era apparsa
“Presto dividiamoci in due gruppi e cerchiamo i responsabili, non fate niente di impulsivo, se avvistate il nemico segnalatelo con questo, è un lancia razzo” disse Gai-sensei che diede due lancia lazzi, da segnalazione, uno a Shikamaru e uno a Neji.
I quattro si divisero. Nel caos presente era difficile trovare il nemico, tutti correvano come impazziti e le case incendiate creavano fumo che impediva di avere una visuale decente.“Fermo Shikamaru” ordinò Neji
“Che succede? Che hai visto?”
“Dietro!” gridò, appena in tempo, prima che una palla di fuoco li colpisse.
Con grande agilità i due erano riusciti ad schivare la strana palla di fuoco, i ragazzi diressero i loro sguardi verso la direzione da cui era stata scagliata.
Il fumo copriva la visuale ma i due riuscirono lo stesso ad intravedere una persona, dalla statura e dall’aspetto esteriore sembrava un giovane, vestito con una lunga veste nera su cui erano impressi delle nuvole, nuvole rosse.
“L’Akatsuki!” Shikamaru era assai inquieto, l’ultima volta che aveva combattuto contro un membro dell’organizzazione, il suo sensei era morto e l’intera squadra aveva rischiato la vita, ora dopo la tragedia di tre anni fa quelle persone erano diventate ancora più forti, erano nei guai seri. Cercò il razzo segnaletico che gli aveva dato Gai-sensei e lo lanciò, ma prima che il razzo potesse emettere la luce per richiamare l’attenzione, una palla di fuoco lo colpì riducendolo in cenere.
“Oh no! Dannazione questo è forte!”
“Non preoccuparti ho ancora l’altro razzo” disse Neji che avvertiva l’inquietudine dell’amico, lo capiva, anche lui era nervoso, quelle non erano persone da sottovalutare e di sicuro con la loro sola forza non avrebbero avuto la meglio, ma con un po’ di fortuna potevano anche riuscire ad avvisare il sensei e Lee
“Sarebbe inutile lanciarlo, lo distruggerebbe proprio come ha fatto con il mio, dobbiamo cercare di distrarlo..”
“Hai qualche idea?” chiese Neji
“Devo avvicinarmi di più, basterebbe che la mia ombra arrivasse a lui e…” ma prima che Shikamaru potesse finire di illustrare il suo piano una forte ventata li colpì in pieno, procurando loro svariati tagli.
“Ma come?”
“Il vento, deve essere in grado di controllare il vento! Dannazione in questo modo non posso avvicinarmi se solo...” Shikamaru si mise a pensare ed ideare un piano d’azione.
“Sbrigati non abbiamo tempo, non possiamo continuare ad evitare i suoi attacchi” Neji non sopportava il fatto di dover restare lì senza fare niente.
“Neji pensi di riuscire a bloccare i suoi attacchi in modo da farci avvicinare a lui?” chiese improvvisamente Shikamaru, era riuscito ad escogitare un piano.
“Penso di sì se attacca con il vento con la mia difesa posso avvicinarmi e se combattessimo a distanza ravvicinata posso anche usare la tecnica delle ‘Sesantaquattro chiuse ’” disse Neji sicuro di sé.
“Non ci sarà bisogno basta farmi avvicinare abbastanza da permettermi di utilizzare il controllo delle ombre” ribadì Shikamaru, non voleva che l’amico si esponesse troppo, non voleva perdere un altro compagno.
I due attuarono il loro piano, Neji grazie alla sua difesa si avvicinò al nemico, che era rimasto nello stesso punto dove lo avevano visto la prima volta, non si era mai mosso, non aveva fatto né passi in avanti né in dietro, questo fatto creò ancora più preoccupazione nei due ragazzi, ma non appena Shikamaru si avvicinò abbastanza al nemico, protetto da Neji e dalla sua difesa, utilizzò la sua tecnica dell’ombra e catturò quella del nemico.
“C’e l’ho, l’ho preso, ora Neji!” gridò Shikamaru, Neji prese il razzo e lo lanciò in aria, il razzo partì ed esplose in cielo emettendo una luce particolare, il segnale era partito e presto Gai-sensei e Lee sarebbero arrivati.
La tentazione di Shikamaru di svelare il volto celato dietro la maschera del nemico era grande, non aveva mai visto maschere del genere, assomigliava vagamente a quelle che portavano gli anbu, ma era deformata da lineamenti selvaggi e feroci, la sagoma gli ricordava quasi quella di un cane, ma non era certo che fosse realmente un cane.
“E ora, vediamo che cosa c’è sotto quella tua maschera!” ridacchiò Shikamaru e con un lento movimento si portò una mano fino al volto, mimando l'azione di levare la maschera, il nemico sotto l’effetto della sua tecnica alzò a sua volta la propria mano fino al volto, prese in mano la maschera e pian piano la abbassò lasciando intravedere un occhio, un occhio rosso come il sangue, uno sguardo senza emozioni, freddo come il ghiaccio.
“Ahrgggg!!!”
“Shikamaru!!!” un fulmine colpì in pieno Shikamaru, facendolo cadere a terra privo di sensi, Neji si mosse verso il compagno ma una voce attirò la sua attenzione
“Himaki no jutsu!” una voce piatta e calma si udì.
Neji si girò verso il nemico, i suoi occhi erano spalancati dallo stupore, non riusciva neanche a muoversi, era come immobilizzato alla visione del nemico davanti lui.
La maschera era caduta e la coltre di fumo che lo circondava era svanita, l’immagine del nemico era nitida e chiara, un giovane dalla corporatura snella, ma allo stesso tempo robusta, i suoi occhi erano impassibili e senza sentimento.
Neji era ancora sbigottito da quella visione, quando una specie di vortice rosso, che si era formata nelle mani del nemico, lo colpì in pieno imprigionandolo all’interno.
“Ahrg!” la velocità del vento era impressionante alzando Neji da terra imprigionandolo in una gabbia rossa, graffi e tagli stavano ricoprendo il suo corpo, come se il vento nascondesse mille kunai che lo stavano lacerando, ma questo non era tutto, la forza turbolenta del vento aumentava il fuoco situato all’interno, che lo stava bruciando.
Un rogo situato a mezz’aria a forma di spirale circondava il giovane Hyuga e al movimento della mano del nemico, che sembrava chiudersi pian piano in un pugno, la spirale si chiudeva stringendosi attorno a Neji, schiacciandolo.
Il nemico si stava preparando a dare il colpo di grazia, quando il suo sguardo venne catturato da un piccolo ciondolo dorato, che il tornado di fuoco aveva strappato, dal collo di Neji, facendolo cadere a terra, mostrando la foto che richiudeva.
Una ragazza dai lunghi capelli neri e due grandi occhi quasi bianchi sorrideva, sulle sue guance si poteva intravedere un colorito rosa e in braccio teneva un neonato e nonostante l’età era ben visibile l'eredità della famiglia Hyuga, nella foto Hinata stringeva sorridente il suo bambino, suo e di Neji.
Il vortice che circondava il Hyuga sparì di colpo facendolo precipitare a terra, il nemico si avvicinò, Neji era orami senza forze ma con gli ultimi sforzi si rialzò.
“Tu? Com'è possibile?!” la domanda uscì come un sussurro dalla bocca di Neji, poi volse la testa verso l'individuo che era apparso all’improvviso dietro al nemico "Uchiha!”.
Prima che Neji potesse dire qualcos’altro un colpo agli arrivò dritto sulla fronte, i suoi occhi si chiusero.
“Perchè non l'hai ucciso?” chiese l'Uchiha con voce impassibile.
“Non ce n’è bisogno, non sono loro gli obbiettivi” disse l'altro
“Lui non ne sarà contento...”
“Da quando ti importa di lui?”
"Mpf. Hai ragione" disse abbozzando un sorriso, era raro vedere l'Uchiha sorridere
"Meglio andare, abbiamo finito qui" la voce dell'altro si addolcì leggermente, raccolse la maschera da terra e se la rimise sul volto
"Mmm, ti preferivo senza maschera" scherzò il moro
"Sai che per te toglierei anche altro, ma ora siamo in missione" rispose l'altro non ammettendo repliche.

Qualche ora prima.
“Kakashi-sensei, Sasuke-kun, Sai-kun, venite il pranzo è pronto” disse dolcemente Sakura
“Eccoci” rispose Kakashi
“A quanto pare il villaggio si sta organizzando bene” constatò Sai
“Forse è tutto uno stupido scherzo di quel eremita da strapazzo, non mi sembra proprio un villaggio in pericolo” Sasuke era al quanto irritato
“Non parlare in questo modo, ci avevano detto che forse non sarebbe successo niente” ribadì Sakura
“Sono curioso di sapere come se la stanno cavando Gai e il suo gruppo, chi sa se…” ma prima che Kakashi-sensei riuscisse a finire il suo discorso apparve dal nulla la tartaruga.
“Ma è la tartaruga di Gai-sensei” disse sorpresa Sakura
“Il villaggio Taki è sotto attacco! È necessario il vostro intervento!” detto ciò la tartaruga sparì.
“Sbrighiamoci, se ci muoveremo in fretta riusciremo ad arrivare prima di notte, speriamo di riuscire ad arrivare in tempo...” disse Kakashi turbato, la squadra salutarò il capo villaggio avvertendolo del pericolo che stava correndo il villaggio Taki consigliando di preparare la difesa.


CAPITOLO 26- TARDI
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26-Tardi
I quattro sfrecciavano veloci tra gli alberi, all'orizzonte potevano intravedere già il fumo causato dai diversi incendi. L'aria si stava facendo più densa e pesante, rendendo la respirazione difficile.
"Guardate là!" disse Sakura indicando una strana luce che era apparsa nel cielo
"Quello deve essere uno dei nostri! E' un lancia razzo di segnalazione..." rispose Sai
"Deve essere successo qualcosa, sbrighiamoci"
Lo spettacolo del villaggio distrutto, fece tornare in mente a Kakashi l'attacco del Kyubi accaduto a Konoha quasi venti anni prima.
"Di qua, il razzo è partito da quel punto" indicò il ninja più anziano, scorsero tra la folla due ninja vestiti di verde che stavano correndo nella loro stessa direzione
"Gai , cos'è successo?" chiese il ninja copia
"Siamo arrivati in pieno attacco, e ci siamo divisi in due gruppi per cercare di dare una mano, ma…"
Il suo sguardo era rivolto a due giovani che portavano il coprifronte della foglia, entrambi i ragazzi erano distesi a terra privi di sensi
"Quando siamo arrivati erano già in questo stato, non abbiamo visto nessuno, purtroppo eravamo arrivati tardi" disse a bassa voce Lee, si rimproverava per il fatto di non essere riusciti ad arrivare in tempo almeno per scoprire chi avesse commesso tali atti.
Sakura si avvicinò ad uno e poi all'altro tastando con molta delicatezza il loro collo
"Sono ancora vivi, ma Neji è ridotto molto male! Dovremo riportarlo subito a Konoha! Nel corpo sono presenti numerosi tagli e bruciature... " Sakura non finì la frase, ma tutti i presenti si resero conto che chiunque avesse inferto quelle ferite a Neji doveva essere lo stesso individuo che aveva tolto la vita a Naruto.
Sasuke fremeva dalla voglia di trovare quell'essere e fargli rimpiangere di essere nato ma un bracciò lo bloccò, Sai scosse la testa, in questi anni aveva imparto che era più importante salvare la vita di un compagno piutosto che inseguire le proprio vendette.
"Qualcuno deve restare qui ad aiutare questo villaggio"
"Penserò io al villaggio, porta i tuoi ragazzi a Konoha, hanno bisogno di cure immediate, Sakura andrà con voi" disse Kakashi in tono di comando
"Ma... se verrete feriti cosa farete?"
"Non preoccuparti di noi Sakura, sappiamo cavarcela" rispose Sai tranquillizzandola
"Bene, non esitate a chiamare rinforzi se ne avrete bisogno. Tornerò non appena avrò portato questi due in salvo" disse Gai deciso
Kakashi annuì con il capo e i tre ninja della foglia partirono portando con loro i compagni feriti.
In realtà ormai c'era poco da aiutare, il villaggio era stato raso al suolo, tutti i ninja erano stati uccisi, solo le donne e i bambini furono risparmiati da quella tragedia.
L'occhio del ninja copia cadde su un kunai conficcato nella dura terra, il kunai era più grade rispetto a quelli normali, lo estrasse dal terreno, gli occhi di Kakashi si spalancarono dallo stupore. Il kunai appena estratto aveva la forma di un tridente, e sul manico era stato applicato un sigillo, era uguale a quello che gli diede il suo maestro quando divenne jonin.
Diede una veloce occhiata ai corpi distesi a terra, la maggior parte di essi erano stati uccisi con un solo colpo preciso diretto ai punti vitali, non poteva credere a quello che stava vedendo.
"Cosa succede?" chiese Sasuke che aveva visto il jonin in difficoltà
"Niente..." rispose secco "Non può essere" pensò tra sè e sè
“Kakashi-sensei, che facciamo adesso?” chiese Sai
“Come, che facciamo? cerchiamo i nemici e staniamoli” disse imperativo Sasuke
“Vedo che sei il solito arrogante, che vorresti fare? Saltarmi addosso come l’ultima volta? Eppure sei finito maluccio, se la memoria non mi inganna” disse una voce piatta e impassibile
I tre ninja alzarono lo sguardo verso la fonte della voce e intravidero due figure, una in piedi e l'altra accovacciata, sopra un tetto ancora integro.
Sasuke sgranò gli occhi, riconobbe subito quegli occhi color sangue come i suoi
"Itachi!" gridò furibondo
"Il mio fratellino vivo e vegeto, ti ho aspettato a lungo, pensavo che qualche lupo ti avesse sbranato durante la tua ricerca" disse ironico l'Uchiha e rivolse lo sguardo al suo compagno mascherato
"Non ti distrarre!" gridò di nuovo Sasuke che con una velocità sorprendente si era portato dietro il fratello
"Non puoi ancora competere con me" disse Itachi schivando abilmente il calcio del fratello
"Maledetto! Sei stato tu a uccidere Naruto!"
"Non ucciderei mai Naruto, è importante per me" disse Itachi sorridendo
Quel sorriso spiazzò il giovane Uchiha, cosa significava? Perchè Naruto era importante per lui? E perchè aveva usato quel tono che poteva definire... gentile?
“Che diamine stai dicendo? Ormai è morto!" disse Sasuke con amarezza
"Già, e tutto per colpa tua" disse pungente Itachi
La persona mascherata accanto a lui si mosse ma il moro lo fermò
"Dopo tanti anni, voglio salutare il mio fratellino, non ti dispiacerà vero?"
"... "
Sasuke era fuori di sé, iniziò ad attaccarlo ferocemente senza tregua, ma era chiaro che Itachi stava soltanto schivando e senza alcuna difficoltà.
Osservando il compagno in difficoltà Sai si mosse abilmente e intervenne in aiuto dell’Uchiha, i due circondarono Itachi. Sasuke lo colpì con il suo chidori modificato, il chidori a forma di spada trafisse la spalla di Itachi e si diramò, come tanti rami nel corpo dell’Uchiha traditore. Tutto il corpo di Itachi venne trafitto e le punte del chidori spuntavano fuori da esso, il volto di Itachi si contorse in un sorriso compiaciuto
“Bravo, devo ammettere che sei migliorato, ma non abbastanza” detto ciò una miriade di corvi neri apparvero al posto del corpo trafitto.
“Cosa?!”
“Era un daijustu…ma quando?” disse Sai impressionato
“Non c’è bisogno che guardiate i miei occhi per cadere nel mio jutsu” disse Itachi soddisfatto
I due ragazzi erano immobili vicino al tetto intatto dove l’altro membro dell’organizzazione sedeva tranquillo e nonostante portasse una maschera sembrava che fosse divertito.
I due ragazzi ritornati in sé videro Kakashi-sensei impegnato nel affrontare Itachi ed era evidente che il loro maestro e compagno fosse in difficoltà.
“Ti devi sempre intromettere?!” disse Itachi scocciato
"Non farai del male a Sasuke, Uchiha Itachi, e poi dov'è Kisame?" chiese all'improvviso Kakashi
"..." il moro non rispose
"Comunque sia, non ti permetteremo di far del male a Sasuke!" disse Sai che si era portato vicino a Kakashi, i due si frapponevano tra i fratelli, cercando di tenerli uno lontano dall’altro ma al solo battito delle ciglia Itachi non era più lì.
Il traditore si portò davanti a Sasuke, i due erano uno di fronte all’altro sembrava quasi che il maggiore si fosse deciso a fare sul serio.
I due ninja della foglia si stavano muovendo verso i due fratelli
"Voi non farete proprio niente" rispose una voce così fredda da far raggelare il sangue nelle vene, per la prima volta l'uomo mascherato aveva parlato, un muro di fuoco circondò i due ninja. "Rimarrete lì finche non avranno finito"
"Maledetto!" gridò Sai
Sasuke si girò per vedere i suoi compagni intrappolati nel fuoco
"L'hai detto tu Sasuke, un ninja non si deve distrarre" disse Itachi colpendolo con un taijutsu facendolo schiantare a terra
"!" Sasuke si rialzò asciugandosi il sangue che stava colando dalla bocca " Kaminari no jutsu " una sfera di chakra dalla grandezza di un seme si formò nella sua mano e man mano si ingigantiva raggiungendo la forma di una palla enorme, si scagliò con tutta la sua potenza sull’avversario in un raggio a forma di fulmine, il raggio di chakra raggiunse il fratello
"Non sai di quello che sono capace!", il raggio si diramò circondando il fratello e una luce intensa si strinse al suo corpo, quantità sorprendenti di scariche elettriche.
"Ahrg!" un grido, ma urlato quasi come un sussurro uscì dalla bocca del moro.
Sul volto di Sasuke apparve un ghigno di soddisfazione ma il suo sguardo venne immediatamente catturato da due iridi, rossi sangue con simboli neri che volteggiavano vertiginosamente lo stavano fissando, era il mangekyu del fratello, e improvvisamente Itachi sparì.
Sasuke rimase immobile sconcertato, il mangekyu non gli aveva fatto provare quelle visioni, non aveva rivissuto il massacro del suo clan, non aveva risentito quelle grida, e tanto meno rivisto quei corpi mutilati e spezzati dalla morte. Itachi era soltanto sparito.
"Ma che..." disse Sasuke
“Ti sei distratto di nuovo”, un drago di fuoco lo colpì in pieno facendolo cadere a terra, le sue vesti erano stracciate e si potevano intravedere bruciature causate dall’ultimo attacco, Itachi si stava preparando a infliggergli un’atro duro colpo
"Basta così Itachi" disse la figura mascherata "Non mi piace vederlo in quello stato" aggiunse
"..."
“Andiamo" disse la figura mascherata scomparendo dalla vista, subito dopo fu raggiunto dal maggiore degli Uchiha .
Con la sparizione dei due membri dell’Akastuki, il muro di fuoco sparì a sua volta, Kakashi e Sai corsero verso il loro compagno ferito
“Itachi non c'è andato leggero” disse Sai
“No ti sbagli, c'è andato leggero, l’ultima volta era stato peggio” rispose Kakashi sollevato ma allo stesso tempo depresso, non era riuscito a fare niente era rimasto lì a guardare.
“Maledizione!” Sasuke imprecava contro la sua inettitudine, si era lasciato distrarre, era stato manovrato di nuovo, come quando erano bambini, Itachi era sempre a un passo davanti a lui.
“Siamo stati fortunati, non ci hanno attaccato seriamente”
“Ma perché? Che senso ha tutto questo? Prima riducono Neji in quello stato e ora…” Sai guardò il suo compagno malridotto
“Non c’è un perché, lui si diverte a umiliarmi, ma non è finita, mi ha sottovalutato, la prossima volta lo finirò” Sasuke era più determinato che mai
“Ora sarà meglio tornare a Konoha” disse Kakashi, era preoccupato e doveva informare Godaime di quello che era successo, non tanto quello che era accaduto a Sasuke e l’incontro con due membri dell’Akatsuki, ma piuttosto per il kunai che aveva trovato sul luogo del disastro e qualcosa gli diceva che il nuovo compagno di Itachi fosse molto più pericoloso di Kisame, e poi quella maschera, una maschera dal volto di una volpe, una volpe rossa.
“Voi tornate pure, io inseguirò il nemico e lascerò dei segnali con i quali vi sarà facile rintracciarmi” disse Sai tassativo
“Cosa?! Non se ne parla neanche, non ritorno indietro” Sasuke era più determinato che mai a trovare il fratello.
“Nessuno di voi farà una cosa del genere, verrete tutti e due con me al villaggio” disse autoritario Kakashi, non avrebbe mai permesso ad un compagno di inseguire da solo dei nemici tanto pericolosi.
“Sono specializzato nell’inseguimento e ricerca, era questo il mio compito nel ‘Root’, inoltre ho l’autorizzazione dell’alto consiglio del villaggio, ho il dovere di seguire qualunque tipo di traccia o indizio che mi portino all’individuazione del covo dei nemici” Sai mostrò una pergamena al sensei.
“Ma questo…” il ninjia copia riconobbe subito il sigillo segreto che marchiava le missioni segrete, non per niente il Root era un’organizzazione segreta diramata dai servizi segreti Anbu, Kakashi non potè far altro che accettare, non aveva l’autorità a contrastare quell’ordine.
“Meglio che mi muova o perderò le loro tracce” detto ciò il giovane sparì in una nuvola di fumo
“Ma Kakashi-sensei?” Sasuke era assai contrariato
“Non posso farci niente, non ho il potere di ordinargli a non andare” il ninjia copia si sentiva frustrato, anche se non era sicuro sull’identità del giovane e non si era mai fidato tanto di lui, era pur sempre un compagno e non potrebbe sopportare il fatto che possa accadergli qualcosa di brutto, ma doveva rassegnarsi.
Era di primaria importanza ritornare al villaggio, verificare le ferite di Neji e scoprire la provenienza del kunai che aveva raccolto.
“Andiamo” disse inflessibile
“No, Sai potrebbe trovarsi in pericolo, potrebbe essere scoperto e …” Sasuke ancora più ostinato cercava di convincere il sensei a lasciarlo andare, ma
“Sei ferito e non saresti di nessun aiuto a Sai, è stato addestrato fin dalla nascita a questi tipi di missione, sa bene quel che fa, non appena avrà scoperto il nascondiglio del nemico ci avviserà” detto ciò Kakashi fulminò con lo sguardo il giovane compagno che stava tentando di nuovo a convincerlo, e in fine si diressero insieme verso Konoha.


CAPITOLO 27- AGITAZIONE
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27-Agitazione
La notte era scesa, l’aria si era impregnata d’umidità, quasi come una notte nel caldo tropico, l’aria rarefatta della grotta, premeva su due individui, con la sua fitta e calda oscurità.
“Si può sapere che ti è preso?” una voce furente si levò.
“A cosa ti riferisci?”
“Lo sai bene, perché hai voluto rimanere fino al loro arrivo?” la voce si faceva sempre più alta
“Che ti prende, non ti sei divertito?” chiese l’altro ridacchiando.
“Non è questo!”
“Ah no?! Non mi dirai che sei rimasto turbato? Eppure mi sembravi così impassibile e indifferente, con quella maschera”, un ghigno deturpò il volto bianco e candido
“Piantala di sghignazzare, non sono rimasto affatto turbato, è solo che appena distrutto il villaggio dovevamo andarcene, erano questi gli ordini…”
“Sbaglio o mi avevi detto tu che non importava di quello che dice o pensa ‘lui’”
“È vero, ma questo non c’entra niente, quella era una missione necessaria per raggiungere il nostro scopo, non avresti dovuto…”
“Ma se hai iniziato tu ad attaccare quel Hyuga quando avevamo già completato la missione”
“L' ho attaccato perché non volevo che quei due si intromettessero poi quando abbiamo finito ti avevo detto di andarcene, ma tu no! Hai voluto rimanere ed aspettare che arrivassero gli altri, ed hai voluto umiliarlo! Non sopporto vederlo così”
“Ma come siamo sentimentali, eppure non hai mostrato un minimo di pietà nei loro confronti”
“E perché mai avrei dovuto! ... Ma che diamine, Itachi non cercare di cambiare discorso” il compagno del’Uchiha era agitato, era arrabbiato.
“Non scaldarti, l’aria è già abbastanza soffocante, sembra velluto bagnato, non hai caldo?” domandò improvvisamente Itachi e con uno strano sguardo osservò il suo compagno dalla testa ai piedi.
Non appena entrati nella grotta, il compagno del moro si era levato la maschera e si era disfatto del lungo soprabito nero ornato da nuvole rosse, indossava una maglietta nera, attillata, a maniche corte che mettevano in mostra il suo corpo snello ma allo stesso tempo corpulento. La maglietta aderiva perfettamente al suo corpo lasciando intravedere i lineamenti di un vigoroso pettorale. Indossava dei pantaloni lunghi e larghi in modo da facilitare i suoi rapidi movimenti.
L’Uchiha si avvicinò al compagno, era evidente la differenza di statura fra i due, chinò la sua testa per osservare meglio quella faccia contorta da un espressione di ira e agitazione.
“Sai ti preferisco di gran lunga così, senza quella maschera… mi piacciono i tuoi occhi…” Itachi portò la mano sul volto del compagno e con le dita iniziò a delineare quei lineamenti, con movimento lento e sinuoso.
“Che stai facendo?” il compagno lo spinse interrompendo il suo gioco di mani “Sei scemo?”
“Lo sai che per queste tue parole potresti finire male, ma non ti farò niente, credo che sia l’aria, il caldo mi rende il cuore tenero, però non approfittartene, ti conviene calmarti se non vuoi che ti renda innocuo, lo dovresti sapere, ho la mano pesante” avvertì il compagno ma sul suo volto era stampato uno strano sorriso, quasi di sfida.
“Cos’è una minaccia? Sono proprio curioso di sapere che mi faresti se non mi calmo! Eh!? Allora?!” disse l’altro sfidando l’Uchiha
“Sai, forse ho sbagliato, stai molto meglio con la maschera, almeno sei calmo e tranquillo, non mi piace chi si agita per un no nulla” disse sarcasticamente il moro
“Ne sei sicuro, davvero mi preferiresti con quella sul volto?” disse l’altro con tono basso e affabile, man mano che si avvicinava al moro, che intanto si era seduto su una roccia sporgente che aveva quasi la forma di una poltrona. Portò il suo volto all’altezza di quello del Uchiha, si mise in ginocchio in modo da poter guardare dritto negli occhi del suo compagno, sul suo viso era dipinto un sorriso raggiante e provocatorio, quegli occhi fissavano con intensità quelli del moro.
Itachi riusciva a sentire il fiato dell’altro sul proprio volto, una sensazione di desiderio bruciante, che l’atmosfera calda e afosa aveva acceso, ora si divampava con intensità alimentata dall’avvicinarsi del suo compagno, il volto del giovane si avvicinava sempre di più, sempre più vicino…
“A…lo…ra?!” disse il giovane con tono amabile e provocante.
L’Uchiha non sentì neanche quelle parole pronunciate con tale lentezza, tutta la sua attenzione era stata catturata dalle labbra del suo compagno, due labbra rosee e delicate semichiuse che si aprivano e si chiudevano.
Tutto ad un tratto Itachi strinse il giovane compagno a sé in una stretta di ferro, le sue labbra golose e avide si avventarono su quelle dell’altro, baciò con violenza e passione il giovane ragazzo, che si dimenò e con un forte strattone si divincolò, inciampando per terra.
“Ma che diavolo fai?” imprecò il giovane ancora incredulo.
“Ti avevo avvertito di non provocarmi, ma non mi hai voluto ascoltare…ora sei mio…” gli occhi scuri del moro divennero rossi, di un rosso vivo più accecante del fuoco.
“Ahrg!!!”
“Subirai le conseguenze della tua arroganza”
“Dannato di un Uchiha! ...Mnnnn!”


“Presto portatelo nella sala rianimazione, chiamate il Godaime” la voce di Sakura era autoritaria e decisa, era diventata una vera ninjia medico.
“Che sta succedendo?” arrivò Tsunade gridando
“Tsunade-sama presto dia un' occhiata a Neji” rispose Sakura preoccupata
“Ma queste ferite?!” una sola occhiata bastò al Godaime per capire che quelle ferite erano simili a quelle riportate sul corpo di Naruto, ma…
“Sono le stesse ferite…” disse Sakura quasi in un sussurro
“No, non sono le stesse” Tsunade stava tastando e visitando il giovane Hyuga
“Come sarebbe no, eppure sono come…”
“Non sono uguali, se osservi bene l’intensità delle bruciature è molto minore rispetto a quelle che aveva ‘lui’, mentre le ferite maggiori che presenta Neji sono i tagli ed anche queste sono state fatte con minore intensità…” il Godaime continuò il suo controllo più accuratamente
“Se non sono così intense allora come mai Neji non si riprende, Shikamaru si è ripreso…?” si intromise Gai
“Queste ferite non sono la causa del coma, deve esserci qualcos’altro” Tsunade tastò ogni centimetro del corpo dello sfortunato Hyuga, ma nessuna ferita era così grave da spiegare il coma.
Sakura vide la sua maestra in difficoltà, capì che serviva più tempo prima di riuscire a trovare la causa della situazione di Neji.
“Tsunade-sama ci pensa lei qui? Io vorrei andare a parlare con la famiglia Hyuga, è giusto che sappiano dello stato vegetativo in cui si trova Neji, forse con la famiglia accanto potrà riprendersi meglio…” Sakura pensava che il conforto e la presenza delle persone care avrebbero potuto riaccendere la volontà e il desiderio di vita dell’amico.
“Si, è giusto che vengano informati, ma penso che non sia il caso di dirlo a Hinata, parla con il signor Hyuga, come capo clan ci penserà lui a informare la famiglia, non vorrei che Hinata…” forse la dolce Hyuga non avrebbe retto il colpo, no di sicuro si sarebbe ammalata, dopo la fatica che ha affrontato non avrebbe retto una notizia del genere, non potevano farla preoccupare, almeno prima dovevano scoprire la causa del coma.
“Ho capito, è ancora un po’ segnata dal parto difficile, neanche il suo cuore è in ottime condizioni, povera Hinata”.
Sakura se ne andò, Godaime chiese a Gai e Shikamaru di andarsene, rimasta sola con alcuni medici, si concentrarono sul Hyuga. Dopo qualche ora finalmente scoprirono che il ragazzo aveva ricevuto un colpo sulla testa, precisamente sulla fronte, che aveva causato la formazione di un coagulo sanguigno proprio nella corteccia celebrale, sede di tutte le funzioni sensitive e motorie, il coagulo inoltre si è solidificato inglobando e chiudendo alcune sinapsi.
“Incredibile, è quasi impossibile provocare un danno simile, per provocarlo il nemico doveva essere moto attento e scrupoloso, un minimo errore e sarebbe morto, non ha senso? Hanno ucciso tutti quei ninjia perché ridurre Neji in questo stato di coma? ...
“Prendetevi cura voi di lui” ordinò Tsunade ai medici e uscì.
Godaime andò alla ricerca di Gai, lo trovò subito fuori dalla stanza
“Come sta? Si riprenderà?” Gai era veramente preoccupato
“Non so ancora, ma non corre pericolo di vita, voglio sapere tutto quello che è successo nei minimi dettagli” ordinò Tsunade, Gai le raccontò tutto quello che sapeva.
“Quindi non hai visto cosa gli è successo, e Shikamaru? Ha visto qualcosa?”
“Shikamaru aveva imprigionato il nemico mascherato ma un fulmine lo colpì facendolo cadere a terra privo di sensi, prima però era stato impressionato dai strani occhi del membro dell'alba, sembrava che nelle iridi volteggiassero delle spriali, non sa bene come spiegarlo”
“Hai detto spirali?” fu evidente che quelle parole la turbarono molto e senza dire nulla si dileguò.
Godaime stava sfogliando un libro molto voluminoso, sembrava molto concentrata in quello che faceva, delle gocce di sudore scivolarono sulla sua pelle bianca e liscia, anche se aveva un'età non trascurabile, il suo aspetto era ancora quello di una ragazzina.
"Finalmente!" disse con tono soddisfatto, fece un segno alla pagina e chiuse il libro portandoselo con se.
Neji era sdraiato sul solido pavimento, in mezzo ad un sigillo, tutto intorno sedevano ninja medici concentrati in rituali complicati e impegnativi.
"Godaime!" disse Shizune
"Facciamo a cambio, penso di essere riuscita a trovare una cura" l'hokage si mise al posto dell'allieva, le sue dita si mossero velocemente formando un sigillo mentre la bocca pronunciava parole poco comprensibili, con gli occhi chiusi il Godaime era più concentrato che mai, la tensione era tanta, non poteva permettersi di sbagliare o la vita del giovane Hyuga sarebbe stata spezzata, ti colpo aprì gli occhi mettendo la mano giù con il palmo rivolto verso il pavimento, le scritte che circondavano il corpo del ragazzo si illuminarono una ad una facendosi sempre più vicine fino a prenetare nella pelle di esso.
L'operazione richiese svariate ore ma infine una Tsunade stremata ma soddisfatta uscì dalla sala operatoria
"Come sta?" chiese una voce timida ed esile
"Hinata! Non dovresti essere qua, il tuo corpo è ancora debole per il parto..."
Gli occhi della Hyuga si riempirono di lacrime, l'espressione dell'Hokage si addolcì
"Ora è fuori pericolo, sono riuscita a rimuovere l'accumulo di sangue dalla fronte, il resto dipende solo da lui"
"Da lui?" ripetè Hinata
"Si, penso proprio che se gli starai vicino riuscirà a svegliarsi di certo"
Due nija si avvicinarono a loro
"Kakashi, Sasuke!" disse Hinata sorpresa
"Godaime, vorrei parlarle in privato riguardo l'attacco al villaggio Taki"
Tsunade annuì con la testa e i due si diressero verso il suo ufficio.
La primo genita degli Hyuga posò lo sguardo sull'ultimo erede degli Uchiha ma prima che potessero dire qualcosa dalla sala operatoria uscì Neji in barella portato da due ninja medico, i due li seguirono in silenzio nella stanza dove il giovane Hyuga venne adaggiato su un letto
"Oh, Neji!" disse Hinata singhiozzando avvicinandosi al marito "Oh, Neji chi ti ha ridotto così?" gli chiese prendendogli una mano, il Hyuga si mosse a quel contatto
"!?" Hinata rimase sbigottita ma felice "Neji, puoi sentirmi?"
"N-naruto" disse in un sussurro Neji
"Naruto?" chiese incredula la ragazza
"... Penso che voglia dirci che chi l'ha ridotto così sia stato l'assassino di Naruto" rispose Sasuke che era rimasto in un angolo a guardare quella scena commuovente
"Neji è così?" chiese di nuovo Hinata stringendo più forte la mano del marito tra le sue, ma non ricevette alcuna risposta, l'Hyuga era caduto di nuovo nel suo stato di coma.

"Kakashi, cosa sai dirmi riguardo l'attacco?" chiese Godaime senza usare mezzi termini
"Devastante, i nemici erano potentissimi, anche se solo due, non oso pensare cosa siano capaci di fare tutti riuniti"
"Sei riuscito ad indentificarli?"
"Sono qui per questo, uno di loro era senza dubbio Uchiha Itachi, ma è l'altro che mi preoccupa..." Kakashi estrasse il kunai che aveva raccolto dal campo di battaglia e lo mostrò all'Hokage
"Ma questo..."
Kakashi annuì
Godaime prese il kunai e lo esaminò con attenzione
"Sono identici ai 'suoi '"
Kakashi annuì un'altra volta
"Il padre sapeva controllare il fuoco e il vento, forse lui ha ereditato le stesse capacità, questo spiegherebbe le ferite riportate da Neji e da Naruto"
"Pensa che Namekaze sia ancora vivo?" chiese il ninja copia a brucia pelo
"..." Godaime non rispose
Un rumore di passi si sentì nel corridoio poi la porta fu spalancata all'improvviso
"Godaime! Neiji Hyuga ha parlato!" disse Shizune emozionata
"Cosa?!" Tsunade corse nella stanza del ragazzo seguita da Kakashi, tastò il polso, poi gli mise una mano sulla fronte "Sembra che stia dormendo, cosa ha detto?" chiese guardando i due ragazzi che erano nella stanza
"E-ecco... ha detto..."
"Ha detto Naruto" Sasuke finì la frase di Hinata
"Naruto?"
"Suppongo che avesse voluto dire che chi l'ha ferito sia l'assassino di Naruto" rispose l'Uchiha
"E' molto probabile, le loro ferito sono molto simili, ma ora è meglio lasciarlo riposare, anche voi siete stanchi"
Sasuke annuì e uscì dalla stanza seguito da Kakashi e Shizune
"Hinata, restagli vicino è la migliore cura per lui al momento. E se dovesse svegliarsi o parlare di nuovo, chiamami immediatamente"
"Si, certo"
Godaime raggiunse gli altri ninja e fece segno a Kakashi di seguirla, entrarono nel solito ufficio
"Cosa ne pensi?"
"Probabilmente è veramente lui, infondo non abbiamo nessuna certezza che sia morto veramente"
Godaime annuì
"Gli assomigliava anche..." Kakashi abbassò lo sguardo "Aveva i stessi capelli del padre"

Il buio era sceso, Sai vagava nell’oscurità alla ricerca delle tracce del nemico.
“Sono davvero veloci, non li ho ancora raggiunti, fortunatamente le tracce non si sono ancora cancellate, se si fermassero riuscirei di sicuro a raggiungerli”, controllava attentamente ogni angolo alla ricerca delle impronta, erano tracce che lui stesso aveva imposto sul nemico quando fu imprigionato dal muro di fuoco, il suo jutsu particolare di utilizzo dell’inchiostro gli aveva permesso di marchiare le suole delle scarpe di uno dei due dell’Akatsuki, impronta che solo lui avrebbe potuto individuare, poiché il liquido con cui aveva impregnato le scarpe erano dell’inchiostro speciale.
Il sole si stava levando, i primi raggi solari illuminavano l’orizzonte, l’ambiente circostante era priva di arbusti, c’erano solo delle piccole chiazze verdi, pezzetti di terra coperta da erbaccia, il giovane ninjia aveva viaggiato per tutta la notte senza sosta alla ricerca della posizione del nemico. Ad un certo punto il panorama cambiò, l’orizzonte era frastagliato da piccole vette, si vedevano rocce e massi sporgenti, individuò un’apertura in una costruzione rocciosa gigante quasi quanto un palazzo, un palazzo scolpito dalle intemperie.
Individuò una specie di entrata e scoprì delle impronta che portano verso la cavità, era evidente anche un impronta che fuoriusciva dall’apertura, ma non era più in grado di definire la direzione che avesse preso.
“Sono arrivato tardi” si disse abbattuto
“Io non direi” si levò una voce alle spalle del giovane, che si girò di scatto.
“Uchiha Itachi! Sterminatore del tuo stesso clan e traditore del villaggio di Konoha, a quanto pare sono riuscito a raggiungervi” disse soddisfatto
“Uhm!…Non so perché ti sia spinto fino a qui da solo, ma credo che non andrai più da nessuna parte” disse con un sorriso l’Uchiha, con la schiena appoggiata ad un albero, sembrava stanco.
Uchiha Itachi era pronto a sferrare il suo attacco, si era preparato a uccidere
“Non sono qui per combattere…voglio solo parlare” disse improvvisamente Sai fermando Itachi prima che potesse fare quello che aveva intenzione di fare.
“Parlare? Non credo di avere nulla di cui discutere con te”
“Lasciami parlare, dopo che avrò finito potrai fare quello che vuoi di me”.


Continua QUI!!!

Edited by sakuratei - 18/1/2009, 01:01
 
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sakuratei
view post Posted on 18/1/2009, 00:55




CAPITOLO 28- RIVELAZIONI
SPOILER (click to view)
28-Rivelazioni
"Posso fare di te ciò che voglio anche subito" rispose l'Uchiha
"..." Sai era in difficoltà, non aveva prevvisto che sarebbe stato così difficile parlare al traditore
"Perchè non senti cos'ha da dire Itachi?" dalla grotta sbucò la figura mascherata
Il moro innarcò un sopraciglio, non gli piaceva che qualcuno gli dicesse quel che doveva fare
"Allora, sentiamo cosa hai da dire"
"Sono stato mandato qui a parlare con voi, membri dell'Akatsuki, da parte del capo del 'Ne', e offrirvi un appoggio in questa vostra conquista" lo sguardo di Sai si posò sul membro mascherato "Il 'Ne' è sempre stato contrario a questo modo poco spartano di governare dei Kage, il loro scopo è di formare un mondo pieno di guerrieri di prim'ordine, dominato da Kage rigidi che guardino al futuro ninja come unico possibile per i bambini che verrano"
"Come facciamo a sapere che non stai mentendo?" chiese l'uomo mascherato
"So che con il magenkyu sharingan i membri del clan Uchiha possono scrutare nell'animo delle persone, sono disposto a sottopormi al suo sguardo per dimostrare che sto dicendo la verità"
"..."
“Hai fegato a volerti sottoporre al mio sharingan, ma perché mai dovrei sprecarlo con te”
“Non ci importa nulla dei vostri piani e progetti” disse il mascherato con tono alquanto irato
“Hai detto quello che volevi dire oppure hai qualcos’altro da aggiungere?” chiese amichevolmente l’Uchiha
“…” Sai non aveva ancora finito, aveva detto quello che gli era stato ordinato ma quello non era l’unico obbiettivo che lo aveva portato ad inseguirli, ad accettare quella missione che gli poteva costare la vita, un pensiero fisso tormentava la sua mente da quando erano partiti, la vendetta.
“Andiamocene” disse il compagno di Itachi
“Uhm?! Che ne facciamo di lui?”
“Lascialo perdere, andiamo, ti sei divertito anche troppo”
“Hai ragione…Bhè sei fortunato!” disse Itachi con un sorriso e i due si prepararono ad andarsene
“Aspettate!” gridò Sai cercando di fermarli “Non ho ancora finito” si portò davanti al tizio mascherato
“…” il giovane guardò il moro che si era portato davanti a lui, una strana espressione era presente su quel volto impassibile
“Sei tu vero? Sei stato tu a causare quelle ferite a Hyuga Neji…sei tu che hai ucciso… Uzumaki Naruto?!” Sai era determinato.
“Uzumaki Naruto… quanto era … stupido, era un vero ingenuo… ma ora non c’è più, l’Uzumaki non esiste più, si l’ho ucciso io!” disse con voce ferma il mascherato
“Tu… maledetto!” Sai aveva ottenuto la sua risposta e si scagliò contro il nemico.
"Cosa vorresti farmi? Uccidermi?" chiese il ragazzo mascherato "Tra la tua forza e la mia c'è un abisso. Ti consiglio di andartene se non vuoi morire"
Sai non curante degli avvertimenti si scagliò contro il ragazzo, il primo calcio andò a vuoto
"E' veloce" penso tra sè e sè, fece una rapida successione di calci e pugni ma sempre mancando il bersaglio.
“Sei veloce, e abile nello schivare i miei attacchi, vediamo come te la cavi ora! Kazemaki no jutsu!” gridò Sai e un vortice di vento lo avvolse come una barriera, si mosse ad una velocità incredibile, il ragazzo mascherato si riparò con le braccia ma il forte vento gli strappò via la maschera dal volto.
“!” Sai era rimasto senza parole da quella vista


Hinata si era appisolata accanto a Neji, le mani che tenevano strette quelle del consorte, le dita che stringeva si mossero leggermente
“Mmmm” gemette la ragazza aprendo un occhio e vide gli occhi dell’Hyuga semi aperti, si svegliò di colpo “Neji!”
“Hinata, sei stata tutto il tempo vicino a me?” chiese flebilmente “Il calore della tua mano mi ha portato indietro”
Calde gocce uscirono dagli occhi della ragazza “Neji, temevo che non ti avrei più potuto parlare!”
“Come sta il nostro piccolino?” chiese abbozzando un debole sorriso
Hinata si asciugò le lacrime “Sta… sta bene, aspetta qui, vado a chiare Godaime” gli diede un bacio sulla fronte e uscì velocemente dalla stanza.
Tsunade, Kakashi e Sasuke accorsero nella stanza trovando Neji seduto, l’Hokage si avvicinò controllando il battito cardiaco, la pressione e la temperatura
“Sembra che tu sia definitivamente fuori pericolo” disse con un sorriso raggiante
Sasuke si avvicinò
“L’hai visto in faccia?” chiese senza esitazione
“Sasuke non mi pare il momento più adatto…!” lo rimproverò Kakashi
“No, va bene, quello che ho visto non può essere tenuto nascosto, ve ne avrei parlato io non appena possibile”
“Allora Neji non ti dispiace raccontaci tutto”
L’Hyuga annuì
“Hinata, è meglio che tu esca”
“Cosa? Perché?”
“E’ il resoconto di una missione, non dovresti sentire”
La ragazza mise un leggero broncio ma non obbiettò, capì che qualcosa turbava suo marito e uscì dalla stanza senza aggiungere altro
“Quando mi girai per vedere cosa era successo a Shikamaru venni colpito da un ninjutsu, fui avvolto da fiamme e lame di vento, riducendomi in questo stato” lanciò uno sguardo all’Uchiha minore che rimase impassibile "Qualcosa però lo fece fermare prima di togliermi la vita..."
Tutti i presenti rimasero in silenzio
"Quando caddi a terra, vidi il suo volto..." seguì una lunga pausa "Sembrava lui..."
"Lui chi?" chiese Sasuke irritato per i giri di parole che stava facendo Neji
Il ragazzo alzò la testa guardandolo dritto negli occhi, le sue labbra si mossero pronunciando un nome, l'Uchiha parve estraniarsi dal mondo, ci mise molto tempo ad afferrare il nome che aveva pronunciato l'Hyuga.
"Cosa?!"
"Si, sembrava proprio lui... insieme ad Itachi" rispose
"No! Non può essere! Lui è morto! Non può essere lui!" senza afferrare le ultime parole pronunciate dal ragazzo ferito
"Ma ne sei sicuro?" chiese Godaime poco sorpresa
"Non proprio, qualcosa in lui era diverso da Naruto Uzumaki" rispose Neji
Il Godaime e il ninja copia si guardarono, le loro supposizioni a quanto pare erano fondate
"Cosa vuol dire che era diverso? E' o non è lui?" chiese l'Uchiha furioso
"Calmati Sasuke" disse Kakashi
"Calmarmi? Come faccio a calmarmi? In questi tre anni non avete fatto altro che ripetere di calmarmi! Questa volta non sarò calmo!"
"Calmati Sasuke" ripetè Godaime "Abbiamo valide ragioni per pensare che quell'individuo non sia Naruto"
L'Uchiha e l'Hyuga rimasero sorpresi
"Cosa intendi dire?"
"Godaime, sapete chi possa essere quell'individuo che assomiglia così tanto a Naruto?" chiese Neji
"E' giusto che vi metta a conoscenza del passato della famiglia di Naruto"
"Ma... Godaime, è sicura?" chiese il ninja copia
"Più che mai. Arrivati a questo punto è giusto che sappiano la verità" disse guardando Sasuke
"Cosa centra la famiglia di Naruto?" chiese Sasuke sconcertato
"Tanti anni fa, quando la guerra regnava tra i paesi, due ninja si innamorarono perdutamente uno dell'altro, dal loro amore naque un bambino..."
"Naruto" rispose l'Uchiha
"No" disse Kakashi
"Era un bambino molto intelligente e dotato, un vero genio pari al padre, nacque lo stesso anno di Itachi, tuo fratello, e crebbero insieme fino al giorno dell'attacco del demone KyubI”
Sasuke guardò torvo il Godaime
“Cresciuti insieme?”
“Già” intervenne Kakashi
“Il giorno dell’attacco lui sparì nel nulla, abbiamo sempre pensato che fosse morto, ma a quanto pare ci sbagliavamo”
“Bella storia, ma cosa centra con Naruto?” chiese impaziente il ragazzo
“Lui e Naruto erano fratelli” rispose Kakashi
“?!” L’Uchiha rimase di stucco “Fratelli?!”
“Si, come tu ed Itachi” aggiunse Kakashi
“Naruto nacque qualche giorno prima dell'attacco…”
“Come potete essere sicuri che sia il fratello di Naruto?”
“Tutti e due assomigliavano alla madre come carattere, ma nell’aspetto erano simili al padre”
“Yondaime” disse Sasuke
“Vedo che stai diventando sempre più acuto” si complimentò Kakashi
“Ho sempre notato una certa somiglianza…” il ragazzo aveva passato ore intere ad osservare il suo compagno e ricordò di aver visto la foto del Yondaime nella stanza del sensei una volta, si era sorpreso della loro somiglianza ma in quel momento non ci fece caso.
“Naruto figlio del Yondaime?” chiese incredulo Neji “Come è possibile? Tutti al villaggio lo trattavano come un mostro!”
“… Penso che se Yondaime avesse saputo che suo figlio sarebbe stato trattato in quel modo, non avrebbe sacrificato il corpo del figlio per salvare il villaggio” disse Sasuke
“Probabile, lui voleva che tutti lo considerassero un eroe…” disse con tono triste Kakashi
Il silenzio calò nella stanza, in quei pochi minuti era stato rivelato un segreto che fu tenuto nascosto per anni.
Sasuke silenzioso si avviò verso la porta
“Non mi importa che sia suo fratello, pagherà per quello che ha fatto”


CAPITOLO 29- IL COVO
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29-Il covo
Sai era ancora sbigottito, non riusciva a credere ciò che i suoi occhi stavano vedendo il ragazzo mascherato davanti a lui, un giovane forte e robusto ma dal volto segnato, aeva occhi più gelidi del ghiaccio, l’epressione stampata sul volto era priva di ogni emozione, non riusciva ancora a credere ad una tale impassibilità.
“Perché?” domandò il moro con voce tremante, tante erano le domande che voleva fare eppure quelle parole furono l’unica cosa che riuscì a pronunciare.
“Perché?! Credevo di avertelo già detto, Uzumaki era un debole, uno stupido che credeva in sogni impossibili, un idiota che tutti prendevano in giro e manovravano a loro piacimento” la voce calma si stava man mano agitando
“Ora basta! Dobbiamo andare, se non ci sbrighiamo arriveremo in ritardo” disse un Uchiha impassibile, sapeva bene che se il suo compagno continuasse quella conversazione presto avrebbe perso la calma, soprattutto ora che non portava più la maschera, e l’ultima cosa che l’Uchiha voleva è affrontare il compagno fuori di sé.
“Giusto! Ora spostati, abbiamo fretta, se non vuoi finire male” ordinò il giovane misterioso e insieme al maggiore degli Uchiha si avviarono.
“Aspetta! Lasciami venire con te” chiese calmo e disinvolto
“... Se è per obbedire agli ordini del tuo superiore, puoi dirgli che non ci interessa quello…”
“No, non è per quello, permettimi di unirmi a voi, avevo detto che quando avrei finito potevate disporre di me come meglio credete, farò tutto quello che mi chiederai” la voce era bassa ma allo stesso tempo era decisa.
“…”
“Potresti esserci utile, dato che abbiamo perso molti membri in questi ultimi anni” disse Itachi
“Fai come credi, ma non so se lui sarà d’accordo” disse il giovane rimettendosi la maschera che aveva raccolto.
I due dell’Akatsuki si avviarono
“Cosa fai ancora lì impalato, andiamo di fretta, muoviti se non vuoi rimanere indietro” ordinò Itachi
Il giorno era appena iniziato e tre giovani viaggiavano veloci verso una meta sconosciuta, due erano vestiti con una lunga veste nera ornata da nuvole rosse, l’altro un giovane dalla veste semplice. Sai si era unito al nemico.


In una città lontana. Un luogo traboccante di case di ogni tipo, casette familiari di due piani, palazzi alti dieci piani. Una località vitale e frenetica con insegne e locandine di vario tipo che tappezzavano le varie abitazioni, botteghe e botteghini che vendono ogni genere di oggetti immaginabili e non, ristoranti e taverne si trovavano ad ogni angolo, case da gioco e bordelli erano sparsi per le vie.
Era una città caotica, a prima vista, piena di ogni genere di svago eppure per le strade e nei locali si poteva notare una calma insolita, troppa calma per una città del genere.
Per le vie si potevano sentire melodie provenienti dai vari locali, ma nonostante questo per le strade si avvertivano solo delle voci, quasi sussurrate, ma in una via, chiunque passasse non poteva non udire una forte e caotica risata, la voce dirompente proveniva da una delle tante taverne che tappezzavano la piccola strada. Un vecchio, dai lunghi capelli bianchi che teneva una bottiglia di vino, era circondato da due giovani e belle fanciulle, ridevano e scherzavano, il vecchio dava l’impressione di essere in ricerca di materiale sulle giovani ragazze e sulle belle donne, materiale necessario per il suo lavoro, era uno scrittore, il creatore della serie “Il paradiso delle pomiciate”.
Chi mai si interesserebbe a un vecchio del genere? Chi mai penserebbe che un tipo simile possa essere un sannin leggendario?
Grazie a quel suo modo d’agire, traeva in inganno il nemico, riusciva a tirare fuori informazioni in modo tale da non suscitare il minimo sospetto.
Dopo un’ora di risatine e bazzecole il vecchio pagò il conto e uscì dalla locanda, aveva offerto da bere a tutti coloro che si erano accomodati accanto a lui ed aveva parlato del più e del meno riuscendo a tirare fuori informazioni utili, per la sua missione, aveva scoperto il quartier generale dove probabilmente si trovava colui che si faceva passare per il capo dell’Akatsuki.
Dalle informazioni che aveva raccolto, il paese era da poco reduce da una guerra civile e tuttora il paese era diviso in due fazioni e uno dei massimi esponenti di una delle fazioni sosteneva di essere il capo dell’Akatsuki, a quanto pare la persona in questione non si faceva vedere spesso in giro ma tutti quelli che lo avevano visto sostenevano che indossasse sempre una lunga sopraveste nera con sopra ricamate delle nuvole rosse.
“Meglio verificare con i propri occhi, credo proprio che sia ora di andare a dare un’occhiata al loro quartiere generale” si disse a voce bassa in modo tale da non essere sentito da altri.
Jiraya si avviò velocemente verso una palazzo abbastanza alto che si trovava verso la periferia della città, dalle notizie raccolte sembrava proprio che quella fosse la sede centrale della fazione ed era anche il solo luogo dove si potesse incontrare e vedere quella persona.
Il palazzo era alto nove o dieci piani, era una costruzione nuova, la facciata principale dava su una strada come tante altre, di fronte era piena di negozietti, osterie ed edifici ornati da insegne, ma nel lato della strada dove si trovava l'alto palazzo vi erano edificazioni semplici e spogli che lo fiancheggiavano.
Con molta attenzione Jiraya si intrufolò all’interno, il fabbricato non comprendeva un unico edificio, il palazzo alto e i vari edifici che lo affiancavano erano solo la facciata, all’interno dopo una lunga galleria si arrivava ad un cortile fiancheggiata da diversi edifici che si estendevano per il lungo dietro l’alto palazzo.
“Dunque il palazzo principale è stato costruito così alto solo per nascondere questi altri fabbricati, davvero ingegnosi”
“Grazie per il complimento” si udì una voce che fece trasalire Jiraya, non aveva avvertito nessuna presenza prima di udire la voce.
Il Sannin si voltò di scatto e vide un uomo con la lunga veste nera tipica dell'Akatuski, la figura era in penombra, il suo volto era oscurato, ma nonostante tutto egli vide due occhi familiari che lo scrutavano.
"Non è possibile, tu..."
La misteriosa presenza uscì dal suo angolo e si mostrò alla luce della luna, era un giovane alto e snello, portava una lunga veste nera con nuvole rosse, due occhi che brillavano riflettendo la fiocca lune lunare.
“Jiraya-sama, quanto tempo, è da tanto che non ci vediamo, l’ultima volta ero ancora un bambino ma lei non è cambiato per niente” disse la voce calma e piatta.
“Pain tu!” Jiraya era più che sorpreso, colui che ora gli era davanti portando il coprifronte del villaggio della pioggia altri non era che un giovane del villaggio di Konoha, sparito durante l’attacco del Kyubi.
“Vedo che si ricorda ancora di me”
“Dunque sei tu l’alto esponente della fazione che si considera il capo dell’organizzazione denominato Akatsuki!” disse conciso l’eremita dei rospi
“Alto esponente! Capo! Sono termini così autorevoli, mi sento elogiato”
“?! Perché stai facendo tutto questo?” Jiraya non poteva credere che il dolce ed allegro ragazzo di allora fosse ora diventato colui che comandava un’organizzazione che terrorizzava i villaggi ninja.
“Perché? Mi chiede perché lo faccio? Ma come non lo capisce? Io discendo dal grande clan fondatore del Paese del Vortice, paese che è stato spazzato via dalla grande guerra” disse fiero Pain
“?! Non vorrai mica…” Jiraya stava capendo, i villaggi ninja che avevano distrutto erano infatti dei villaggi vicini al Paese della Pioggia, ed erano tutti giovani villaggi che si trovavano nella zona in cui prima sorgeva il Paese del Vortice.
“Voglio ricreare il Paese del Vortice e rifondare il grandioso clan degli Uzumaki”
“Sei impazzito? Provocherai un’altra grande guerra in questo modo, il Paese della Pioggia e il Paese della Terra non ti permetteranno mai di riuscire nei tuoi piani, non rinuncerebbero mai a quei territori che ormai gli appartengono”
“Non me lo permetterebbero?! Loro non sono nessuno, non sono in grado si impedirmi nulla, io ho il potere sul Paese della Pioggia, sono io che lo comando ed è grazie a me che gli abitanti del villaggio possono vedere il sole ed avvertire il calore, se non fosse per me questo posto miserevole sarebbe sotto le intemperie della pioggia ogni giorno”
“Hai usato il tuo ninjutsu per fermare la pioggia! Per questo in questi ultimi giorni non ha piovuto, sei migliorato davvero tanto, non avrei mai creduto che potessi sviluppare così tanto il jutsu che hai ereditato da tua madre, sei sorprendente come tuo fratello”
“?! Non paragonarmi a lui, lui è solo un bambino ingenuo, uno stupido che non riesce a fare nulla senza l’aiuto degli altri”
“Ed è per questo che l’hai ucciso?”
“Ucciderlo, è pur sempre mio fratello” disse in un ghigno “Anche se in realtà a parer mio è solo Kyubi travestito, ho tentato di ucciderlo, non sai quante volte, ma ogni volta i suoi occhi, così simili a quelli di mia madre, me l’hanno impedito”
“Se non sei stato tu, chi è stato?”
“Non sono a conoscenza di tutto ciò che accade nell’organizzazione”
“I tuoi genitori si rivolterebbero nella tomba se sapessero quello che stai facendo!”
“Zitto! Cosa puoi saperne tu di cosa proverebbe mia madre? Lei che è morta per colpa vostra e per colpa di quell'egoista di mio padre!”
“Tuo padre era un eroe!”
Pain tirò un grosso respiro ”Jiraya-sama, è meglio che se ne vada da qui, non vorrei essere costretto a farle del male”
“Questa è bella, voglio proprio vedere cosa sai fare”.



CAPITOLO 30- INCREDULITA'
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30-Incredulità
Kakashi non si dava pace, qualcosa gli era sfuggito negli ultimi giorni, come Godaime, pensava che il ragazzo mascherato fosse il fratello di Naruto, ma qualcosa non quadrava. Ne era certo.
Si sedette sul letto abbracciando un cuscino, sul comodino era poggiata la foto che aveva fatto con i suoi allievi, un sorriso sfuggì dalle sue labbra nel rivedere i due ragazzi imbronciati uno verso l’altro, poi l’occhio cadde sull’altra foto, fatta da bambino quando lui stesso era un’ allievo.
“Assomiglia al padre…” gli occhi si spalancarono dallo stupore, era vero, assomigliava al padre ma…


“Vediamo quanto sei abile, se sei almeno all’altezza dei tuoi genitori” disse Jiraya sfidandolo
“A quanto pare non ascolterà il mio consiglio, non avrei mai voluto affrontarla, infondo lei è stato maestro di mio padre, mio ed anche di mio fratello da quel che io sappia, ma lei non mi lascia scelta…”
“Io voglio solo impedirti di fare altre sciocchezze”
“Lei proprio non riesce a capire, io voglio solo riportare il mondo a quello di un tempo”
“Quello che dici è senza senso, vorresti far ricadere il nostro mondo pacifico nel caos!”
“Caos?! La guerra è il pane quotidiano di noi ninja, meglio morire combattendo in una grande guerra, che facendo stupide missioni senza senso per dei stupidi ed egoisti politici”
“…” Jiraya non sapeva cosa dire, non poteva dargli torto completamente “Ma una guerra non coinvolge solo noi ninja, molti civili, donne e bambini sono morti nelle grandi guerre”
“Civili?! Donne e bambini dice? Anche molte donne e bambini sono morti per le idiozie dei politici, perché mai dovremmo morire per loro, vedere i nostri compagni o cari morire per quegli esseri indegni, chi sono loro per pretendere il nostro sacrificio!” Pain era seriamente turbato, odiava con tutto sé stesso quei signori che comandavano i vari paesi, si credevano superiori agli altri, si credevano migliori dei ninja. Eppure ogni volta che accadeva qualcosa erano i ninja che risolvevano per loro le varie questioni, i ninja morivano per difenderli. Non poteva più sopportare oltre, non voleva più vivere in quel mondo ipocrita, il mondo andava cambiato.
Negli occhi di Pain una luce omicida si accese, Jiraya saltò giù dal corridoio e si sistemò nel cortile, si preparò, aveva intuito dallo sguardo di Pain che era giunto il momento dello scontro, loro non lo avrebbero mai lasciato andare via vivo.


Sasuke stava seduto nel campo di allenamento numero tre, erano giorni che il suo compagno Sai mancava, temeva che gli fosse successo qualcosa
“Quello stupido, prima dice a me di calmarmi e poi li insegue da solo” non riusciva a perdonarsi del fatto di aver permesso all’amico di essere andato da solo.
Sentì un dolce profumo di fragola, una ragazza si sedette accanto a lui
"Sasuke-kun, sei in pensiero per Sai?" chiesa la voce gentile di Sakura
"..."
La ragazza sorrise dolcemente, i suoi grandi occhi riflettevano il colore limpido del cielo, da quel giorno di tre anni prima non si erano più parlati granché, provava un grande rimorso verso Naruto, il suo egoismo lo aveva spinto a mantenere la promessa di riportare indietro Sasuke ad ogni costo.
Ora il suo cuore era diviso dall'amore che provava per Naruto defunto e l'amore che aveva provato per Sasuke seduto accanto a lei.
"Ho saputo di quanto è successo a Taki... e chi fosse il padre di Naruto... è una storia davvero incredibile"
"Già" rispose Sasuke, voleva bene all'amica ma non si sentiva molto a suo agio a starle accanto, sapeva quel che lei aveva provato nei suoi confronti, e sapeva anche cosa provava per il biondo e questo lo metteva ancora più a disagio.
Sakura riunì tutto il coraggio che aveva nel corpo e chiese
"Sei tornato per Naruto-kun vero?"
Sasuke rimase sorpreso da quella domanda, non pensava che la rosa avrebbe aperto un discorso che tutti consideravano tabù da tre anni
"..."
"Ho sempre pensato che tra di voi ci fosse più di una semplice amicizia, almeno pensavo che quello che provava Naruto per te, fosse più di una semplice amicizia"
"..."
"All'inizio credevo che ti ritenesse come un fratello, ma poi con il tempo notai che quando pensava a te i suoi occhi brillavano di una strana luce"
"..."
"Forse penserai che sono una stupida, a parlare di queste cose. Ma credo che sia giusto farti sapere cosa provasse lui..."
"..." Sasuke non rispose
"Fino alla fine ti ha sempre voluto bene Sasuke-kun" disse Sakura tristemente, girò il viso guardando quello del suo amico, ma sembrava che lui non avesse avuto alcuna reazione "Ora è meglio che vada, Tsunade-sama mi deve insegnare una nuova tecnica" disse alzandosi. Diede un'ultima occhiata all'amico e poi si allontanò.
Sasuke era rimasto immobile, avrebbe preferito non sentire quella verità, avrebbe preferito illudersi del fatto che Naruto lo considerasse solo un amico, magari un fratello. Fissò l'erba sotto di lui, una leggera brezza faceva ondulare quei fili sottili e verdi
"Anche io gli voglio bene..." disse in un sussurro quando ebbe la certezza che l'amica fosse distante.


Sasuke uscì dalla doccia, si sentiva più leggero, come se tutto il suo rimorso fosse scivolato via in un solo istante per poi ritornare subito dopo.
Si distese sul letto, da sotto il cuscino prese l'unico ricordo concreto che l'amico gli aveva lasciato, o meglio che lui aveva strappato.
“Disturbo?” chiese Kakashi apparso dal nulla
“…”
“Ho una cosa importante che volevo verificare”
“Riguardo?” chiese svogliatamente il ragazzo
“Naruto”
“?!”
“C’è qualcosa che non mi convince, per una persona normale quelle ferite potevano essere mortali, ma Naruto non era una persona normale, possedeva il kyubi che lo avrebbe protetto”
“Non capisco"
“Penso che Naruto sia ancora vivo”
“Quello che dice è senza senso!”
“Ricordi di che colore aveva i capelli il ragazzo mascherato?” chiese il sensei
“Biondi, perché?”
“Appunto, ero ancora giovane ma sono quasi sicuro che il fratello di Naruto li avesse rossi”
“Rossi? Ma… allora… No, non è possibile! Non vorrà insinuare che…”
"Dico solo che Naruto potrebbe essere ancora vivo, voglio solo fare un controllo"
In realtà anche lui aveva la netta sensazione che il suo amico e compagno fosse ancora in vita da qualche parte
"Come facciamo a scoprirlo?"
"Sapevo che potevo contare su di te, che rimanga tra noi, nessuno al di fuori di noi due deve sapere quello che stiamo per fare"
Sasuke annuì.


Era quasi notte fonda, due ninjia, uno dalla capigliatura quasi argentea, l’altra scura come la notte senza luna, percorrevano silenziosi le vie solitarie del villaggio
“Kakashi-sensei dove stiamo andando?” chiese Sasuke
“Abbi pazienza siamo quasi arrivati”
I due arrivarono in una zona fuori dal centro abitato, sembrava un terreno vuoto circondato da arbusti
“Ma questo è il cimitero?! Non vorrà mica…” Sasuke capì le intenzioni del sensei
“Non abbiamo altra scelta” disse tassativo il ninjia copia
Kakashi si fermò davanti a una lapide, l’Uchiha capì che si trattava della tomba di Naruto
“Ma non lo hanno già ispezionato prima di seppellirlo?” chiese il giovane Uchiha sperando di non dover disturbare il tranquillo riposo di quel corpo.
“No, il Godaime ha voluto che il corpo di Naruto non venisse sottoposto ad altre ecchimosi, voleva che il suo corpo fosse rispettato e sepolto così com’era”
“Almeno una degna sepoltura per il figlio del Yondaime, visto che non è mai stato trattato come tale” sentì la rabbia ardergli dentro, come avevano potuto trattarlo in quel modo ‘Mostro’ era così che la gente lo chiamava, eppure tutto quello che aveva voluto era essere accettato e trovare quei legami che potessero essere paragonati a quelli di avere dei genitori, dei fratelli o sorelle e dei parenti, voleva solo sentire il calore di una famiglia.
“Sasuke stai indietro” ordinò il sensei e con abile mossa fece diversi segni con la mano, la velocità del sensei nel formare i sigilli era straordinaria, in pochi secondi completò una serie di sigilli e la terra si mosse.
La lapide cadde a terra in avanti, dietro di essa la terra si divise come un’apertura permettendo di intravedere la bara, una bara di vetro con sigilli, sigilli che permettono di mantenere quel corpo intatto nella primavera della sua giovinezza .
“Ma… non è possibile…” disse esterrefatto
“Come pensavo…i miei sospetti erano giusti” Kakashi aveva avuto la sua conferma.
 
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inuyuyuchan
view post Posted on 18/1/2009, 11:03




cosa c'è nella tomba? cosa c'è nella tomba? e jiraya lo batte pain vero?
ecco sai mi sta sempre più antipatico, ma itachi sta avendo il sopravvento: naruto itachi non lo deve toccare!lui è di sasuke.:angry:
scusate lo sfogo.
allora... kakashi ha ancora una volta dato prova della sua genialità e scoperto tutto, sasuke abbiamo scoperto cosa prova per naru-chan ora non serve altro che farli incontrare e vedere un bel bacio risolvitore. :D
a presto
 
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MoonxKoko
view post Posted on 18/1/2009, 14:14




CITAZIONE (inuyuyuchan @ 18/1/2009, 11:03)
allora... kakashi ha ancora una volta dato prova della sua genialità e scoperto tutto, sasuke abbiamo scoperto cosa prova per naru-chan ora non serve altro che farli incontrare e vedere un bel bacio risolvitore. :D
a presto

:shifty: un bacio è troppo poco
 
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sakuratei
view post Posted on 19/1/2009, 21:12




Ma per una scena simile chissà quanto ancora bisognerebbe aspettare...
cmq dato che questo è shonen-ai non credo che si andrà oltre al bacio ahahah!!!
 
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44 replies since 10/12/2008, 23:46   712 views
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